Chi siamo
Lukas Franceschini – In Memoriam
Nasce a Bolzano il venticinque gennaio millenovecentosessantasette. All’età di sette anni assiste al Covent Garden ad una recita di Tosca con Leontyne Price, Carlo Bergonzi e Tito Gobbi e l’Opera diventa subito il suo giocattolo preferito. Viziato da una zia melomane con ascolti eccellenti come La Cenerentola al Teatro alla Scala nell’allestimento di Ponnelle, che vede Teresa Berganza nel ruolo del titolo e la direzione di Claudio Abbado o messo alla prova dalla Salome dove Gwineth Jones viene diretta da Zubin Mehta, il giovane Lukas non può perdersi lo storico bianco allestimento di Pizzi per una memorabile Semiramide al Festival di Aix en Provence con Caballé, Horne e Ramey. La presenza ventennale ai più significativi allestimenti operistici europei, l’eloquio dotto e coinvolgente lo trasformano ben presto in conferenziere conteso e in conduttore radiofonico molto apprezzato dagli ascoltatori di Radio Popolare Network. Per questa emittente, il giornalista cura dal millenovecentonovantuno Diapason, una trasmissione di approfondimento e I Giocattoli di Parpignol, una rubrica, realizzata in collaborazione con Emi, Universal, Rca, Sony, Opera Rara e Lebendige Vergangenheit, che permette all’ascoltatore di condividere la curiosità di Lukas per le novità discografiche e apprezzare la sua competenza di storico dell’interpretazione. Accreditato presso Istituzioni come il Teatro alla Scala, Il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Carlo Felice, L’Arena di Verona, il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Regio di Torino, il Rossini Opera Festival, il Teatro Regio di Parma e La Fenice di Venezia, è critico musicale dal 1999 al 2002 per il settimanale “L’Adige” e dal 2003 per Verona Teatro-Verona Time, per il quotidiano L’Arena di Verona collabora anche come saggista in ambito musicale. Docente esterno al Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto (Treviso) e al Conservatorio “Francesco Antonio Bonporti” di Trento, dove è curatore dei semirari “Grandi voci d’Annata – Storia ed analisi comparata dell’esecuzione vocale”. (Heinz Krahl)
25 gennaio 1967 – 28 marzo 2019
William Fratti – Capo redattore
“Sono sempre stato, sono e sarò sempre un paesano delle Roncole” diceva Giuseppe Verdi, guidato e ispirato dall’amore per la sua terra, lo stesso fervore che mi ha spinto verso la passione per l’opera lirica. Bussetano, figlio di bussetani, ho studiato canto dall’età di sei anni con Don Tarcisio Bolzoni e il soprano Sharon Kenney. Ho respirato aria verdiana dalla nascita, fino a lavorare alla Casa Natale, al Teatro Giuseppe Verdi e alla Villa di Sant’Agata negli anni dell’Università, monumenti che mi hanno indotto a presentare una tesi di laurea sui Luoghi Verdiani. Dopo aver lavorato per le Stagioni Liriche estive e il Concorso Internazionale Voci Verdiane di Busseto, la folgorazione per l’opera arriva con Alzira.
Nel 1999 nasce la collaborazione con la rivista di attualità, cultura e spettacoli Il Mese di Parma, a cui si aggiungono negli anni successivi Il Mese di Piacenza e Il Mese di Reggio Emilia, per la pubblicazione di articoli e interviste riguardanti gli interpreti delle Stagioni Liriche dei teatri delle tre province. Più tardi inizio a scrivere per Liricamente.it e assieme al compianto Lukas Franceschini avviamo l’avventura di OperaLibera.net
Negli anni ho collaborato con la Fondazione Arturo Toscanini e partecipato in prima persona all’organizzazione di numerosi concerti d’opera, tra cui l’evento Internet Vapensieroday 2004 con la direzione artistica di Katia Ricciarelli.
Benedetta Brison – Autore
La mia prima grande passione è la storia dell’arte e ho avuto la fortuna e l’onore di farne un lavoro che mi impegna moltissimo, ma che mi dà grandissima soddisfazione. Ricordo le vacanze in famiglia dove mare e montagna si alternavano a chiese e musei. A circa nove anni ho realizzato che quelle ore e ore alle mostre, in giro per città d’arte, castelli e ville storiche mi rendevano molto felice. Intanto a quattro anni ho cominciato a studiare danza e, pur senza diventare professionista, ma nemmeno particolarmente brava, non ho mai smesso – classica, moderna, contemporanea – ancora oggi tre ore alla settimana sono dedicate all’esercizio, una parentesi di pace alla quale non rinuncio mai. All’università ho anche potuto inserire nel piano di studi un esame di storia della danza. La prima volta alla Scala, bambina, accompagnavo due colleghe della mamma che aveva regalato loro i biglietti per il Lago dei cigni; da allora sono tornata tante volte a vedere opera e balletto, assistendo ad ogni spettacolo con viva emozione. La possibilità di guardare la danza, scriverne e praticarla contemporaneamente offre un’occasione unica di riflettere su questo linguaggio così astratto e così concreto.
