Bottesini, il Paganini del contrabbasso
Dopo la riproposta del raro Zanetto di Mascagni, la Stagione Sinfonica 2021 al Teatro Filarmonico di Verona prosegue con un interessante concerto, l’ottavo, che vuole riportare alla ribalta un compositore, a molti noto solo per aver diretto la prima rappresentazione, nel 1871 al Cairo, dell’ Aida di Giuseppe Verdi.
In realtà Giovanni Bottesini non fu solo questo.
Figlio di un clarinettista, iniziò all’età di cinque anni lo studio della musica e nel 1831 entrò al Conservatorio di Milano dove studiò sotto la guida di Luigi Rossi per il contrabasso e per la composizione Nicola Vaccaj, Gaetano Piantanida, Francesco Basily e Pietro Ray. Nel 1840 diede il suo primo concerto da solista al Teatro Comunale di Crema, la sua città di nascita, e si esibì nei principali teatri italiani fino al 1846, quando si imbarcò insieme a Luigi Arditi per una tournée internazionale che lo portò a esibirsi nelle sale di New York, San Pietroburgo, Parigi, Londra; all’Avana divenne primo contrabassista dell’orchestra e fece anche rappresentare, con successo, una sua opera Cristoforo Colombo. Fu vivamente apprezzato come direttore d’orchestra, infatti dal 1855 al 1857 fu direttore al Théâtre des Italiens di Parigi, dove anche lì presenterà un suo lavoro L’assedio di Firenze (1856); dal 1861 al 1863 fu direttore al Teatro Bellini di Catania.
Dopo ulteriori tournée e un prolungato soggiorno a Londra, nel 1899 (l’anno della sua morte), su proposta di Giuseppe Verdi che espresse parole di elogio per la sua direzione di Aida, fu nominato Direttore del Conservatorio di Parma. Oltre ai lavori scritti per il suo strumento dove figurano, fra l’altro, studi e fantasie su motivi di opere liriche, la sua produzione vanta sette opere; oltre a quelle citate il suo catalogo comprende Il diavolo della notte (Milano, 1858), Marion Delorne (Palermo, 1862), Alì Babà (Londra, 1871), Ero e Leandro (Torino, 1879), La Regina di Nepal (Torino, 1880); si produsse anche nella composizione di un’operetta Vinciguerra il bandito, rappresentata nel Principato di Monaco e a Parigi nel 1870. Rimangono inoltre i manoscritti di quattro opere, che non vennero mai rappresentate, Azaele, Cedar, Graziella e Babele.
La sua produzione vanta musica sinfonica, sacra e da camera, opere contrassegnate da un esperto ecclettismo, come il Concerto numero 1 per contrabasso e Orchestra in sol minore dimostra ampiamente. Anche i brani proposti nella seconda parte della serata, l’Ouverture da Ali Babà e la Sinfonia da Il Diavolo nella notte denotano una tradizione melodrammatica tipicamente italiana, l’elaborazione armonica e strumentale delle partiture risultano elaborate e accurate. Assai affascinante l’ascolto di Il Nilo, da Notti arabe, che avrebbe meritato di essere eseguito nella sua integralità, tale il fascino sprigionato da questo due brano. Del pari affascinante il brano L’Alba sul Bosforo.
Sebastiano Rolli dirigeva una scatenata Orchestra della Fondazione Arena di Verona, che dopo l’ottima prova di Antologia Verista e Zanetto, dimostra il grande lavoro che sta svolgendo per essere la compagine di prim’ordine quale merita di essere. Il giovane direttore, profondo conoscitore della musica di Bottesini, da una lettura infiammata e appassionata del Concerto per contrabasso e Orchestra, in questo coadiuvato da quel mostro di bravura che risponde al nome di Giuseppe Ettorre, che ha elettrizzato il pubblico in sala con i suoi virtuosismi e che, alla fine del concerto, è esploso in un fragoroso applauso. Non è solo l’abilità tecnica che sbalordisce nel primo contrabbasso solista del Teatro alla Scala ma la bravura nel cavar fuori da uno strumento imponente come il contrabbasso suoni al limite della perfezione, dalle regioni gravi a quelle acutissime.
Nei brani della seconda parte Sebastiano Rolli ha saputo dare il giusto peso ai brani operistici, mentre nelle Notti arabe ha trasportato l’ascoltatore fra i sinuosi flutti del Nilo e nelle delicate nuances del Bosforo, con suoni ovattati di grande fascino sonoro.
Come scritto sopra grandissimo successo e due fuori programma, sempre di Bottesini, la dolcissima Romanza drammatica e la delicata Piccola preghiera, quest’ultima quasi un sussurro, che l’orchestra ha eseguito con accenti di grande commozione.
Fondazione Arena di Verona – Teatro Filarmonico
Stagione Sinfonica 2021
Bottesini, il Paganini del Contrabbasso
Sebastiano Rolli Direttore
Giuseppe Ettorre Contrabbasso
Giovanni Bottesini
(Crema 1821 – Parma 1889)
Concerto n. 1 in sol minore per contrabbasso e orchestra
Ouverture, da Alì Babà
Il Nilo – L’Alba sul Bosforo, da Notti arabe
Ouverture, da Il diavolo della notte
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Verona, Teatro Filarmonico, 14 maggio 2021
©Foto Ennevi