Powder her face – Piccolo Regio Puccini, Torino
Composta nel 1995 Powder her face (Incipriale il viso) è una interessantissima opera da camera del compositore britannico Thomas Adès ed arriva per la prima volta a Torino al Teatro Regio come terzo titolo della stagione. In questa prima opera di Adès (seguiranno The Tempest e The exterminating angel) un ridotto e particolare organico orchestrale (vi fa la sua comparsa ad esempio il mulinello di una canna da pesca) esegue una partitura invero stimolante e accattivante che si muove tra le suggestioni più evidenti, provenienti dall’illustre connazionale Benjamin Britten e da Dmitrij Šostakovič, tango, swing e momenti più puramente rumoristici che raccontano e commentano efficacemente la chiacchierata vicenda del divorzio di Margaret Whigham dal secondo marito, lo spiantato undicesimo Duca di Argyll.
Il nome della Duchessa tenne banco sui tabloid per diverso tempo dopo l’esplosione dello scandalo nel 1963 legato al procedimento giudiziario di divorzio durante il quale il Duca per perorare la propria causa presentò alla corte come prova diverse Polaroid inequivocabilmente ritraenti la Duchessa in atti sessuali. Impietosamente soprannominata “dirty duchess” dalla stampa Margaret finirà negli anni seguenti sul lastrico e con la reputazione per sempre rovinata. Impietosa nel libretto e nella musica la critica al un mondo vacuo e fatuo dal quale la Duchessa verrà fagocitata. Tutti si sentono in diritto di esprimere giudizi, commentare sulla vicenda o sul suo carattere ed è inutile ogni tentativo di riprendere in mano la narrazione della propria vita (come nella scena VII). Serpeggia un costante morboso desiderio nei suoi confronti, sempre affiancato a ipocriti e feroci giudizi sulla sua condotta. Giudizi che vengono taciuti però su quella del Duca. Grottesche le figure di contorno appartenenti alle classi meno abbienti la cui biliosa invidia facilita loro la feroce condanna morale.
Perfetto nel rappresentare visivamente tutto questo è il lavoro dell’intero comparto tecnico. Le scene di Claudia Boasso ambientano la narrazione in una camera d’albergo, casa per la Duchessa per diversi anni prima del suo sfratto. Un grande letto, vero catalizzatore dell’azione campeggia al centro dello spazio scenico e perde la sua integrità strutturale nel corso dell’opera. Azzeccato l’utilizzo come quinte nella parte centrale dell’opera di ingrandimenti degli scatti a tema erotico di Carlo Mollino, l’architetto artefice della ricostruzione del Teatro Regio. Splendidi i costumi di Laura Viglione che spaziano tra gli anni ’30 e ’90 del secolo scorso per via dell’incedere a flashback e flashforward della narrazione e elegantissima la scelta di procedere per sottrazione nella scena IV dove l’intimo fluorescente dei due personaggi funge da sola fonte di illuminazione ed il resto è lasciato alla voce e all’orchestra.
La regia di Paolo Vettori è un ideale accompagnamento alla pungente satira presente in partitura; affronta senza timori ma evitando ogni grettezza i momenti più forti e non rifugge da un certo indovinato gusto per il camp utilizzato però sempre in maniera pertinente. Un esempio sono i momenti in cui sono presenti travestimenti, come nella prima scena ma anche nella scena III dove il prete celebrante il matrimonio si intrattiene carnalmente con entrambi i coniugi, o nella scena VI dove il giudice, impegnato in un comizio ipocrita sulla corrotta moralità della Duchessa, sotto la toga indossa solo l’intimo. La triste parabola della vita della Duchessa è raccontata insomma con sensibile ironia, senza esagerati sentimentalismi e senza sconti verso gli aspetti più controversi del suo carattere, e l’ingiustizia da lei subita (oggi lo chiameremmo revenge porn e soprattutto slut-shaming) mai ridicolizzata. Uno studiato velo onirico lega inoltre insieme i vari momenti ed il punto di vista della protagonista rimane il favorito ma è sempre ammirabilmente chiaro cosa stia succedendo e quando. Irresistibili gli interventi del ballerino Marco Caudera che come un muta-forma nel corso della rappresentazione si presenta in scena come musicista jazz, cameriere e molto altro. Menzione d’onore allo splendido lavoro di luci di Gianni Bertoli.
