Concerti 2022

Concerto lirico-sinfonico “Arie, sinfonie e cori d’opera”

A pochi giorni dalla conclusione delle celebrazioni in onore di Maria Santissima della Bruna, protettrice della città dei Sassi, presso la maestosa Basilica cattedrale si tiene, come da tradizione, un concerto in suo onore. Quello di quest’anno, tuttavia, segna un’importante svolta nel panorama musicale per la capitale europea della cultura 2019, vale a dire la presenza della nascente orchestra sinfonica di Matera, in collaborazione col conservatorio E. R. Duni, al suo esordio con un concerto lirico sinfonico. A dirigerla è il maestro Pasquale Veleno. Alla serata prendono parte ben quattro cori e due solisti, il soprano Martina Tragni e il tenore Leonardo Gramegna. A prestare la loro voce a indimenticabili pagine verdiane sono: il coro della Polifonica materana Pierluigi da Palestrina, guidato dal maestro Carmine Antonio Catenazzo, il coro dei Cantori Materani diretto dal maestro Alessandra Barbaro, il coro del conservatorio E. R. Duni di Matera e, infine, il coro LaVirgola di Pescara, entrambi guidati dal maestro Pasquale Veleno. Benché risulti difficile formulare un giudizio sulle sonorità orchestrali e vocali in una chiesa, è indubbiamente evidente che l’orchestra si presenta da subito compatta, affiatata, di grande sonorità e potenza. L’auspicio è che col tempo abbia modo di affinare qualche imperfezione e eccessivo clangore specialmente nella sezione delle percussioni. La serata si apre con la Sinfonia dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Il gesto del maestro Veleno è sicuro e i crescendo ben delineati. L’orchestra gode di perfetta intesa con il direttore e la freschezza della musica rossiniana correttamente evidenziata. È quindi il momento di Martina Tragni con l’aria di sortita di Norina dal Don Pasquale donizettiano: Quel guardo il cavaliere. Il giovane soprano sfoggia una vocalità fresca, di bel colore, con un fondo caldo e lirico, gli acuti sono argentei e sicuri, molto d’effetto l’acuto rinforzato nella ripresa della cabaletta So anch’io la virtù magica. La giovane artista sembra affrontare con disinvoltura e agio la scrittura belcantista.

A seguire lo splendido coro Oh Signore dal tetto natio, da I Lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi. I quattro cori, perfettamente amalgamati assieme, si disimpegnano bene nell’eseguire la celebre pagina verdiana, se si eccettuano gli staccati troppo evidenti, i quali tolgono bellezza e velluto alle frasi legate e sul fiato. Al fascino dell’esecuzione manca una direzione maggiormente coinvolgente, che faccia trovare a coro e orchestra una perfetta simbiosi. L’Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni è eseguito molto bene, con morbidezza, trasporto ed espressività. Il tenore Leonardo Gramegna prosegue la serata interpretando Vesti la Giubba da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. L’artista possiede un buono squillo e dà vita a un Canio partecipe e distrutto dalla consapevolezza di essere stato intimamente ferito. Tecnicamente, tuttavia, non si può non notare qualche problema in zona acuta, dove la voce del tenore risulta essere fibrosa e i fiati sono spesso corti, con qualche vocale percettibilmente indietro. A seguire, il celebre coro dei gitani dal secondo atto del Trovatore di Giuseppe Verdi. Con questa breve pagina l’orchestra ritrova il giusto equilibrio sonoro tra le rispettive sezioni. I cori svolgono bene la loro parte. La suite da Carmen di Georges Bizet è molto ben eseguita dall’orchestra sinfonica materana, capace di alternare il brio delle danze di sensuale sonorità ispanica alla levitas del meraviglioso intermezzo dell’atto terzo, dalle dolci melodie introdotte dall’arpa e dal flauto, perfettamente interpretate dalla giovane orchestra molto ben sostenuta e guidata dalla bacchetta del maestro Veleno. L’esecuzione di La vergine degli angeli da La Forza del destino di Giuseppe Verdi segna uno dei momenti più belli e toccanti della serata. I pizzicati in orchestra accompagnano un coro assorto nella preghiera. Il giovane soprano Martina Tragni fa appello alla sua vocalità prevalentemente lirica, avvalendosi di una splendida mezza voce, sostenuta e controllata da un grande dominio del fiato. Ecco quindi tornare il tenore Gramegna con E lucean le stelle. Il suo Mario Cavaradossi colpisce per coinvolgimento interpretativo.

Il tenore sfoggia una bellissima mezza voce al servizio delle intenzioni pucciniane. Si registra qualche nota calante e non correttamente sostenuta dal fiato nel finale dell’aria. La conclusione del concerto è affidata a Verdi, con la maestosa Sinfonia da Nabucco la giovane orchestra è al meglio delle proprie possibilità. Gli attacchi sempre puliti e precisi, il celebre tema del Va pensiero coinvolgente, i trilli eleganti e i fortissimo e crescendo trascinanti. Il celeberrimo coro Va pensiero fa seguito alla sinfonia. Impossibile non lasciarsi travolgere dalla bellezza e immortalità della musica del genio emiliano. I cori svolgono più che bene la prova, superata, sebbene si sarebbe apprezzato un maggior guizzo interpretativo su versi come “oh mia patria, sì bella e perduta”, o il magico spegnersi del suono sfumato sull’ultima nota. Il Brindisi da La Traviata, bissato, conclude la serata tra gli applausi di un pubblico festante. Al termine, la fin troppo facile e scontata retorica del sindaco di Matera indispone: malgrado tante promesse infatti, manca a Matera un degno contenitore culturale, quale un teatro d’Opera, che possa ospitare un concerto come questo. Alla fondazione dell’orchestra sinfonica di Matera, presieduta dal mezzosoprano Giovanna Racamato, si augura una lunga vita e che possa divenire un’effettiva realtà occupazionale per gli studenti del conservatorio Egidio Romoaldo Duni, affinché non siano costretti a inseguire i loro sogni lontani dalla propria terra. Una lode speciale va al direttore del conservatorio Egidio Romoaldo Duni, Saverio Viziello, e alla sua autorevole e illuminata guida, senza la quale questo progetto non si sarebbe probabilmente realizzato.