La Bohème
Con la recita di domenica 4 dicembre 2022 si concludono le repliche de La Bohème, drammalirico in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, musica di Giacomo Puccini, che andò in scena per la prima volta il 1° febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino. L’opera ha inaugurato trionfalmente la nuova Stagione di Opere e Balletti 2022-23 al Teatro Massimo Bellini di Catania, fiore all’occhiello e cuore culturale del capoluogo etneo, “il teatro più bello del mondo” nelle parole del grande Gabriele Lavia, ospite d’onore il 22 luglio di quest’anno alla conferenza stampa di presentazione del cartellone. Per la verità, come non rimanere rapiti dalla magnificenza e dallo splendore di quello che è al tempo stesso uno scrigno sonoro ed un gioiello architettonico unico?
La mise en scène del capolavoro pucciniano presso l’Ente lirico catanese è stata curata dal regista argentino di chiara fama Mario Pontiggia nell’allestimento del teatro Massimo di Palermo. Grazie al prezioso contributo dell’impianto scenico, realizzato con grande perizia da Antonella Conte, e dei meravigliosi costumi di Francesco Zito, il pubblico si ritrova immerso in un’atmosfera decadente fin de siècle, quella che ci fa entrare nella soffitta fredda ed essenziale dove quattro giovani bohémien, Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline, condividono la loro vita disordinata e anticonformista di artisti nel quartiere latino della Ville Lumière. In apertura del primo quadro il poeta Rodolfo, il tenore Iván Ayón-Rivas, dialoga con il pittore Marcello, il baritono Vincenzo Taormina; entrambi i cantanti sanno ben delineare e interpretare i distinti tratti caratteriali dei rispettivi personaggi. Ci sembra che il tenore peruviano Ayón-Rivas raggiunga esiti più felici negli acuti e sia talvolta meno efficace nelle parti di recitativo, pur sapendo mantenere un ottimo equilibrio tra gli aspetti buffoneschi e tragici del suo personaggio. Il Marcello cui dà vita Vincenzo Taormina, che sa coniugare le ottime doti canore e la dizione limpida con una straordinaria presenza scenica sottolineata dagli applausi del pubblico, è un uomo gioiosamente incline a godere dei piaceri della vita e dell’amore per la sua generosa ma civettuola Musetta, il soprano Jessica Nuccio, interprete palermitana già vincitrice di numerosi premi e concorsi lirici internazionali, anche lei molto apprezzata dagli spettatori del Teatro Bellini.
A ricevere meritati scroscianti applausi a scena aperta è l’assoluta protagonista dell’opera, la Mimì del soprano Valeria Sepe, che pone tutta la sua bravura al servizio di un ruolo non facile per le tante variazioni di tonalità ed estensione vocale richieste, mostrando la medesima padronanza, grazia ed esattezza nell’esecuzione degli acuti come anche nei momenti in cui viene richiesta un’emissione di voce morbida e leggera, quasi da usignolo. L’ascolto della celeberrima Romanza “Sì, mi chiamano Mimì” regala emozioni che ci accompagnano per l’intera durata della recita e le note del tema musicale associato al personaggio segnano con estrema precisione ogni suo movimento o ingresso in scena, merito certamente di un rigoroso e accurato lavoro di squadra tra la regia e la direzione dell’orchestra, affidata al maestro Fabrizio Maria Carminati che del Teatro Massimo Bellini è anche direttore artistico. L’interpretazione della partitura del compositore toscano da parte del maestro Carminati è attenta, pulita e decisa, ben accordandosi con la complessa tessitura scenica dello spettacolo. Fondamentale anche il contributo del coro diretto dal maestro Luigi Petrozziello e del coro di voci bianche interscolastico Vincenzo Bellini con la direzione della maestra Daniela Giambra.
L’affresco corale estremamente vivace nei toni, nei colori e nei caratteri che vede i personaggi festeggiare al Café Momus nel secondo quadro ci richiama alla memoria le scene gaudenti delle opere del pittore Henri de Toulouse-Lautrec; ma l’allegria, sul palcoscenico come nella vita, non dura a lungo e così il terzo quadro ci riporta ad un’atmosfera più intimistica che ci condurrà, attraverso i duetti Mimì-Marcello, Rodolfo-Marcello e Mimì-Rodolfo, cui si sovrappone il duetto Musetta-Rodolfo con grande effetto teatrale, al quarto quadro che, dopo l’iniziale quadriglia comica e il finto duello inscenato dai quattro amici, segna l’ampio finale lirico-patetico con il canto ormai evanescente di Mimì che muore e quello straziante di Rodolfo che grida il nome dell’amata inerme sul letto.
Per completezza citiamo le interpretazioni di rilievo di Italo Proferisce, Schaunard, George Andguladze, Colline, Riccardo Palazzo, Parpignol, Andrea Tabili, Benoit e Alcindoro.
LA BOHÈME
Opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
tratto da Scène de la vie de bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini
Mimì Valeria Sepe
Musetta Jessica Nuccio
Rodolfo Iván Ayón-Rivas
Marcello Vincenzo Taormina
Schaunard Italo Proferisce
Colline George Andguladze
Parpignol Riccardo Palazzo
Benoit e Alcindoro Andrea Tabili
Orchestra, coro e tecnici del Teatro Massimo Bellini
Coro di voci bianche Interscolastico “Vincenzo Bellini”
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Maestro del coro Luigi Petrozziello
Maestro del coro di voci bianche Daniela Giambra
Regia Mario Pontiggia
Scene Antonella Conte
Costumi Francesco Zito
Luci Bruno Ciulli
Assistente regia Luca Ferracane
Direttore degli allestimenti scenici Arcangelo Mazza
Assistente ai costumi Giovanna Giogianni
Allestimento del Teatro Massimo di Palermo