Spettacoli

Der fliegende Holländer – EuropAuditorium, Bologna

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Thomas Johannes Mayer e Elisabet Strid

“Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo.” Così scriveva Virginia Woolf e proprio di amore e di mare parla l’opera che inaugura la stagione operistica del Comunale di Bologna: L’olandese volante di Richard Wagner. L’opera ha visto la sua prima italiana proprio al Comunale di Bologna il 14 novembre 1877, prosegue dunque il progetto del teatro di rappresentare, dopo Tristan und Isolde nel 2020 e Lohengrin nel 2022, le cinque opere di Wagner che ebbero la prima italiana a Bologna. Così nella cornice provvisoria dell’EuropAuditorium va in scena questo spettacolo, in attesa del nuovo teatro che sarà consegnato alla città a partire dalla seconda opera in cartellone: Madama Butterfly. Una serata di mondanità ed eleganza, in una cornice inusuale ma che non ha impedito di celebrare degnamente la prima della stagione. La parte visiva dello spettacolo è curata nella regia da Paul Curran, un allestimento relativamente semplice, con le scene di Robert Innes Hopkins, essenziali per le ridotte possibilità di questo auditorium. Il primo atto è totalmente dedicato al mare, protagonista dell’opera, con vistose proiezioni il palco ne è letteralmente inondato, nel secondo atto la scena si sposta in una fabbrica tessile e le visioni romantiche di Senta sono ben simboleggiate da “Il viandante sul mare di nebbia”, fra le più famose opere di Caspar David Friedrich. Nel terzo atto infine ci spostiamo all’esterno di una piattaforma petrolifera. Lo spettacolo è interamente retto dalle proiezioni di Driscoll Otto, non tutte ugualmente riuscite ma sicuramente capaci di ridarci l’idea e la sensazione del mare. I costumi di Robert Innes Hopkins sono di foggia contemporanea, semplici e funzionali. Corrette le le luci di Daniele Naldi. Un progetto che nel complesso visivamente funziona e sa raccontare bene l’opera.

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Elisabet Strid

Il versante musicale mostra più di un elemento di interesse.
A partire dal podio, sul quale troviamo Oksana Lyniv, direttrice musicale del Teatro Comunale, che si cimenta con un titolo verso il quale mostra una certa affinità elettiva, specialmente dopo averlo portato nel “tempio wagneriano” di Bayreuth per ben due volte. Lyniv offre una lettura energica della partitura, un flusso sonoro condotto con fierezza, una cavalcata inarrestabile dalla splendida sinfonia e sino al meraviglioso finale. Rilevante la percettibile intesa con i complessi orchestrali felsinei, con i quali viene compiuto uno scavo approfondito nelle sonorità al fine di ottenere dinamiche di sicuro rilievo per lucentezza e precisione. Una concertazione molto attenta nel sottolineare con cura i temi principali dell’opera, valorizzati nella loro specificità e pur ricompresi, con grande coesione, nel più ampio disegno drammaturgico complessivo. Una prova di indubbio livello, al netto di un certo eccesso di clangore sonoro, probabilmente dovuto anche alla fisionomia di una sala di fatto poco adatta alle rappresentazioni operistiche.

Da lodare la prestazione del Coro del Teatro Comunale di Bologna, diretto con encomiabile bravura da Gea Garatti Ansini. Significhiamo, dunque, la febbricitante attesa dei marinari per il ritorno sulla terraferma in primo atto, la scanzonata ilarità delle filatrici in secondo e, ancora, la brillante gaiezza dell’incontro-scontro tra gli uomini di mare e le ragazze nell’atto conclusivo. Degno di nota anche l’apporto del Coro del Teatro Municipale di Piacenza che, affidato alle cure di Corrado Casati, interpreta alla perfezione gli interventi riservati alla ciurma fantasma del vascello dello straniero.

Thomas Johannes Mayer, presta il mezzo ampio e dal suggestivo colore notturno alle inquietudini dell’Olandese. La meticolosa cura dell’accento e lo spiccato senso teatrale infusi in ogni frase musicale creano un personaggio affascinante e credibile. La austera presenza scenica suggerisce, inoltre, quel tocco di mistero che ben si sposa con la melodia wagneriana e fa passare in secondo piano una non sempre costante incisività della linea vocale (specialmente in primo atto).

Elisabet Strid, con la sua vocalità dal colore chiaro e dal timbro rotondo, sembra muoversi piuttosto bene nel ruolo della giovane Senta. I centri sono avvolgenti, sicura la prima zona acuta, mentre nella salita verso la regione più alta del pentagramma la linea tende ad assottigliarsi. Trascinante il fraseggio, così come la partecipazione sulla scena, totale ed appassionata dal suo ingresso e sino al sacrificio finale.

Ottimo Peter Rose, un Daland vocalmente ineccepibile per morbidezza e duttilità. Scenicamente rileva la totale immedesimazione nel personaggio e la capacità di far sembrare quasi naturale il comportamento di questo padre “sui generis” nella scelta dello sposo per la figlia. Curato ed approfondito il fraseggio, pervaso di delicata ironia.

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Adam Smith e Elisabet Strid

Adam Smith, nel ruolo di Erik, sfoggia un mezzo ampio e di buon volume. La linea, particolarmente suadente nei centri, sfida baldanzosa le difficoltà della parte; accurato e partecipe l’interprete che ben restituisce il fascino e le intemperanze del giovane innamorato.

Paolo Antognetti è un ottimo Timoniere, in virtù di una vocalità tenorile ben timbrata e di facile proiezione. Con linea musicale e ben tornita riesce, inoltre, a dare particolare valore alla sua ballata di primo atto.

Ben a fuoco, vocalmente ed interpretativamente, la Mary di Marina Ogii che, grazie ad una presenza scenica deliziosa riesce ad essere adeguatamente incisiva, specialmente nei propri interventi di secondo atto.

Festoso successo al termine accoglie la compagnia di canto. Per dovere di cronaca riportiamo, nel tripudio generale, alcuni, pur contenuti, dissensi all’apparire di Oksana Lyniv e contestazioni più marcate all’indirizzo del team creativo. Considerata la situazione contingente e le numerose problematiche del caso, il Comunale ha offerto una inaugurazione di rilievo. Cresce ora l’attesa per il taglio del nastro, il mese prossimo, del Comunale Nouveau, la “casa” del teatro per gli anni a venire.

DER FLIEGENDE HOLLÄNDER
(L’olandese volante)

Opera in tre atti
Musica e libretto di Richard Wagner

Daland Peter Rose
Senta Elisabet Strid
L’Olandese Thomas Johannes Mayer
Erik Adam Smith
Timoniere di Daland Paolo Antognetti
Mary Marina Ogii
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Oksana Lyniv
Coro del Teatro Comunale di Bologna
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del Coro Corrado Casati
Regia Paul Curran
Scene e costumi Robert Innes Hopkins
Luci Daniele Naldi
Assistente alla regia Oscar Cecchi
Visual Designer Driscoll Otto

Foto: Andrea Ranzi