Cristina Miriam Chiaffoni – Autore
Il mio amore per l’opera inizia a 5 anni quando i miei genitori mi portavano in Arena per tornare a casa subito dopo il trionfo dell’Aida, ma un giorno volli restare fino alla fine e da allora non mi persi più uno spettacolo. A 10 anni cantavo sui dischi, poi sono diventata cantante lirica ed attrice di prosa. Sono quindi veronese d’origine e ormai da anni ferrarese d’adozione, ex allieva di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano e di Rina Malatrasi al Conservatorio F. E. Dall’Abaco di Verona. Spazio dal teatro di prosa all’Operetta e all’Opera lirica. Il pubblico televisivo si è abituato a riconoscermi soprattutto nelle vesti della tata che porge i croissant ad Antonio Banderas nello spot del Mulino Bianco. Ho curato la regia ne La vedova allegra e in Cavalleria rusticana mentre nel 2019 vengo chiamata da Stefano Muroni ed Alessio Di Clemente come docente di canto e tecnica vocale nella Scuola d’Arte cinematografica Florestano Vancini di Ferrara. Nel cinema ho lavorato nei film Le badanti di Marco Pollini, e Stato di ebbrezza di Luca Biglione; sono stata la coprotagonista nel docu-film Violante Bentivoglio Malatesta di Rocco Cosentino e in un episodio della serie televisiva Cani eroi su RaiDue.
Marco Faverzani – Autore
“Tutto nel mondo è burla.
L’uom è nato burlone,
La fede in cor gli ciurla,
Gli ciurla la ragione.
Tutti gabbati! Irride
L’un l’altro ogni mortal.
Ma ride ben chi ride
La risata final.”
A. Boito, “Falstaff”
La mia passione per l’opera nasce da bambino grazie alla tecnologia degli anni novanta: musicassette, VHS, CD, se per Goya “il sonno della ragione genera mostri” le raccolte da edicola a volte fanno peggio. Ricordo le gite fantozziane in autobus all’Arena di Verona, la prima Aida e le emozionanti serate al teatro della mia città: il Ponchielli di Cremona. Resta indelebile il ricordo di una Traviata: gli interpreti erano Fernanda Costa e Giorgio Zancanaro e da allora un susseguirsi di teatri, spettacoli, sempre vissuti con passione, con la voglia di conoscere un repertorio sempre più vasto e con la gioia di condividere l’amore per la musica. “Mi piaccion quelle cose che han sì dolce malìa che parlano d’amore … quelle cose che han nome poesia” diceva Mimì, per me quella poesia è l’opera lirica, una realtà parallela e stupenda da leggere con la serietà e lo scrupolo derivato dalla mia mia laurea in Economia e Commercio ma anche con l’ironia che ci ha insegnato alla fine della sua vita Giuseppe Verdi.
Norma Giuca – Autore
Nata a Scicli, dopo gli studi classici, si è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Catania con una tesi sulla narrativa di Juan Carlos Onetti. Fin dagli anni degli studi universitari ha svolto attività di traduttrice dall’inglese e dallo spagnolo. Per alcuni anni ha insegnato italiano agli stranieri. Attualmente è docente presso un liceo di Catania.
Dal 1990 ad oggi si è dedicata al teatro sperimentale e ha seguito numerosi corsi di approfondimento, recitando in italiano, inglese e spagnolo presso teatri, centri culturali e associazioni. Ha diretto lavori teatrali per studenti presso college inglesi. Nel 1998 ha partecipato come cantante solista allo spettacolo “Vedere solo mare” presso il Piccolo Teatro di Catania. Nel 1999 ha interpretato il tango argentino in un recital al Centro fieristico Le Ciminiere del capoluogo etneo. Negli ultimi anni si è dedicata soprattutto ai reading di poesie.
