Ein deutsches Requiem
La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra organizza anche quest’anno, come di consueto dal 2002, il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, giunto ormai alla XXI edizione. Gli eventi musicali sono in programma dal 12 al 15 novembre nelle basiliche di San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
Dei due abituali appuntamenti di apertura, l’evento serale vede come attori grandi nomi del panorama musicale internazionale: al suo debutto all’interno del Festival, la Bamberger Symphoniker, probabilmente una delle migliori orchestre tedesche del momento, è coadiuvata dalla collaborazione del Coro dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia; alla guida dell’eccellente compagine, il direttore ceco Jakub Hrůša, ospite fisso dell’Accademia nonché direttore principale della Bamberger. A completare un quadro dalle proporzioni pressoché perfette, intervengono due solisti di rilievo nell’ambito lirico internazionale: il soprano Christina Landshamer ed il baritono Konstantin Krimmel, entrambi tedeschi. Infine, protagonista della serata, una perla musicale del periodo romantico, Ein deutsches Requiem, il Requiem Tedesco di Brahms, composizione dalla gestazione annosa e sofferta, proposto al pubblico presente nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, sabato 12 novembre 2022.
Navata piena, hostess e steward accompagnano ai posti gli ultimi spettatori in arrivo. Sono da poco passate le 21 quando fa il suo ingresso il Coro dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia e prende posizione davanti all’altare. Subito dopo, entra la Bamberger Symphoniker che si dispone davanti al coro. Prima di iniziare, è la volta del rituale discorso d’avvio del Presidente della Fondazione, Hans-Albert Courtial, che introduce il festival usando le parole che Papa Paolo VI pronunciò l’8 dicembre 1965 a chiusura del Concilio Vaticano II: “Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione.” Il discorso viene pronunciato sia in italiano che in tedesco e si conclude con un preciso monito da parte del Presidente: “Non concerti, ma elevazioni spirituali”, una puntuale indicazione per l’ascolto che pone il pubblico nello stato adeguato di fruizione del momento musicale.
Riflettendo su Ein deutsches Requiem, tra l’altro, ci si rende conto di quanto sia giusta e pertinente l’affermazione del Presidente. Il Requiem Tedesco di Brahms non segue i canoni tradizionali del Requiem come funzione religiosa composta su testo in latino. Le fonti, infatti, raccontano di una spinta iniziale alla composizione di una dedica per la morte dell’amico Schumann che però non si è concretizzata fino alla morte della madre, evento che ha effettivamente avviato la scrittura dei primi tre movimenti. Questo sta ad indicare, probabilmente, la necessità di elaborare spiritualmente i lutti. Altra peculiarità si ritrova nella scelta dei testi che Brahms fa ricadere su alcuni passi dell’Antico e Nuovo Testamento, deliberatamente selezionati e assemblati dallo stesso compositore al fine di donare specifico significato ad ogni movimento.
E, come per l’inizio di una funzione religiosa, suona una campana che accompagna l’ingresso del M° Jakub Hrůša e delle voci soliste.
Selig sind, die da Leid tragen (Beati coloro che soffrono), è l’incipit del primo movimento del Requiem, un “Moderatamente lento con espressione” (Ziemlich langsam und mit Ausdruck) che i bassi della Bamberger Symphoniker attaccano con estrema morbidezza e precisione. Legato e solenne, il tema iniziale introduce l’ingresso del Coro dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia che colpisce l’orecchio con un attacco in dinamica di piano, creando fin da subito grande suggestione. Appare immediatamente evidente il raffinato lavoro di concertazione effettuato dal M° Hrůša che ha seguito fedelmente le indicazioni presenti in partitura, proponendo così un’esecuzione devota e sincera. L’impegno del Maestro e la professionalità dell’Orchestra si evincono soprattutto nel secondo e terzo movimento, in cui sono presenti cambi di tempo e tonalità per nulla scontati e superati con grande abilità e delicatezza. Da sottolineare l’atmosfera creata dall’ensemble vocale che ha saputo regalare momenti di grande rilievo emotivo con fraseggi morbidi e colori vivi, in particolar modo nei pianissimo e nell’articolazione di alcune parole del testo. Molto piacevole il suono proprio di ogni registro vocale, apprezzabile nei momenti in cui la partitura prevede ingressi sfalsati.
Bellissima e degna di nota la prova del baritono Konstantin Krimmel nel terzo movimento, un Andante Moderato dall’incipit Herr, lehre doch mich (Fammi sapere, o Signore). Krimmel ha una voce uniforme dal timbro brillante e morbido, particolarmente adatta al repertorio sacro e liederistico, non stupisce che sia vincitore di diversi concorsi di livello internazionale. Un plauso particolare si deve al fraseggio, impeccabile e legatissimo, delle battute 33-40 del sesto movimento, il cui testo recita “wir werden nicht alle entschlafen” (non morremo tutti) e in cui il baritono ha dato dimostrazione di ciò che significa cantare sul fiato, eseguendo la frase con un’unica inspirazione iniziale e superando un salto di ottava con estrema leggerezza.
Il quinto movimento è quello dedicato alla voce del soprano. Ihr habt nun Traurigkeit (Anche voi ora siete tristi) è un Langsam, un movimento lento per soprano e coro, che nella gestazione dell’opera è stato aggiunto solo dopo una prima esecuzione parziale dagli esiti poco felici. Qui il soprano Christina Landshamer mostra con naturalezza e disinvoltura l’esperienza che la contraddistingue ed un mezzo vocale avvolgente e piacevole.
Al termine dell’ultimo accordo orchestrale, un intenso silenzio tenuto sospeso dal gesto del Direttore. Poi, l’applauso pieno, lungo e deciso della platea a ringraziare per il prezioso dono artistico ricevuto.
Un’ultima considerazione verso la cornice rappresentata dall’intera Basilica. La bellezza culturale e artistica colpisce e si riflette durante tutta l’esecuzione musicale e, senza dubbio, infonde ulteriore solennità al momento spirituale. Tecnicamente, la maestosità e la varietà degli spazi architettonici, invece, donano speciali vibrazioni alle dinamiche in piano che risultano ancora più efficaci e diffuse in tutta la navata centrale, mentre tolgono produttività ai contrasti dinamici e ai forte e tendono a nascondere le peculiarità dei passaggi segnati come staccati e articolati, soprattutto nel pieno orchestrale. A questo proposito, è ancora più importante sottolineare l’accurato mestiere dimostrato da Jakub Hrůša nella concertazione e la professionalità della Bamberger Symphoniker e del Coro dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia nell’esecuzione.
Sabato 12 novembre ore 21.00
Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura
Johannes Brahms, Ein deutsches Requiem (Requiem tedesco) per soli, coro e orchestra, op. 45
Bamberger Symphoniker
Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Christina Landshamer, Soprano
Konstantin Krimmel, Baritono
Jakub Hrůša, Direttore
Crediti foto © Musacchio & Ianniello