La sposa dello zar (Carskaja nevesta) – Teatro Regio, Torino
Al Teatro Regio di Torino arriva la grande opera russa con La sposa dello zar di Nikolaj Rimskij-Korsakov anche se purtroppo solo in forma di concerto. Composta tra il 1898 ed il 1899 l’opera di Rimskij-Korsakov è un dramma storico; racconta gli ultimi giorni di Marfa Sobakina. La giovane fu la terza moglie dello Zar Ivan IV, il famoso primo “Zar di tutte le Russie” conosciuto in occidente come “il terribile” (ma il cui soprannome groznyi sarebbe in verità più corretto tradurre con formidabile, temibile o tonante), Egli fu acerrimo nemico dei boiari (l’influente nobiltà feudale russa al cui dispotismo fu messo un freno proprio da Ivan IV) ed il suo esercito privato (gli Opričniki) fu temuto in tutto il regno. Gli stessi Opričniki furono poi oggetto dei sospetti di Ivan, in particolare per le vicende legate a Marfa. Una volta sposato Ivan infatti, essa fu zarina per soli sedici giorni poiché vittima di un misterioso malessere a causa del quale il marito sospettò un avvelenamento (anche le prime due delle sue molte mogli morirono avvelenate) e fece giustiziare diversi tra gli uomini più fidati della sua guardia. Nel 1572, sette anni dopo la sua istituzione, il corpo degli Opričniki venne sciolto lasciando dietro di sé una lunga scia di morte, distruzione e persino carestie.
Il libretto dell’opera fu scritto da Il’ja Tjumenev, allievo di Rimskij-Korsakov, ed è basato sul dramma omonimo di Lev Mej che molti altri compositori prima di Rimskij-Korsakov avevano accarezzato l’idea di mettere in musica. La partitura regala grandiose fanfare e cori maestosi come siamo abituati ad aspettarci dai più grandi compositori russi ma non mancano momenti di onirico abbandono, il personaggio di Marfa ne è la migliore dimostrazione e le melodie che imitano quelle del folclore russo trasportano in un mondo lontano. La vicenda inoltre è narrata con tinte fiabesche tanto che tra le pozioni, i soldati e i banchetti ci si aspetta quasi di veder comparire da un momento all’altro creature fantastiche e personaggi dotati di poteri magici ma il testo scava nella psicologia dei personaggi ed il dramma è teso e vibrante, vivido, palpitante nel suo ritratto dei caratteri. Ci si strugge per Ljubaša, si ha pena dei due giovani sfortunati fidanzati e l’Opričnik Grjaznoj con il suo complesso groviglio di emozioni risulta profondamente umano. L’unione tra fiaba e folclore, la scelta di Rimskij-Korsakov di mantenere i numeri chiusi e di suggerire anziché imitare nella sua partitura fanno de La sposa dello zar un’opera di grande fascino e presa emotiva, assolutamente da conoscere.
La versione in forma di concerto a cui abbiamo assistito nel teatro del capoluogo subalpino ha restituito fedelmente le caratteristiche del lavoro di Rimskij-Korsakov offrendo al pubblico una vera chicca da non perdere. Fin dall’ouverture la direzione di Valentin Uryupin si dimostra vivace e vitale, grazie alla piena collaborazione delle masse artistiche del Teatro Regio (Orchestra e Coro sono come sempre in forma smagliante) e trasportano in quella Aleksandrov, allora sede della corte dello Zar, con i suoi suoni ed i suoi colori e tra i soldati della sua guardia scelta. Il cast di solisti è per la maggior parte all’altezza. Nadine Koutcher è una Marfa sognante ed eterea dal registro acuto scintillante, splendida nell’aria del quarto atto “Ivan Sergeevič, hočeš v sad pojdëm?”. Intensa e completamente coinvolta e coinvolgente è Ksenia Chubunova nei panni di Ljubaša. Il mezzosoprano, già ascoltata come una delle tre dame nel recente Die Zauberflöte, è in possesso di una voce di splendido colore, sontuosa e ambrata, cui manca solo un poco di omogeneità tra i registri per risultare indimenticabile. Elchin Azizov torna al Teatro Regio dopo aver regalato al pubblico torinese un ottimo Scarpia nel secondo Regio Opera Festival e da vita ad un Grjaznoj di forte impatto; impressionante il volume, la ricchezza della voce, la maestria nel controllo del fiato e dell’emissione e soprattutto un fraseggio ed una recitazione davvero di altissimo livello. Magnetico e incisivo, in ogni scena in cui è presente Azizov ne è il padrone. Secondo protagonista maschile è Ivan Lykov, forse il personaggio meno memorabile dell’opera il cui inteprete, Sergey Radchenko, non ha potuto risollevarne le sorti: a fronte di una voce chiara di colore invero piuttosto interessante, alcune imprecisioni ed un registro acuto utilizzato con qualche difficoltà impediscono di apprezzare pienamente l’interpretazione di Radchenko.
Convince invece Gennady Bezzubenkov come Vasilij Sobakin, padre di Marfa, il cui personaggio sembra uscito dal teatro classico e Thomas Cilluffo è un eccellente Bomelij, viscido al punto giusto. Completano il cast gli ottimi Giorgi Chelidze, Opricnik di Grjaznoj, Irina Bogdanova (già apprezzata negli scorsi mesi insieme agli altri membri del Regio Ensamble Cilluffo e Chubunova) nel doppio ruolo di Domna Saburova e Petrovna, e Veta Pilipenko anch’essa impegnata in più ruoli ovvero Dunjaša Saburova, migliore amica di Marfa, una cameriera ed una fuochista. Con La sposa dello zar il Teatro Regio di Torino ha offerto la possibilità di vivere una splendida serata all’insegna di uno dei titoli più affascinanti del vasto ma in Italia poco esplorato meraviglioso repertorio lirico russo e ci auguriamo ciò possa preludere ad altre di queste serate. Si spera che il calore degli applausi e l’alta affluenza di pubblico di queste due date incoraggi il teatro a mettere in futuro in scena opere di questo repertorio in forma completa e non solo in forma di concerto!
LA SPOSA DELLO ZAR
OPERA IN QUATTRO ATTI
EDIZIONE IN LINGUA ORIGINALE RUSSA
Musica di Nikolaj Rimskij-Korsakov
Libretto di Il’ja Tjumenev
tratto dal dramma omonimo di Lev Mej
PERSONAGGI E INTERPRETI
Marfa Nadine Koutcher
Vasilij Stepanovič Sobakin Gennady Bezzubenkov
Grigorij Grigor’evič Grjaznoj Elchin Azizov
Skuratov Giorgi Chelidze
Ivan Sergeevič Lykov Sergey Radchenko
Ljubaša Ksenia Chubunova
Elisej Bomelij Thomas Cilluffo
Domna Ivanovna Saburova, Petrovna Irina Bogdanova
Dunjaša, Cameriera, Fuochista Veta Pilipenko
Esecuzione in forma di concerto
Valentin Uryupin direttore d’orchestra
Andrea Secchi maestro del coro
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino