Il barbiere di Siviglia (streaming)
Dopo un bel concerto per l’apertura della Stagione 2021 della Fondazione Arena di Verona, il Teatro Filarmonico propone, come opera di inaugurazione, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.
Spettacolo gradevole con molte idee azzeccate, fortunatissima produzione del 2015 della Fondazione Arena con la regia di Pier Francesco Maestrini e la scenografia animata di Joshua Held; originale, se non unico, perché i personaggi veri interagiscono con la visualizzazione animata dei cartoni diversamente usati da come li intendiamo solitamente. Già nell’overture vediamo proiettata la figura di un Rossini pingue e buffissimo che a letto, il compositore è risaputo amava oziare, compone l’opera all’ultimo minuto poco prima dell’alzarsi del sipario e che consegna lo spartito al direttore, dopo che gli orchestrali si sono lamentati perché sul leggio non c’è alcunchè. Quando l’opera prende forma, i personaggi non sono altro che una caricatura fisica, anche nei costumi, di Rossini stesso; sono tutti piuttosto grassi, infatti, e portano divertenti e impossibili parrucche settecentesche. Il gioco drammaturgico efficace dello spettacolo consiste appunto non solo nella proiezione del cartone ma nel continuo scambio dei personaggi con i fumetti, il tutto realizzato con estrema cura e rilevante senso umoristico, non mancando di citare scene cinematografiche di comune memoria, come Rosina sdraiata su un letto di rose, da American Beauty. Piacevolissimo e molto divertente il travestimento del Conte del secondo atto, non più don Alonso ma bensì Pavarotto, un garbato omaggio all’indimenticato Luciano Pavarotti. Se proprio bisogna trovare un appunto è che tutto questo in molti momenti distrae la concentrazione che si deve in primo luogo alla musica e al canto, ma non è poi cosa così grave, perché il prodotto è ben fatto e divertente, e allora piuttosto di assistere a scialbi spettacoli, meglio quest’opzione.
Direzione sicura, brillante, come oramai ci ha abituati Francesco Ivan Ciampa, che decide saggiamente di seguire l’edizione critica, le tonalità originali e tutti i tagli riaperti, tranne che per l’aria “Cessa, di più resistere”. I recitativi sono esemplari e l’accompagnamento nei confronti dei cantanti è il perfetto esempio di come un direttore dovrebbe trattare il palcoscenico per ottenere sempre una solida coesione nei singoli come negli assieme. Ouverture briosa, arie accompagnate da gran senso della misura anche per quanto riguarda le variazioni, un Finale I strepitoso, spumeggiante nell’esecuzione, come nelle immagini, l’intermezzo del temporale.
Lo asseconda un’orchestra in forma eccellente, che sa reggere tempi di travolgente vitalità.
Essendo questa la recensione di uno spettacolo trasmesso in streaming bisogna valutare l’esecuzione vocale tenendo presente limiti, pregi e difetti che, appunto, lo streaming comporta. La microfonazione, sicuramente, aiuta i cantanti, che non devono forzare la voce ma, per verso contrario, non può stabilire se, in sala, la voce corre o se viene coperta dall’orchestra.
Cast nel complesso omogeneo e di buon livello, tranne un’eccezione.
Francisco Brito, infatti, offre una prova un po’ deludente rispetto a quella offerta lo scorso anno nei panni di Lindoro, nell’ultima opera con pubblico, L’italiana in Algeri, proprio qui a Verona; l’emissione e l’appoggio risultano parecchio problematici, abbastanza corrette le agilità di grazia ma in quelle di forza la voce perde di smalto e in zona acuta si ascoltano suoni fibrosi, la voce andando indietro, frutto appunto di un’emissione con lacune tecniche che stanno mettendo a rischio una voce per altri versi interessante.
Mario Cassi, Figaro, molto corretto e in buona forma vocale, sicuro e svettante negli acuti, molto misurato in scena e al contempo simpatico e accattivante.
Ottima la Rosina di Chiara Tirotta, bella voce e bel colore, sicura in ogni registro, soprattutto in quello acuto, scenicamente deliziosa, civettuola e languorosa quanto basta per non risultare stucchevole; eccellente la scena della lezione di canto, con variazioni di ottimo gusto e sapientemente eseguite.
Gustosissimo Carlo Lepore nei panni di don Bartolo, personaggio splendidamente interpretato e cantato, molto sicuro anche nel difficilissimo sillabato della sua aria.
Ottimo Riccardo Fassi come don Basilio, anche lui molto misurato sulla scena, senza per questo perdere un etto di simpatia e dal canto sicuro e rifinito.
Molto buona la prova di Daniela Cappiello nei panni di Berta, dagli interventi nel Finale I alla sua aria, eseguita in maniera impeccabile.
Corrette le prove di Nicolò Ceriani e Omar Kamata, rispettivamente Fiorello e un Ufficiale.
Molto bene anche il coro, ben preparato da Vito Lombardi, nei brevi interventi a loro affidati.
TEATRO FILARMONICO
Stagione 2021
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Melodramma buffo in due atti
Libretto di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini
PERSONAGGI E INTERPRETI
Il Conte d’Almaviva – Francisco Brito
Bartolo, dottore in medicina – Carlo Lepore
Rosina, pupilla di Bartolo – Chiara Tirotta
Figaro, barbiere – Mario Cassi
Basilio, maestro di musica – Riccardo Fassi
Berta, cameriera di Bartolo – Daniela Cappiello
Fiorello, servitore d’Almaviva – Nicolò Ceriani
Un ufficiale – Omar Kamata
Orchestra Coro e tecnici dell’Arena di Verona
Maestro del Coro, Vito Lombardi
Direttore, Francesco Ivan Ciampa
Regia, Pier Francesco Maestrini
Scenografia animata e costumi, Pier Francesco Maestrini e Joshua Held
Luci, Paolo Mazzon
Allestimento della Fondazione Arena di Verona
Verona, Teatro Filarmonico, 31 gennaio 2021
Diretta streaming
©Foto Ennevi