Pregevole anche la resa musicale. Riccardo Bisatti alla testa dell’orchestra guida con mano sicura i professori lungo una partitura sfaccettata e complessa dalle agogiche e dalle armonie mai scontate seguendo con attenzione i solisti nel canto e accompagnandoli egregiamente anche dal punto di vista drammaturgico visto il legame strettissimo tra quanto avviene in scena ed il carattere quasi cinematografico della composizione. Un risultato davvero notevole vista la sua giovane età. Quattro gli interpreti, di cui tre impegnati in almeno cinque o più personaggi. Irina Bogdanova, appena ascoltata eseguire con ottimi risultati il ruolo della Sacerdotessa nella Aida verdiana messa in scena nelle scorse settimane dal Teatro Regio, si disimpegna egregiamente nel ruolo della Duchessa infondendo grande dignità e signorilità al suo personaggio nel fraseggio e nei movimenti. La voce del soprano è duttile, agile, il timbro caldo e piacevolissimo, e la sua esecuzione davvero ineccepibile dal punto di vista tecnico. Negli impervi ruoli di La cameriera, L’amica, La cameriera che prepara il ricevimento, L’amante del duca, La ficcanaso e La giornalista di cronaca rosa Amélie Hois si distingue per la facilità della salita al registro di fischio.
Thomas Cilluffo è eccellente come L’elettricista, Il gigolò, Il cameriere, Il ficcanaso, Il fattorino. Impeccabile Lorenzo Mazzucchelli, inesorabile nei panni de Il direttore dell’hotel, Il Duca, L’addetto alla lavanderia, Un ospite dell’hotel, Il giudice. La voce del basso colpisce per la flessuosità nonostante il volume. Bogdanova, Vettori, Bisatti, Hois e Cilluffo sono membri del Regio Ensamble una nuova realtà del Teatro Regio che li vede impegnati in residenza per tutto l’anno nel teatro del capoluogo subalpino. Questo allestimento è frutto del loro evidentemente approfondito lavoro insieme ed il risultato (salutato con calore dal purtroppo non foltissimo pubblico presente alla riapertura del Piccolo Regio Puccini che sta ospitando la produzione) è superlativo. Le repliche proseguono fino a sabato 18 marzo e consiglio a quanti più possibile di dare una possibilità a questo meritevole spettacolo. A questo link potete trovare la nostra intervista a Riccardo Bisatti e Paolo Vettori.
POWDER HER FACE
(Incipriale il viso)
Opera in due atti e otto scene
Libretto di Philip Hensher
Musica di Thomas Adès
La Duchessa, Irina Bogdanova*
La cameriera, L’amica, La cameriera che prepara il ricevimento,
L’amante del Duca, La ficcanaso, La giornalista di cronaca rosa,
Amélie Hois*
L’elettricista, Il gigolò, Il cameriere, Il ficcanaso, Il fattorino,
Thomas Cilluffo*
Il direttore dell’hotel, Il Duca, L’addetto alla lavanderia,
Un ospite dell’hotel, Il giudice,
Lorenzo Mazzucchelli
Figurante Marco Caudera
Orchestra Teatro Regio Torino
Direttore Riccardo Bisatti*
Regia Paolo Vettori*
Scene Claudia Boasso
Costumi Laura Viglione
Luci Gianni Bertoli
Direttore dell’allestimento Antonio Stallone
*Artisti del Regio Ensemble
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
Torino, 10 marzo 2023
Foto di Andrea Macchia cortesia del Teatro Regio