Antologia Verista – Zanetto
Antologia Verista e Zanetto hanno riaperto le porte al pubblico del Teatro Filarmonico di Verona.
Dopo i lunghi, sofferti mesi della chiusura finalmente Fondazione Arena di Verona ha potuto riaprire le sale del Teatro Filarmonico per quello che comunque sarebbe stato l’ultimo titolo in cartellone prima della pausa estiva areniana; l’applauso spontaneo, al comparire dell’Orchestra ha provocato in molti di loro una evidente emozione .
Interessante proposta il raro titolo Zanetto, di Pietro Mascagni, composto nel 1896 e rappresentato al Liceo Musicale Rossini di Pesaro; lo spettacolo è stato preceduto da un’antologia di famosi brani di autori del periodo cosiddetto Verista.
L’idea registica di Alessio Pizzech, che riprende un suo precedente allestimento del 2015 al Teatro Goldoni di Livorno, elimina intelligentemente, ogni riferimento rinascimentale e immagina la vicenda in un sogno onirico, un raffinato quadro stile Liberty, avvicinandosi, così, più alla musica e alla sua derivazione francese che alla storia, dove Zanetto assume le sembianze di un cupido a metà fra Eros e Tanathos, una proiezione del lato umano perduto di Silvia, un faccia a faccia fra due metà, come affermato dallo stesso regista nelle note di sala; il finale rimane aperto, Silvia ha congedato Zanetto, ovvero l’altra sua metà, riappare il giovanotto che all’inizio era fra le lenzuola di Silvia, l’ultimo dei suoi amanti seguito subito dopo dallo stesso Zanetto che sparge sul corpo di lei, distesa nel letto, petali di rose; la fanciulla si risveglierà o rimarrà in un sonno di oblio e morte?
Molto eleganti le scene firmate da Michele Olcese, come i costumi di Silvia Bonetti; perfetto il gioco di Luci del sempre bravo Paolo Mazzon.
Musicalmente, Zanetto, è un’opera che, pur nella sua brevità, alterna pagine riuscite (gli ariosi di Silvia sono piuttosto belli) a lunghi recitativi, parecchio difficili sia per l’orchestra che per le voci, che spezzano il flusso di una debole trama in blocchi che fanno fatica a stare saldi fra loro.
Per un’operazione come questa era necessario un conoscitore di rango di queste partiture e la scelta di Valerio Galli, che in questo repertorio ha ben pochi rivali, è stata ripagata da un’interpretazione maiuscola; i vari blocchi che costituiscono Zanetto sono stati incasellati alla perfezione senza mai perdere di vista il flusso narrativo; dagli abbandoni lirici ai grandi declamati, ogni minuzia della partitura è stata messa in risalto. Elegentissimo e perfettamante a suo agio nell’affrontare i brani che aprivano lo spettacolo, inquadrati sapientemente come singoli da pezzo da concerto, del tutto estrapolati dal loro contesto; complice nella riuscita, ed è doverosissimo sottolinearlo, l’Orchestra della Fondaziona Arena di Verona in autentica serata di grazia che grazie ad attacchi perfetti, suoni puliti e grande coesione d’insieme, i vari brani sono stati ora brillanti, come nel caso della Sinfonia da Le Maschere di Mascagni, o tenui e ovattati come nel Preludio al III atto de La Wally di Alfredo Catalani; punte di diamante l’esecuzione struggente, al limite della commozione, dell’Intermezzo da Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e l’Intermezzo dalla Cavalleria rusticana.
Donata D’annunzio Lombardi e Asude Karayavuz sono dotate di bel timbro, limitato volume e discreta tecnica che consente loro di venire a capo con onore, e questo va ascritto, di una scrittura impervia come quella di Zanetto; quello che manca è il senso della frase, quella dizione che il canto di conversazione richiede innanzitutto in opere di questo periodo (metà e oltre della parte si gioca proprio sul declamato); entrambe molto eleganti in scena hanno comunque convinto il pubblico che ha riservato loro numerosi applausi di consenso.
Molto bene anche il Coro della Fondazione Arena di Verona diretto da Vito Lombardi, pur nella breve parte a loro assegnata.
Successo alla fine, non solo di stima, o perché si tornava a teatro, ma vero, intenso, con lunghe chiamate al proscenio per tutti gli artisti; una doppia vittoria per Fondazione Arena.
Fondazione Arena di Verona – Stagione Lirica 2021
Teatro Filarmonico
Antologia verista
Direttore Valerio Galli
Pietro Mascagni
Sinfonia da Le Maschere
Alfredo Catalani
Preludio atto III da La Wally op. 57
Pietro Mascagni
Intermezzo atto III (Il Sogno) da Guglielmo Ratcliff
Francesco Cilea
Intermezzo atto II da Adriana Lecouvreur
Pietro Mascagni
Intermezzo da Cavalleria rusticana
Zanetto
Opera in un atto
Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni
Personaggi e interpreti
Zanetto Asude Karayavuz
Silvia Donata D’Annunzio Lombardi
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Direttore Valerio Galli
Maestro del Coro Vito Lombardi
Regia Alessio Pizzech
Assistente alla regia Lorenzo Lenzi
Scene Michele Olcese
Costumi Silvia Bonetti
Luci Paolo Mazzon
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona
Verona, Teatro Filarmonico, 9 maggio 2021
©Foto Ennevi