Ha inoltre frequentato diversi corsi di scrittura creativa, giornalismo e critica teatrale. Nel 2004 ha vinto il primo premio al concorso di poesia Orsa Venezia. Sue poesie e racconti sono stati pubblicati in antologie. Nutre una grande passione per l’opera e la musica sinfonica.
Marta Janiak – Autore
Classe 1989, laureata in Linguistica Applicata presso l’Università Adam Mickiewicz di Poznań, Polonia, traduttrice di professione e ammiratrice di opere liriche per passione. Ha lavorato per i teatri lirici di Breslavia, Bytom, Danzica e Łódź, ma anche per il Teatro Shakespeare a Danzica. Una poliglotta, ma, tuttavia, ha imparato l’italiano assolutamente da sola. Di giorno gestisce un’agenzia di traduzioni e per hobby scrive di opera lirica. Un’altra sua passione sono i film in costume e podcast storici. La sua avventura operistica è iniziata al Grand Theatre di Łódź con l’opera “Carmen” di G. Bizet, ed è così che è nato il suo amore per la lirica. Marta è un’amante dei classici e della tradizione, ma le piace sperimentare nuovi stili. Ama combinare i suoi viaggi in Europa con visite ai più bei teatri del vecchio continente. Secondo lei, la musica dà forma ai nostri sogni, ci permette di dimenticare le preoccupazioni e di viaggiare nello spazio e nel tempo. La sua opera preferita è la “Tosca” di Giacomo Puccini e mostra un pericoloso debole per il barone Scarpia. Ama anche Verdi e tutto ciò che è italiano. Un giorno vorrebbe trasferirsi a Bari.
Margherita Panarelli – Autore
Nasco nel 1992 in provincia di Torino e fin dalla più tenera età mi appassiono di tutto ciò che viene chiamata musica colta. A partire dai 5 anni frequento studi musicali dove ricevo rudimenti di solfeggio e apprendo a suonare flauto dolce e flauto traverso sotto la guida della flautista Gabriella Nisi. Collaboro con OperaLibera dal 2012 con recensioni di spettacoli d’opera e concerti di musica sinfonica e da camera in scena nella capitale subalpina.
L’altra mia grande passione sono le lingue ed è per questo che nel 2018 ho conseguito la Laurea in Lingue e letterature moderne proprio all’Università di Torino concentrandomi sul tedesco ed il russo. Il mio motto? “la bellezza salverà il mondo” ed è una cosa a cui credo profondamente. Bellezza e cultura portano altra bellezza e cerco di fare del mio meglio per contribuirne alla diffusione.
Giorgio Panigati – Autore
Il mio primo folgorante incontro con l’arte avviene a quattro anni, resto in estasi davanti ad una pala di Gaudenzio Ferrari, ricordo di essere rimasto stupito dalla sua capacità di non uscire con il colore dai contorni della figura, io non ci riuscivo mai. L’incontro con la musica avviene più tardi, nell’aula multimediale (in realtà lo era poco e male) di una scuola media statale di Novara, settimana dopo settimana il Barbiere di Siviglia, la Tosca, Cavalleria Rusticana da un piccolo tubo catodico entrano dritte nel mio cervello e da quel momento non se ne sono più andate. Il mio curriculum comprende una assidua frequentazione del teatro della mia città, il Coccia, ed anni di pellegrinaggi per i teatri d’Italia e del mondo cercando sempre di unire le due cose che rendono la vita un po’ più sopportabile: l’arte e la musica. Completo la mia formazione con una laurea in beni culturali, quel po’ di serietà istituzionale non guasta. Se Susan Sontag diceva che: “La critica è la vendetta dell’intellettuale sull’arte” io credo sia semplicemente un modo per comunicare la mia passione e ragionare insieme su qualcosa di inafferrabile perché: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. (Paul Klee)”.
Andrea Poli – Autore
“La musica è l’esercizio segreto dell’anima che calcola senza saperlo”. Chissà se Leibniz aveva ragione, ma forse è per questo che anch’io, bieco contabile, per giunta contento tra numeri e bilanci, sono innamorato della lingua più bella del mondo. Se la musica sacra mi ha affascinato fin dal coretto delle voci bianche, l’incontro con l’opera avviene in prima media: per compito un elenco di “romanze” di cui rintracciare il titolo dell’opera. In era pre-digitale scateno un putiferio e riesco a completare la lista grazie al fruttivendolo che ascoltava dischi in bottega. Capii che avevo incontrato qualcosa di importante ed inizio a frequentare teatri e a consumare nastri e CD. A distanza di anni ritengo che andare all’opera sia rimasta una delle poche forme superstiti di educazione sentimentale. La lirica è genere colto e popolare: richiede studio per essere compresa, ma resta comunque fruibile nel suo impatto emozionale. Diceva Michelangelo che di bellezza se ne intendeva: “Tutti hanno le quinte negli occhi”; figuriamoci allora nelle orecchie! E tra un ascolto e l’altro, con curiosità e meraviglia, continuo a chiedermi, con buona pace di Leibniz: “Ma che cosa è la musica?”
