Roméo et Juliette
Al termine della pausa estiva la stagione 2021 2022 della fondazione Petruzzelli riprende con un titolo poco rappresentato nei teatri italiani: Romeo et Juliette di Charles Gounod, tragédie lirique in cinque atti, su libretto di Jules Barbier e Michel Carrer. La genesi dell’opera è quanto mai affascinante e conosce periodi di stasi e rimaneggiamenti da parte del compositore francese, il quale già negli anni quaranta dell’Ottocento aveva pensato di musicare il libretto del celeberrimo Felice Romani, già musicato dal Vaccaj e da Vincenzo Bellini. La prima rappresentazione del capolavoro francese conobbe la luce il 27 aprile del 1867 al Teatre lirique di Parigi, con la regia di Leon Carvalho, il successo fu immediato. L’opera francese, in coproduzione con Opera de Rouen Normandie, Bühnen Bern e Fondazione Petruzzelli è in scena nel Massimo barese fino al 18 settembre. La regia è di Éric Ruf, ripresa da Céline Gaudier. I costumi sono di Christian Lacroix, le scene di Éric Ruf e il disegno luci è affidato a Bertrand Couderc. La regia è discreta e ben delinea l’interiorità dei personaggi attraverso le luci, luminose e chiare nel primo atto e destinate ad affievolirsi con lo snodarsi degli eventi, fino a spegnersi completamente, nel tragico epilogo. I costumi sono vivaci e colorati.
Il maestro Jordi Bernàcer, cui sarebbe stata affidata la direzione, è stato sostituito per i noti motivi riconducibili alla pandemia dal maestro Roberta Peroni, dalla direzione trascinante, con attacchi sempre impeccabili e dal gesto sicuro, in totale sintonia con i cantanti, con cui l’intesa è sempre perfetta. La sua è una bacchetta tesa a valorizzare ogni dinamica, colore e sfumatura. L’orchestra si tinge di eleganza nei momenti festosi, il suono eccelle per compattezza e brillantezza, le sezioni degli archi tratteggiano un voluttuoso, irresistibile, vellutato e languido tappeto sonoro nei celebri duetti tra i due giovani amanti di Verona di secondo e quarto atto. Nel tragico finale la drammaticità raggiunge L’acme. Non meno importante è la compagine vocale, a cominciare dal tenore Ivan Magrì che affronta con determinazione, piglio e perizia L’impegnativa e acuta parte di Roméo. La voce splende per luminosità, gli acuti, ben proiettati, possiedono uno squillo sicuro, il registro vocale si presenta omogeneo e ben timbrato. Il suo è un romeo dolente, follemente innamorato, dal fraseggio cesellato, con impalpabili pianissimo, la linea di canto perfettamente si fonde con quella di Claudia Pavone, in particolare nel duetto di quarto atto, intriso di sempre crescente desiderio d’amore. L’aria Ah, leve toi Soleil le è magistralmente cantata, strappando un più che meritato applauso al termine.
Il soprano vicentino Claudia Pavone, al debutto nel ruolo di Juliette e in sostituzione della collega titolare, sfoggia un corposo strumento vocale lirico e vellutato, dal seducente colore. Il suo canto è lineare e omogeneo, sorretto da buon volume. Il soprano dà vita ad una Juliette e fresca, spensierata e leggera nel celebre walzer Je veux vivre, ma che presto matura nella consapevolezza di un amore impossibile e vittima di un triste destino, contro cui pur vuol reagire con risolutezza e pathos drammatico, dall’accento determinato e deciso nell’aria Amour, ranime mon courage. Fine interprete e sapiente fraseggiatrice, la Pavone convince ed entusiasma senza riserve. Le si augura di annoverare il ruolo di Juliette nel suo repertorio. Ottimo il Tybald di Valerio Borgioni, raro tenore di grazia dall’innato talento e carezzevole timbro, sorretto da un’irreprensibile sostegno del Fiato. Ottimo il Mercutio di Christian Senn, vocalità baritonale ragguardevole e di bel timbro. Voce importante anche quella di Byung Gil Kim il quale, seppur con qualche errore di pronuncia del francese, interpreta un Frère Laurent paterno e rassicurante nel proposito di vegliare e salvare i due giovani innamorati. Di pari bellezza è la voce del mezzosoprano José Maria Lo Monaco, come Stéphano, personaggio en travesti. L’artista dipinge la sua breve canzone Depuis hier je cherche- Que fais-tu, blanche tourterelle, con delicatezza e lirismo. Un’ottima prova anche quella di Rocco Cavalluzzi come Capulet, basso dal bel materiale e colore. Degna di nota è anche la Gertrude, nutrice di Giulietta, impersonata dal mezzosoprano Antonella Colaianni. Corretti Jung Min Kim, Le Duc de Verone, Murat Can Guvem, Benvolio, Marcello Rosiello, Gregorio, Carmine Giordano, Le Comte Paris, Carlo Sgura, Frère Jean. Lodevoli per dolcezza gli interventi del coro del teatro Petruzzelli cui, al pari della tragedia shakespeariana, sono riservati interventi di commento al dipanarsi dei tragici eventi. Mai bastanti sono le lodi per il maestro del coro Fabrizio Cassi. . Il teatro è gremito in ogni suo ordine e il pubblico decreta un travolgente e meritato successo per tutti.
Sulla nostra pagina facebook è disponibile l’intervista con claudia Pavone, al termine della recita.
ROMÉO ET JULIETTE
di Charles Gounod
Opera in cinque atti, su libretto di Jules Barbier e Michel Carré, tratto dalla tragedia “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, del 1596
INTERPRETATO DA
Juliette Claudia Pavone
Roméo Ivan Magrì
Frère Laurent Byung Gil Kim
Mercutio Christian Senn
Stéphano José Maria Lo Monaco
Capulet Rocco Cavalluzzi
Tybalt Valerio Borgioni
Gertrude Antonella Colaianni
Le Duc de Vérone Jungmin Kim
Benvolio Murat Can Guvem
Gregorio Marcello Rosiello
Le Comte Pâris Carmine Giordano
Frère Jean Carlo Sgura