Spettacoli

Norma – Teatro Massimo Bellini, Catania

Nel 190° anniversario della morte di Vincenzo Bellini la città di Catania e il suo Teatro Massimo rendono omaggio al Cigno aprendo la nuova Stagione di Opere e Balletti con un elegante e raffinatissimo allestimento di Norma, suo capolavoro universalmente conosciuto e amato. Un cast di artisti di assoluto prestigio internazionale fa rivivere sul palcoscenico etneo tutta la vitalità della musica e la profondità drammaturgica dell’opera belliniana. L’autorevolezza del regista argentino Hugo De Ana, che cura anche scene e costumi, ben dialoga con la bacchetta del giovane ma già affermatissimo Maestro Leonardo Sini, alla guida dell’ottima Orchestra stabile del Teatro che, unitamente al Coro istruito dal Maestro Luigi Petrozziello, conosce perfettamente la ricchezza e la complessità della partitura del genius loci catanese. Gli interpreti vocali sono il soprano Irina Lungu nel ruolo del titolo, Antonio Poli nei panni di Pollione, Elisa Balbo nella parte di Adalgisa, Carlo Lepore in quella di Oroveso, Anna Malavasi nel ruolo di Clotilde e Marco Puggioni in quello di Flavio.

Norma_Catania_2025
Irina Lungu

Lo spettacolo riprende un allestimento di successo dell’Opera and Ballet House di Sofia, poi rappresentato nei teatri di tutto il mondo, ed è dedicato alla memoria del Maestro Domenico De Meo, insigne studioso e profondo conoscitore delle partiture autografe di Vincenzo Bellini. Firmando regia, scene e costumi, Hugo De Ana si rivela artista di grande calibro, capace di esprimere in modo totale una vasta cultura nel campo dei linguaggi teatrali e di comunicare con il suo lavoro accurato tutta la bellezza, la passione, la struggente armonia che caratterizza la musica di Bellini. Con una scelta originale e di indubbio valore estetico, il regista di Buenos Aires propone un’ambientazione neoclassica, con scene e costumi che riconducono al periodo dell’impero napoleonico, ben lontano dunque dalla foresta sacra dei Druidi e dal tempio d’Irminsul del libretto scritto da Felice Romani. Se consideriamo la fonte letteraria cui il librettista di Bellini si è ispirato, ovvero la tragedia del francese Louis-Alexandre Soumet “Norma, ou L’infanticide”, ravvisiamo l’intento di De Ana di arricchire la messa in scena con evocativi richiami alla classicità letteraria e figurativa. Molto suggestivo è il gioco di videoproiezioni sul sipario velato, con statue e opere pittoriche ben note agli amanti dell’arte, con dissolvenze cinematografiche delle immagini che lasciano poi vedere in trasparenza le scene e i protagonisti in azione. Due imponenti colonne, che ci ricordano la Pala Pesaro di Tiziano, delimitano distintamente gli spazi in cui si dipanano i momenti salienti della vicenda tragica e rimangono a dare continuità alla narrazione con piccoli spostamenti nei cambi scena. A creare un’atmosfera straordinaria, una dimensione di tragica solennità contribuiscono anche le luci ben disegnate ed i pregevoli costumi che, specie nelle scene d’insieme, richiamano, con la stessa minuziosa attenzione ai particolari, quelli raffigurati nella maestosa tela L’incoronazione di Napoleone di Jacques Louis David.

Norma_Catania_2025
Elisa Balbo e Irina Lungu

Tra i tanti debutti di questa produzione di Norma c’è quello del direttore d’orchestra Leonardo Sini, che affronta con grande perizia e senso di responsabilità la sfida di dirigere il gioiello musicale di Bellini nella sua città natale. Di fronte a un pubblico appassionato, caloroso ed esigente il Maestro Sini esegue con precisione e nitidezza la partitura nell’edizione critica che Roger Parker ha curato per Casa Ricordi. Sapendo che le melodie del Cigno, in apparenza semplici ma in realtà estremamente intense e composite, rappresentano il fiore all’occhiello dell’Orchestra del Teatro, dal podio il Maestro conduce l’organico rispettando le vivide e sfavillanti tinte orchestrali, i tempi musicali e le cadenze teatrali, sostenendo ed esaltando al contempo con misurata correttezza il canto degli interpreti e riuscendo così a creare un’alchemica intesa tra il compositore, la buca e il palcoscenico. La lettura di Leonardo Sini tiene indubbiamente in considerazione le precedenti interpretazioni della tradizione romantica non rinunciando a valorizzare l’esecuzione con un’impronta ed uno stile personali riconoscibili dall’emozionante sinfonia d’apertura fino al magnifico, catartico finale. Il lavoro del giovane direttore fa emergere tutta l’ammirazione per l’universo sonoro creato dal genio di Bellini ed in particolare per l’unicità di quest’opera che si pone come paradigma del belcanto e capolavoro assoluto del melodramma italiano.

