L’elisir d’amore
«Giovane, prendi e leggi. Se potrai arrivare sino alla fine di quest’opera sarai capace di capirne una migliore. Io mi sono proposto più che d’istruirti di esercitarti e perciò m’importa poco che tu adotti le mie idee o che le rifiuti purché esse abbiano ricevuto tutta la tua attenzione. Uno più esperto di me t’insegnerà a conoscere le forze della natura; a me basterà di averti fatto mettere alla prova le tue». Nel 1753, nell’introduzione ai “Pensieri sull’interpretazione della natura” Denis Diderot si rivolge così ai suoi giovani lettori. Credere nell’educazione e nella crescita dei giovani è proprio l’obbiettivo che si propone l’ “Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici” del Teatro Carlo Felice di Genova che si avvale della direzione artistica del tenore genovese Francesco Meli, tra le massime personalità del teatro lirico internazionale. Un progetto nato nel marzo 2021, fortemente voluto dal Sovrintendente del teatro, Claudio Orazi, e che ha visto il coinvolgimento di importanti musicisti a livello internazionale, quali Elizabeth Norberg-Schulz, Giulio Zappa, Roberto De Candia e Serena Gamberoni.
L’ allestimento scelto per questa occasione speciale è quello pensato da Emanuele Luzzati nel 1994 e che ha visto il debutto nel 2004 del Nemorino di Francesco Meli. La regia di Davide Garattini Raimondi deve fare oggi i conti con le inevitabili norme di distanziamento che portano, ad esempio, alla comparsa delle mascherine per il coro. Nel complesso visivamente resta una spettacolo assolutamente piacevole e godibile, una fiaba di cartone impreziosita dai costumi di Santuzza Calì qui ripresi da Elena Pirino. La scena, che non dimostra il peso dei suoi ventisette anni, è resa ancora più suggestiva dal comparto luci pensato da Luciano Novelli e ripreso da, Angelo Pittaluga
La compagnia di canto è composta da giovanissimi artisti, quasi tutti debuttanti nel ruolo.
Claudia Muschio, Adina, sfoggia un coté virtuosistico di tutto rispetto, mostra un mezzo dal bel colore chiaro, che sale facilmente al registro acuto e sovracuto (come nell’aria conclusiva). Sotto il versante interpretativo la sua è una villanella capricciosa, spigliata e disinvolta sulla scena.
Nel ruolo di Nemorino Nico Franchini, giovane tenore che ha già preso parte ad alcune produzioni operistiche in questi ultimi anni. La voce è davvero interessante, contraddistinta da buona intonazione, omogeneità tra i registri e adeguata proiezione del suono che si espande senza particolari difficoltà nella vasta sala del Carlo Felice. Gradevole l’interprete, un giovane ingenuo ed innamorato che sa conquistare sin da subito la benevolenza del pubblico. Un artista promettente che ci auguriamo di poter ascoltare nuovamente dopo aver acquisito maggiore esperienza sui palcoscenici.
Anche Alberto Bonifazio, Belcore, non è nuovo alla frequentazione delle scene. Scenicamente accattivante, conquista il pubblico per il suo incedere fiero e comicamente pieno d’orgoglio. Vocalmente interessante, dotato di facile squillo e controllo delle dinamiche, fraseggio variegato ed intenso, soprattutto nel finale primo atto.
Spassosissimo il Dulcamara di Francesco Auriemma, caratterizzato da vis comica irresistibile, senza cadute nel gigionesco, musicale e puntuale nel sillabato e nel canto d’agilità. Godibilissimo sulla scena grazie, tra l’altro, al bellissimo costume variopinto, quasi fosse sbalzato fuori direttamente dalle scene di Luzzati.
Delicatissima e dotata di ottima musicalità la Giannetta di Giulia Filippi, ottimamente a fuoco soprattutto nella scena con Nemorino e le altre villanelle di secondo atto.
Godibilissimo il mimo danzatore di Luca Alberti, costantemente impegnato a dimenarsi nelle numerose coreografie che lo vedono protagonista sul palcoscenico con grande agilità e scioltezza nei movimenti.
Alessandro Cadario, Maestro Concertatore e Direttore d’Orchestra, ha il grande pregio, non scontato, di eseguire la partitura senza tagli nella sua integralità. Una direzione, la sua, puntuale nella scelta dei tempi, sobria e rispettosa della tradizione esecutiva donizettiana.
L’Orchestra del Teatro Carlo Felice è apparsa in buona forma e mediamente corretta nel rispetto delle indicazioni del Maestro.
Puntale l’intervento del Coro del Teatro Carlo Felice, guidato dal Maestro Francesco Alberti, impegnato anche nell’esecuzione di coreografie che fanno da sfondo all’azione scenica.
Tripudio finale per gli artisti alla ribalta, già salutati da calorosi applausi durante l’esecuzione, da parte di un teatro esaurito (nel numero dei posti consentiti dalla normativa Covid) dove si contava la presenza di tantissimi giovani, sempre un bellissimo segnale per il futuro del teatro d’opera. Anche il Carlo Felice è dunque tornato a brillare dopo il difficile anno di chiusura e ha lanciato un bellissimo messaggio di spensieratezza e leggerezza di cui mai come oggi tutti noi abbiamo bisogno.
L’elisir d’amore
musica di Gaetano Donizetti
libretto di Felice Romani
Maestro concertatore e Direttore Alessandro Cadario
Regia Davide Garattini Raimondi
Assistente alla regia Anna Aiello
Scene Lele Luzzati
Costumi Santuzza Calì
ripresi da Elena Pirino
Luci Luciano Novelli
riprese da Angelo Pittaluga
Mimo danzatore Luca Alberti
Allestimento del Teatro Carlo Felice
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti
Adina Claudia Muschio
Nemorino Nico Franchini
Belcore Alberto Bonifazio
Dulcamara Francesco Auriemma
Giannetta Giulia Filippi
FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DEL TEATRO