Alessio Solina – Autore
Nasco a Verona nel 1969.
Fin dal “materno grembo” vengo iniziato all’ascolto della musica sinfonica e operistica; mia madre, ex corista e comparsa areniana (dal 1946 al 1958), mi instilla la passione per l’opera attraverso i dischi della sua collezione; anche la famiglia di mio padre, appassionati melomani siciliani, mi introducono ad apprezzare i grandi compositori grazie ai dischi che mi regalavano.
Nel 1974 il mio debutto areniano con il balletto “Giselle” e, nel 1978, grazie ad amici di famiglia, assidui frequentatori del Teatro Filarmonico, assisto alla ripresa moderna de “L’Orlando furioso” di Antonio Vivaldi con Marilyn Horne; seguono un concerto e la rappresentazione de “La voix humaine” di Francis Poulenc con Magda Olivero. Una FOLGORAZIONE!
Il mio debutto operistico in Arena, nel 1980, coincide con quello di Maria Chiara, che appare per la prima volta sul palcoscenico veronese nelle vesti di “Aida” e da quel momento le mie partecipazioni al Festival areniano saranno sempre più frequenti e assidue; in una di queste occasioni ho avuto il privilegio e la fortuna di conoscere Lukas Franceschini, col quale si instaurerà una fraterna e preziosa amicizia; in quel periodo ho avuto la fortuna di ascoltare i più grandi e celebrati divi del momento, da Luciano Pavarotti a Placido Domingo, Piero Cappuccilli, Renato Bruson, Leo Nucci, Monserrat Caballé, Gena Dimitrova, Fiorenza Cossotto, Cesare Siepi, Bonaldo Giaiotti e moltissimi altri.
Nel 1990 varco la soglia del prestigioso Teatro alla Scala, con una bellissima edizione di “Fidelio”, diretta da Lorin Maazel, con la regia di Giorgio Strehler; in seguito si aggiungeranno teatri di grande fascino e importanza come La Fenice di Venezia, Il Maggio Musicale Fiorentino, il Regio di Torino, il Carlo Felice di Genova, Pesaro e il suo inimitabile Rossini Opera Festival, il Teatro dell’Opera di Roma, per arrivare a teatri come la Staatsoper di Vienna e Monaco.
Sono molto affascinato dalla storia dell’evoluzione della vocalità, a partire dalle prime incisioni su rulli di cera, per arrivare, attraverso le incisioni elettriche ed acustiche, al sistema digitale dei nostri giorni. Sono anche collezionista e ricercatore di registrazioni e materiale video “Live”, perché, a mio avviso, il preservare testimonianze storiche di indiscusso valore, aumentano la mia conoscenza e la mia professionalità nel giudicare una voce, una orchestra o un direttore.
Dal 2019 collaboro con la testata giornalistica OperaLibera.
Raffaele Mussari – Webmaster
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. (Proust)
Cresciuto sotto il caldo sole del mediterraneo,respirando cultura classica e salsedine, con la mente che già dalla prima infanzia spaziava tra galassie e mondi paralleli. Compie i suoi studi superiori presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nel 2006 si laurea cum lode in Scenografia. Grazie al suo Maestro d’Arte Tony Ferro partecipa al I° Forum Mondiale dell’Acqua a Firenze durante il quale presenta l’opera ottica “animearse” all’esposizione artistica svoltasi in parallelo. Con il Living Theatre di New York realizza a Napoli un happening in Piazza Plebiscito. Con la tesi Entropia della creazione muove i suoi primi passi sul sentiero dell’unificazione dell’elettrica logica matematica con l’entropica creatività dei sistemi naturali. La sua passione per l’informatica e l’attenzione per la dinamica di flusso dell’analisi e della programmazione gli sono utili, inoltre, al completamento del Master in Managenent di Spettacolo presso l’Ente Teatrale Italiano. La curiosità lo spinge ad indagare il mondo e ad apprendere l’uso di strumenti e tecniche che gli consentiranno di operare con disinvoltura in tutti i settori dell’immagine.