“Schiava e Regina”, la storia curiosa della prima opera composta da una donna spagnola
Non è raro scoprire tra gli scaffali polverosi di qualche biblioteca una partitura operistica dimenticata, un autentico tesoro che si pensava perduto per sempre. In Spagna è accaduto proprio questo nel 2017: una tesi di dottorato presso l’Università Autonoma di Barcellona ha permesso di ritrovare, a distanza di oltre un secolo, la prima opera lirica composta da una donna spagnola per un teatro del paese iberico. Si sta parlando di Maria Luisa Casagemas Coll, vissuta tra il 1873 e il 1942 e figlia del viceconsole degli Stati Uniti a Barcellona: l’opera si chiama invece “Schiava e Regina” e ora gli esperti dell’ateneo catalano ne hanno valutato la qualità, visto che si è sempre parlato della musicista come di una bambina prodigio.
Casagemas, celebre anche come violinista, riuscì a comporre più di 300 opere, nonostante se ne conoscano un centinaio e ne siano state conservate appena 48. La partitura era stata custodita da Francesc Bofill, il quale l’aveva ereditata dai nonni materni, amici del fratello di un altro compositore, Francesc de Paula Sanchez, a sua volta maestro della Casagemas e destinatario della dedica del lavoro. L’epoca della composizione è compresa tra il 1879 e il 1881, dunque quando la barcellonese aveva tra i 16 e i 18 anni. “Esclava y Reina” ha dunque un fascino unico, reso ancora più avvincente dal fatto che un attentato anarchico bloccò la rappresentazione prevista al Teatro Liceu.
Nel 1893 il re spagnolo era Alfonso XIII di Borbone, anche se in quel periodo la reggenza era stata affidata alla madre Maria Cristina. La decisione fu drastica e per evitare altri disagi si pensò di chiudere i teatri di Barcellona, dunque Casagemas fu costretta ad accontentarsi di qualche applauso in alcune sale e al Palazzo Reale di Madrid, luoghi scelti per eseguire diversi brani di fronte agli aristocratici dell’epoca (una sorta di compensazione per la cancellazione del debutto). Secondo quanto affermato dal Dipartimento Universitario che ha assegnato la tesi di dottorato, se la compositrice fosse nata in Francia sarebbe poi diventata una figura immensa e da ricordare per sempre.
La qualità dell’opera di Casagemas è certificata dal fatto che “Schiava e Regina” sia stata premiata nel corso dell’Esposizione Universale di Chicago, proprio nel 1893 (fu la cosiddetta “World’s Columbian Exposition”), un onore che non veniva concesso a tutti i musicisti. La première era in programma per il 7 novembre di quell’anno, ma il ritrovamento di un ordigno nella platea del Liceu cambiò la storia dell’opera in maniera decisiva. Il libretto era stato curato da Josep Barret: l’opera si compone di tre atti e lo scorso 27 ottobre c’è stata la prima rappresentazione di alcune arie e duetti per soprano e tenore. In questo caso si è deciso di puntare sul Teatro de Sarrià di Barcellona.
Il lavoro completo dura circa due ore. Ma di cosa parlava esattamente “Schiava e Regina”? Il titolo fa intuire qualcosa, in effetti la compositrice spagnola fu attratta dalla storia del mago Budù, a cui viene conteso l’amore per la giovane schiava Pamira dal principe Zelmiro. La trama venne ambientata in Persia, con vicende sentimentali ed elementi magici e intriganti alternati in maniera ideale. Inoltre, Casagemas presentò un’opera che in quel periodo storico veniva considerata “all’italiana”.
Il diario della musicista catalana è stato fondamentale per ricostruire la sua carriera. Si parla, come già anticipato, di oltre 300 composizioni e le uniche conservate fanno riferimento all’epoca in cui la donna aveva tra i 18 e i 20 anni, dimostrando quanto fosse prolifica dal punto di vista produttivo. Dopo questa delusione, poi, si sposò con un aristocratico e si dedicò ai figli, quattro dei quali morirono purtroppo di tifo. Il salone della scrittrice Emilia Pardo Bazan le consentì di far conoscere le proprie composizioni, ma non ebbe più tempo per dar vita a nuove opere. Dopo essere rimasta vedova nel 1924, morì diciotto anni dopo.
Si possono trovare molte somiglianze tra la storia di Maria Luisa Casagemas e quella di Carolina Uccelli: quest’ultima fu sicuramente una delle compositrici più apprezzate nel nostro paese, oltre che una delle migliori amiche di Gioachino Rossini. L’origine nobile fu probabilmente determinante per l’avvio della carriera musicale, anche se bisogna ammettere che la compositrice fiorentina aveva talento, come ben testimoniato dal giudizio di un critico a lei contemporaneo, il francese Henri Blanchard: Una signora italiana, una Corinne dai piccoli piedi, che improvvisa a piacimento qualsiasi tipo di musica strumentale e vocale.