Spettacoli

Otello – Teatro Coccia, Novara

La stagione 2025 del Teatro Coccia di Novara si apre con Otello di Giuseppe Verdi. 

Per il secondo anno consecutivo, l’inaugurazione della stagione operistica del Coccia di Novara cade nei giorni del Santo Patrono: San Gaudenzio, nel pieno di un freddo gennaio che il teatro cittadino sa scaldare con la potenza della musica e delle passioni amorose. Si sceglie Otello, il penultimo capolavoro di Verdi, che debuttò nel 1887, nella nuova coproduzione con la Fondazione Teatri di Piacenza, la Fondazione Teatro Comunale di Modena, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia ed il Teatro Sociale di Rovigo. Un allestimento che abbiamo già avuto il piacere di recensire in occasione del debutto piacentino e modenese (qui le recensioni). Vogliamo comunque spendere, a distanza di un anno circa, qualche ulteriore parola sul lavoro del regista Italo Nunziata e dello scenografo Domenico Franchi. Una messa in scena sicuramente essenziale ma anche efficace, pensata come una grande gabbia mentale fatta di pareti mobili, arrugginite, che ci hanno ricordato i tanti lavori in acciaio Corten di Richard Serra. Colori scuri, serotini, accesi da pennellate di rosso frammisto a qualche candido bagliore. I costumi, curatissimi, a firma del bravissimo Artemio Cabassi, ci suggeriscono che ci troviamo in un Ottocento: “che non ha più cotte di ferro o armature, ma corazze ben precise fatte di particolari tagli degli abiti, di rituali e forme ineludibili di vivere sociale” come leggiamo nel libretto di sala. Ben pensate e sempre in linea con la visione registica le luci di Fiammetta Baldiserri riprese qui da Ivan Pastrovicchio. Un allestimento che lascia lo spettatore a dialogare con i sentimenti ed i personaggi che vengono spesso “inquadrati” grazie al gioco dei pannelli mobili. Ed il dialogo fra pubblico e palco funziona egregiamente dato il valore degli interpreti schierati. 

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Otello, Teatro Coccia, Novara

Non possiamo che iniziare dall’Otello di Roberto Aronica. Un interessante debutto, il suo, in un ruolo che ricordiamo essere fra i più impegnativi scritti da Verdi. Fin dalla sua sortita in scena la voce risulta sicura e svettante e dal colore ideale per questo ruolo. L’artista sceglie di disegnare un Otello preda dei suoi oscuri sentimenti, quasi allucinato e che si dona al pubblico con grande generosità vocale. Una prova sicuramente superata che siamo sicuri possa essere solo in crescendo con un’ulteriore maturazione e frequentazione del personaggio che gli permetta di smussare qualche occasionale difficoltà soprattutto sulle note più estreme. 

Bene ha fatto Angelo Veccia che con il suo mezzo brunito e ricco di armonici ha reso perfettamente la sinistra perfidia di Jago. Scenicamente sempre credibile, luciferino, insinuante, ha saputo stupire il pubblico con un maestoso “Credo”.

È stato bello, poi, potere scoprire la Desdemona di Iwona Sobotka, artista al suo debutto in Italia ma che può già vantare una collaborazione con il Maestro Muti. L’artista si impone con la sua voce potente e rotonda che riempie perfettamente la sala ma sa anche regalare al pubblico pianissimi e filati di grande pregio. Degna di nota la toccante e riuscitissima esecuzione dell’Ave Maria. Scenicamente una Desdemona composta che accetta la morte, ingiusta, con grande dignità.  

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Roberto Aronica e Angelo Veccia

Oronzo D’Urso, disegna un Cassio giovane e innocente, una pedina nelle mani di Jago. Il cantante si distingue per una voce luminosa e pulita, sempre perfettamente intonata. 

Bravo anche Andrea Galli, già Roderigo nelle precedenti tappe teatrali, che si conferma come un cantante puntuale e attento a rendere al meglio le battute del personaggio. 

Notevole lo squillo dell’Emilia di Nikolina Janevska, una affidabile e affettuosa amica di Desdemona. 

Ricordiamo infine i corretti Shi Zong, Lorenzo Liberali ed Eugenio Maria Degiacomi che hanno dato vita rispettivamente ai personaggi di Lodovico, Montano e Un araldo. 

Sul podio il Maestro Christopher Franklin, ben noto al pubblico novarese, ha saputo disegnare momenti di intenso pathos e drammaticità come nella tempesta di prima atto, alternati ad attimi di poesia e trasporto malinconico. Franklin riesce a dosare e trattenere il suono che nella pur scopertissima buca del Coccia non ha mai messo in difficoltà i cantanti. Merito anche della Orchestra Filarmonica Italiana, che ha mostrato un’ottima intesa con il podio. 

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Roberto Aronica e Iwona Sobotka

Perfetto, è il caso di dirlo, il Coro del Teatro Municipale Piacenza, in una smagliante forma, ha stupito con interventi sempre precisi e corretti, grazie anche alla direzione del Maestro Corrado Casati. 

Un bravo va anche ai piccoli cantori del Coro Voci Bianche Piacenza, ben diretti da Giorgio Ubaldi. 

Applausi per tutti gli interpreti dello spettacolo, che, lo ricordiamo, potrete vedere anche il 14 e 16 febbraio prossimi al Teatro Sociale di Rovigo

OTELLO
Dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito
Musica di Giuseppe Verdi

Otello Roberto Aronica
Jago Angelo Veccia
Cassio Oronzo D’Urso
Roderigo Andrea Galli
Lodovivo Shi Zong
Montano Lorenzo Liberali 
Un araldo Eugenio Maria Degiacomi
Desdemona Iwona Sobotka
Emilia Nikolina Janevska 

Direttore Christopher Franklin 
Regia Italo Nunziata 
Scene Domenico Franchi 
Costumi Artemio Cabassi 
Luci Fiammetta Baldiserri riprese da Ivan Pastrovicchio 

Orchestra Filarmonica Italiana 
Coro del Teatro Municipale Piacenza 
Maestro del coro Corrado Casati 
Coro Voci Bianche Piacenza 
Maestro del coro Giorgio Ubaldi 

Foto: Mario Finotti