La fanciulla del West – Bologna, Comunale Nouveau
La fanciulla del West è opera non rappresentata di frequente, tant’è che, anche nella vastissima offerta di produzioni dedicate a Giacomo Puccini nel centenario della morte, sono stati davvero pochissimi i teatri che l’hanno inserita nella loro programmazione. Al Comunale di Bologna va dunque innanzitutto riconosciuto il merito di aver inaugurato la nuova stagione lirica proprio con questo titolo, in un allestimento che ne ricrea la particolarissima atmosfera, evidenziandone, in una grande fedeltà al libretto e alla partitura, gli aspetti eroici e progressisti come quelli malinconici e appassionati.
La regia di Paul Curran, con le scene di Gary McCann che impiegano al meglio lo spazio stretto e allungato di un palcoscenico tutt’altro che facile da organizzare, ricostruisce con naturalezza e senza sovraccaricare un Far West di uomini ruvidi e vitali ma capaci di dolcezza e pieni di nostalgia, in una coralità unitaria e tuttavia assai differenziata. Ed è primariamente proprio lo spazio della “Polka” a definire questa umanità, con il calore del suo legno in mezzo ad una landa che intravediamo selvaggia e desolata, in un’implicita dialettica del dentro e del fuori, laddove lo spazio degli uomini ci appare separato da quello della natura. Una distinzione che ritroviamo anche nel secondo quadro con la casa nella foresta, meno riuscito del primo, soprattutto per i movimenti poco legati al racconto musicale, ma comunque realizzato, come il resto dell’opera, tenendo presenti le ampie e dettagliate didascalie del libretto. In questa sezione risulta inoltre poco consona all’insieme la vestaglia di Minnie con tanto di scarpe bianche, mentre in generale i costumi, anch’essi di McCann, sono sempre pertinenti, restituendoci il colore della vita di frontiera. Altrettanto azzeccato è il gioco delle luci, disegnato da Daniele Naldi, con suggestivi effetti di freddo e di calore e nel contrasto di oscurità e di chiarori. Il terzo quadro si attesta come il più originale, con la selva californiana che ci si presenta simile ad un interno, un luogo selvaggio che pare però essersi prodotto dal dilatarsi della “Polka” e che pare evocare l’aprirsi del cuore e delle relazioni, nella possibilità di un oltrove verso cui si incamminano i due protagonisti.
![La_fanciulla_del_West_Bologna_2025_2](https://www.operalibera.net/wp/wp-content/uploads/Recensioni/La_fanciulla_del_West_Bologna_2025/2.jpg)
La direzione di Riccardo Frizza plasma un racconto continuo e avvolgente, con tempi brillanti e un suono tornito, in una trasparente evidenza dei timbri orchestrali, tra cui spiccano gli ottoni e le percussioni. Un flusso che tuttavia manca un po’ di respiro e di pause adeguatamente marcate e che inoltre si snoda in una dinamica non troppo variata, con volumi che al primo atto coprono le voci e però con dei pianissimo accuratamente realizzati, leggeri e palpitanti, a creare inquietudine e suspence.
In questa cornice sobria e realistica, Carmen Giannattasio descrive con naturalezza la forza e la sensualità di Minnie, facendone al contempo emergere i tratti di dolcezza e ingenuità. Le melodie sono delineate con puntualità ed eleganza, mentre un’attenta modulazione crea efficaci effetti di forte e di piano, con accurate mezze voci. Sempre di considerevole corpo vocale, è di grande saldezza nei centri e gestisce con padronanza gli impervi passaggi dal grave all’acuto, anche se, soprattutto al primo atto, la proiezione delle note più alte riesce talora un po’ brusca e poco sfogata. Interpreta con passione e varietà l’intero atto centrale, con un’intensa e angosciata scena del poker, e rende il commovente finale con lirismo e delicatezza.
Potente e luminoso Angelo Villari rappresenta efficacemente il dramma e la nobiltà del bandito Dick Johnson. Pur con qualche fragilità nell’intonazione, ha un canto nitido e rotondo soprattutto nelle scene del secondo e terzo atto e rende con struggente trasparenza “Ch’ella mi creda libero e lontano”.
Claudio Sgura, da parte sua, con una dizione incisiva e una ragguardevole consistenza, dà forma a un Jack Rance violento e tormentato, diviso tra volontà di possesso e sincerità del sentimento. Un fraseggio scolpito e vibrante che unisce in sé vigore ed eleganza ben raffigura l’ambiguità dello sceriffo.
![La_fanciulla_del_West_Bologna_2025_3](https://www.operalibera.net/wp/wp-content/uploads/Recensioni/La_fanciulla_del_West_Bologna_2025/3.jpg)
Francesco Salvadori sbalza con intensità il personaggio di Sonora, ben timbrato e di ottimo volume. Ha una proiezione chiara e omogenea il Nick di Paolo Antognetti, con un intervento assai coinvolgente in apertura del terzo atto. Incisivo e strutturato l’Ashby di Nicolò Donini e riesce assai melodica e struggente la canzone di Jake Wallace intonata da Francesco Leone.
Eleonora Filipponi con una vocalità piena e rotonda conferisce simpatia e spontaneità alla figura di Wowkle, mentre Zhibin Zhang è un Billy Jackrabbit compatto e vivace.
Nitido il Bello di Paolo Ingrasciotta, definito il bandito José Castro di Kwangisk Park ed ha un accento marcato l’Harry di Orlando Polidoro.
Affiatati e validamente caratterizzati tutti gli altri minatori coordinati da Gea Garatti Ansini, con l’ingenuo Trin di Cristiano Oliviero e il drammatico Joe di Cristobal Campos Marin, il melanconico Larkens di Yuri Guerra e gli energici Sid e Happy di Dario Giorgiolè e di Paolo Maria Orecchia.
Alla fine grande entusiasmo soprattutto per la Giannattasio, Villari e Sgura. Molto applauditi Frizza e l’Orchestra, come anche Salvadori e Antognetti.
LA FANCIULLA DEL WEST
Opera in tre atti
Libretto di Guelfo Civinini e di Carlo Zangarini
Musica di Giacomo Puccini
Direttore Riccardo Frizza
Regia Paul Curran
Scene e costumi Gary McCann
Luci Daniele Naldi
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Personaggi e Interpreti
Minnie Carmen Giannattasio
Dick Johnson Angelo Villari
Jack Rance Claudio Sgura
Nick Paolo Antognetti
Ashby Nicolò Donini
Sonora Francesco Salvadori
Trin Cristian Olivieri
Sid Dario Giorgiolè
Bello Paolo Ingrasciotta
Harry Orlando Polidoro
Joe Cristobal Campos Marin
Happy Paolo Maria Orecchia
Larkens Yuri Guerra
Billy Jackrabbit Zhibin Zhang
Wowkle Eleonora Filipponi
Jake Wallace Francesco Leone
José Castro Kwangisk Park
Un postiglione Enrico Picinni Leopardi
Foto: Andrea Ranzi