Debutto anche per il soprano Irina Lungu, che per la prima volta veste i panni della protagonista dell’opera, infondendole una vasta ricchezza di sfumature che delineano la poliedrica figura della sacerdotessa dei Druidi infiammata dall’amore proibito per il nemico Pollione, la donna tradita che vede la passione trasformarsi in accecante sete di vendetta, la madre che vive un dilaniante conflitto interiore superato con la scelta di risparmiare la vita ai figli (distinguendosi così dal modello del mito della Medea classica) per decidere infine di sacrificarsi in un gesto estremo che la redime e la consegna all’eternità come iconica eroina tragica. La cantante russa supera brillantemente le molteplici difficoltà insite nel personaggio di Norma sia dal punto di vista vocale che scenico. Vocalmente dotata di un ampio strumento dal colore compatto e brunito, affronta con sicura padronanza tecnica la tavolozza sonora che va dal commovente lirismo della “Casta Diva”, la toccante invocazione alla luna qui interpretata sotto una suggestiva pioggia di petali e foglie con equilibrato controllo dell’emissione in un crescendo emotivo, al canto denso di pathos ed espressività drammatica dei duetti con Adalgisa e con Pollione. Scenicamente l’artista russa si esprime con maestria cercando un delicato equilibrio tra la potenza e la fragilità connaturate nel personaggio, regalando al pubblico momenti di autentica, sublime bellezza e tensione drammatica insite persino in quel silenzio che precede nel finale la sconvolgente confessione (“Son io…Io stessa. Il rogo ergete”, atto II scena X).

Norma_Catania_2025
Irina Lungu e Antonio Poli

Altro fondamentale personaggio femminile è l’Adalgisa di Elisa Balbo, anche lei al debutto nel ruolo, interpretato in modo superbo e rigoroso sia drammaticamente che vocalmente. Particolarmente felice ed efficace risulta la scelta dei due soprani, come voluto da Bellini in partitura, in quanto la voce fulgida, armoniosa e potente nel registro acuto della Balbo ben si amalgama in un compiuto impasto timbrico con quella più ambrata di Irina Lungu. Nei magnifici duetti tra Norma e Adalgisa le due cantanti tessono intrecci sonori densi di risonanze e donano agli ascoltatori istanti di pura poesia in musica.

Vertice maschile del triangolo amoroso è l’ottimo Pollione del tenore Antonio Poli, che si distingue per il florido mezzo vocale dal timbro ardente ed energico, dal colore squillante e vivace e per la luminosa dizione che scolpisce il canto. Poli si fa apprezzare anche per la sicura, decisa prontezza interpretativa nel far vivere sulla scena i turbamenti emotivi di un personaggio travolto dalla sua stessa debolezza e che solo intravedendo la morte comprende la grandezza del gesto e dell’animo di Norma (“Ah! Troppo tardi t’ho conosciuta…sublime donna io t’ho perduta…”, atto II, scena X). Con il suo eccellente, esteso patrimonio vocale, la potente emissione e il timbro scuro, il basso Carlo Lepore plasma abilmente un Oroveso credibile ed autentico anche grazie alle sue doti attoriali ed alla mimica accurata. Impeccabile tecnica recitativa e vocale anche per i comprimari, la Clotilde di Anna Malavasi e il Flavio di Marco Puggioni che, insieme al resto del cast infiammano gli entusiasmi del pubblico. Se a distanza di quasi duecento anni dalla prima assoluta del 26 dicembre 1831 al Teatro alla Scala di Milano Norma rimane stabilmente una delle opere in assoluto più rappresentate e amate al mondo, lo si deve certo all’incommensurabile bellezza, alla magnificenza della musica di Vincenzo Bellini e alla bravura di grandi artisti come quelli che a Catania continuano a sorprenderci e farci emozionare.

Norma_Catania_Locandina_2025


Foto di Giacomo Orlando