Spettacoli 2021

La Cenerentola

La Cenerentola di Gioachino Rossini chiude il 2021 del Teatro Comunale di Bologna.

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Antonino Siragusa e Chiara Amarù

Una favola ha sempre una morale, anzi nel caso della Cenerentola scritta da Charles Perrault due, e la seconda recita: “Altra morale: grazia, spirito, coraggio, modestia, nobiltà di sangue, buon senso, tutte bellissime cose; ma che giovano questi doni della Provvidenza, se non si trova un compare o una comare, oppure, come si dice oggi, un buon diavolo che ci porti?” E nel caso di Gioachino Rossini forse le parti sono invertite, e Cenerentola stessa è il buon diavolo che porta il messaggio dell’autore: un’opera buffa che è satira verso una società degradata, piena di falsità ed ipocrisie e che viene derisa con sottile ironia.

Questa Cenerentola firmata da Emma Dante, già vista a Roma nel 2019 è una favola agrodolce, costumi zuccherini e bambolotti che giocano con i mitra, soldatini e ballerini a molla, innocui e capaci, al tempo stesso, anche di atroce cattiveria. Tutto lo spettacolo è ambientato nella grande sala di un bianco palazzo, pieno di finestre, l’attenzione della regista non è tanto sugli elementi scenici ma sui movimenti dei singoli e delle masse che muovono costantemente il palco e creano un piacevole caos. Tutti i personaggi principali sono moltiplicati sul palco da automi che ne ripropongono le movenze e creano una divertente eco visiva grazie alle ispiratissime coreografie di Manuela Lo Sicco. Riuscitissima la scena del ballo dove, a sorpresa, le rivali di Cenerentola brandiscono armi da fuoco per cercare di sbarazzarsi della protagonista del ballo. I costumi a cura di  Vanessa Sannino hanno una piacevole estetica pop, che rimanda al mondo giapponese, bella la scelta di creare una Cenerentola-Gothic Lolita per il grande ballo. Perfette le luci di Cristian Zucaro che suggeriscono i colori del crepuscolo alternati a momenti di piena luce. 

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Gabriele Sagona e Chiara Amarù

Di grande interesse il versante musicale dello spettacolo.
Chiara Amarù è Angelina, una Cenerentola perfettamente riuscita. Molto musicale la linea di canto, caratterizzata da un timbro ambrato e screziato di suggestivi chiaroscuri. L’interprete è assai fantasiosa e convince sia nei momenti più lirici (su tutti la canzone “Una volta c’era un re” nella quale l’artista infonde la giusta combinazione di malinconia e di mestizia) sia nei passaggi più virtuosistici, dove un’invidiabile controllo della tecnica consente di sgranare le agilità con gusto e perfetta aderenza stilistica (come, ad esempio, nel rondò finale). Il fraseggio, poi, è sempre sfumato ed accattivante così come la presenza sulla scena, deliziosa e coinvolgente.

Notevole anche il Don Ramiro di Antonino Siragusa. Il tenore, assoluto specialista di questo repertorio, brilla grazie ad una voce ben proiettata e ad un mezzo compatto che sale con facilità in acuto, sempre squillante e penetrante. La celebre aria di secondo atto “Sì, ritrovarla io giuro” viene affrontata con notevole souplesse e sicurezza. Scenicamente elegante, il “suo” suo principe suscita tenerezza ma, ad un contempo, risulta impavido e deciso nel ritrovare la misteriosa dama dopo la sua fuga dal ballo.

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Antonino Siragusa e Chiara Amarù

Vincenzo Taormina, nei panni di Don Magnifico, sa trovare il giusto connubio tra ironia e sadica cattiveria (nello spettacolo di Emma Dante viene più volte sottolineata la sua prepotenza anche fisica nei confronti di Angelina). Il fraseggio è irresistibile, in ogni parola un accento intenso ed variegato. La linea di canto sempre sotto controllo, suona sempre duttile e ben tornita. Da vero mattatore la presenza scenica, che diverte attraverso una comicità moderna e non grottesca.

Ottima impressione suscita Andrea Vincenzo Bonsignore nel ruolo di Dandini. Una prova perfettamente riuscita grazie ad una linea vocale fresca e malleabile, che si arrampica, tra l’altro, spavalda e morbidissima nelle regioni più acute dello spartito. L’interprete è godibilissimo grazie ad un accento espressivo e caricato di simpatica verve comica. Rileva inoltre l’ottima capacità attoriale dell’artista, che si muove sempre con disinvolta naturalezza sul palco.

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Aloisa Aisemberg, Andrea Vincenzo Bonsignore e Sonia Ciani

Ben riuscito anche l’Alidoro di Gabriele Sagona, solenne e ieratico quanto basta grazie ad un timbro scuro e vellutato, una linea vocale omogenea e un accento scolpito. Di rilievo l’esecuzione della sua meravigliosa aria “Là del ciel nell’Arcano profondo” dove l’artista esibisce, tra l’altro un raffinatissimo controllo del canto di coloratura.

Simpaticissime le sorellastre impersonate da Sonia Ciani e Aloisa Aisemberg, rispettivamente Clorinda e Tisbe. Scenicamente travolgenti, volutamente sopra le righe, evidenziano ottime doti attoriali; vocalmente sanno essere pungenti e graffianti nel fraseggio, vocalmente rilevanti per un registro acuto ben appoggiato (Ciani) ed un mezzo corposo e vibrante nei centri (Aisemberg).

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Vincenzo Taormina

Dal podio il Maestro Nikolas Nägele fa rivivere la partitura con tinte pastello e sonorità vaporose; meglio riusciti forse i momenti più lirici, mentre i concertati richiederebbero forse un po’ più di nerbo. Rileva, ad ogni buon conto, una buona capacità di sorreggere le voci alle quali vengono accordate, tra l’altro, nelle riprese, variazioni di gusto e sempre stilisticamente pertinenti. Da par suo l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, ottiene sonorità rarefatte e mai prevaricanti rispetto a quanto accade sul palco.

Di buon livello la prova del Coro, qui impegnato nelle sole sezioni maschili, del Teatro Comunale di Bologna, diretto con mano sicura ed esperta da Gea Garatti Ansini.

Il titolo, tra i più celebri di Rossini, viene accolto al termine con grandi e ripetuti applausi da parte dal numeroso pubblico, già visibilmente divertito durante l’esecuzione.
Si conclude così una stagione musicale complessa e ora si attende la grande inaugurazione, a gennaio, di quella che, incrociando le dita, sarà una stagione ricca di titoli imperdibili.

LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti su libretto di Jacopo Ferretti
Musica di Gioachino Rossini

Angelina Chiara Amarù
Don Ramiro Antonino Siragusa
Dandini Andrea Vincenzo Bonsignore
Don Magnifico Vincenzo Taormina
Clorinda Sonia Ciani
Tisbe Aloisa Aisemberg
Alidoro Gabriele Sagona

Orchestra, coro e tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Nikolas Nägele
Maestro del coro Gea Garatti Ansini
Regia Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Luci Cristian Zucaro
Movimenti coreografici Manuela Lo Sicco
In collaborazione con la Scuola di Teatro Alessandra Garante Garrone
Produzione del Teatro dell’Opera di Roma

FOTO ANDREA RANZI (CASALUCCI-RANZI)