Aida
Come unico titolo operistico della rassegna Regio Metropolitano il Teatro Regio di Torino propone Aida di Giuseppe Verdi all’Auditorium “Giovanni Agnelli” del Lingotto per celebrarne il 150° anniversario della prima assoluta e in occasione del 100° anniversario dalla morte di Enrico Caruso. Ogni tanto, bisogna proprio ammetterlo, godersi un’opera in forma di concerto fa veramente bene. Fermo restando che l’opera è lo spettacolo più completo e che contiene in sé tutte le arti, l’ascolto di solo note e parole, quando si hanno di fronte eccellenti musicisti come in questo caso, consente di cogliere sfumature o notare dettagli che rischiano di rimanere sommersi da tutto ciò che accade durante un’esecuzione con regia, costumi e scenografie. Si lascia modo alle sensazioni mutuate dalla musica di permeare lo spettatore e alla mente di spaziare e creare attorno a quelle sensazioni. I balletti, la stessa marcia trionfale, ma non solo, conquistano e trasportano con grande potenza anche grazie alla direzione serrata e cerebrale di Pinchas Steinberg. Egli tiene letteralmente a bacchetta l’intera compagine orchestrale e corale (quest’ultima come sempre preparata egregiamente da Andrea Secchi). La cerebralità non si traduce mai in freddezza ma piuttosto restituisce alla partitura una qual certa intimità che in produzioni opulente e (anche troppo) ricche di orpelli di quest’opera spesso viene persa in favore di spettacolarità e magnificenza.
Il cast di voci è prestigioso e interessante e se non convince in ogni suo elemento il risultato complessivo risulta entusiasmante. Angela Meade torna a Torino dopo “I Lombardi alla prima crociata”: la voce è potente, saettante, ma l’intonazione lascia a desiderare e un vibrato fastidioso e pervasivo rendono poco piacevole l’ascolto, l’interprete è inoltre generica e monocorde, il ruolo di Aida merita più colori. Radamès è un temerario Stefano La Colla il cui squillo e il cui affascinante timbro solare, convincono e gli assicurano un plauso convinto. Da parte nostra si nota solo qualche nota del registro acuto non perfettamente a fuoco ma ciò non inficia eccessivamente una buonissima prova. Anna Maria Chiuri fa suo completamente il ricco e sfaccettato ruolo di Amneris; La parte le consente di dimostrare la sicurezza dell’emissione e il suo talento di interprete, nel quarto atto in particolare, dove riesce a trasportare completamente nel mondo emotivo della sfortunata principessa egizia. Amartuvshin Enkhbat è un Amonasro di lusso per qualità e quantità di voce e rende molto bene la granitica risolutezza del re etiope. Dmitry Belosselskiy è un Ramfis di sicuro effetto. Convincono anche il robusto Re di Antonio di Matteo e la precisa e fascinosa Sacerdotessa di Ashley Milanese. Corretto il Messaggero di Francesco Pittari.
L’entusiasmo del pubblico che (quasi) riempie la sala dell’Auditorium del Lingotto è grande e saluto calorosamente tutti gli interpreti.
Sulla nostra pagina Facebook è inoltre disponibile la conversazione di Anna Maria Chiuri sul personaggio di Amneris.
Aida
Opera in quattro atti
Libretto di Antonio Ghislanzoni
Esecuzione in forma di concerto
Musica di Giuseppe Verdi
Pinchas Steinberg direttore
Angela Meade Aida
Stefano La Colla Radamès
Anna Maria Chiuri Amneris
Amartuvshin Enkhbat Amonasro
Dmitry Belosselskiy Ramfis
Antonio Di Matteo Il re
Ashley Milanese Una sacerdotessa
Francesco Pittari Un messaggero
Andrea Secchi maestro del coro
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Foto di Andrea Macchia cortesia del Teatro Regio