Spettacoli

Messa da Requiem – Teatro Regio, Torino

Il duemilaventitré torinese si è aperto con l’inaugurazione della stagione concertistica del Teatro Regio, che a questo giro ha portato in città l’atteso appuntamento della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Il  pretesto ha potuto confermare il nuovo indirizzo di un Regio aperto soprattutto ai nuovi spettatori, grazie a un vasto ventaglio di tariffe di cui i più giovani hanno saputo usufruire. Sul podio inaugurale l’abile bacchetta di Andrea Battistoni, al quale fa precedenza ormai una fama indiscutibile e – potremmo dire – confermata in questa sua tappa piemontese. Battistoni si inserisce nel ricco dialogo ormai instauratosi tra l’Orchestra del Teatro Regio e l’omonimo Coro, impreziosito dalla direzione di Andrea Secchi. Un coro della cui qualità è da tempo difficile dubitare, ma che si conferma all’altezza anche in una partitura così poliedrica e attenta. In questo senso è risultato fondamentale l’apporto dell’abilità di Battistoni all’equilibrio di una composizione sempre a rischio di compiacimento. Il direttore veronese dimostra una scaltrezza d’esecuzione grazie alla quale le sottigliezze espressive della partitura evitano di proiettare l’intera direzione in un vicolo cieco fine a sé stesso. Questo gli garantisce una firma esecutiva di alto rilievo, capace di sottolineare esitazioni e rincorse nel tentativo ben riuscito di regalare allo spettatore un punto di vista strettamente intimo su una questione così complessa come quella sollevata dalla Messa da Requiem verdiana.

Sul palco, ovviamente, anche le voci dei quattro solisti: Angela Meade (soprano), Silvia Beltrami (mezzosoprano), Enea Scala (tenore) e Gianluca Buratto (basso). Di fortune altalenanti, portano a casa una messa sicuramente dignitosa. La performance del soprano Angela Meade suona familiare al pubblico torinese dopo la sua solidissima prova nell’Aida del 2021. Torna a Torino in buona forma e regala al pubblico un timbro interessante, rotto tuttavia da qualche vibrato in acuto e da uno sfortunato incidente nel Libera Me che viene prontamente recuperato e certamente perdonato. A dialogare con lei la voce più ambrata di Silvia Beltrami, che offre una prova fortemente positiva, capace di muoversi bene soprattutto nei registri centrali. Enea Scala si impone per una presenza scenica sicura e spavalda, che ben si riflette in una pulizia d’emissione lodevole anche se eccessivamente asciutta e inadatta per una partitura come questa. Infine il basso Gianluca Buratto sfoggia un buon appoggio vocale sostenuto dall’uso sapiente di un timbro pieno, ma tende facilmente alla perdita di controllo offrendo una prova sicuramente da rivedere.

Lo spettacolo si conclude serenamente con ovazioni meritatissime rivolte soprattutto al Coro del Teatro Regio e alla direzione di Battistoni. Un clima ottimista, oltre che festante, per un teatro alla ricerca di una strada che possa condurlo verso acque tranquille nell’immediato futuro.