Die Meistersinger von Nürnberg – Staatsoper Unter den Linden, Berlino
L’esecuzione dell’opera di Richard Wagner Die Meistersinger von Nürnberg sotto la direzione musicale di Alexander Soddy e con la regia di Andrea Moses, si distingue come una produzione ambiziosa e tecnicamente raffinata. Con una durata che si avvicina alle sei ore, questo capolavoro wagneriano ha dimostrato un equilibrio tra la profondità musicale e una messa in scena modernista, che non manca di generare discussioni tra gli appassionati.
Alexander Soddy ha offerto una lettura precisa e luminosa della partitura wagneriana, mantenendo un controllo ammirevole sui tempi e un senso di flusso narrativo. La Staatskapelle Berlin, fedele al suo rinomato livello, ha garantito un’interpretazione trasparente e allo stesso tempo potente, evidenziando la ricchezza tematica e orchestrale dell’opera. In particolare, il preludio e il quintetto del terzo atto sono stati eseguiti con un’intensità e una delicatezza che hanno emozionato il pubblico. La sala grande dello Staatsoper inoltre offre un’acustica speciale, con la struttura del golfo mistico molto più profondo rispetto ad altri teatri, forse anche frutto dei recenti restauri, questo permette anche ai recitativi di essere perfettamente compresi e anche apprezzare i pianissimi e le voci meno potenti del coro di voci bianche.
Christopher Maltman, nel ruolo di Hans Sachs, ha incarnato con autorevolezza e introspezione il personaggio del poeta-calzolaio. La sua voce, potente ma capace di sfumature intime, ha trasmesso il conflitto interiore del personaggio con grande profondità.
Klaus Florian Vogt, nei panni di Walther von Stolzing, ha offerto una performance vocale luminosa e sicura, anche se il suo timbro chiaro e angelico potrebbe non essere la scelta ideale per chi cerca un’interpretazione più eroica e terrena del personaggio.
Hanna-Elisabeth Müller, nel ruolo di Eva, ha brillato per freschezza vocale e grazia scenica, mostrando un’affinità particolare per le esigenze liriche del ruolo. Siyabonga Maqungo, come David, si è distinto per la sua agilità vocale e una presenza scenica carismatica. Martin Gantner, nel ruolo di Sixtus Beckmesser, ha abilmente incarnato l’antagonista comico con un equilibrio tra caricatura e umanità, evitando eccessi grotteschi.
La regia di Andrea Moses, con il supporto di Reyna Bruns, ha optato per una rilettura modernista, che poneva al centro il tema dell’identità culturale e della tensione tra tradizione e innovazione. La scenografia minimalista di Jan Pappelbaum ha fornito un ambiente visivamente affascinante, che ha saputo valorizzare la trama senza sopraffarla. I costumi di Adriana Braga Peretzki hanno suggerito un’estetica contemporanea che però non ha mai ignorato i riferimenti storici, creando un interessante dialogo tra passato e presente. Le luci di Olaf Freese hanno giocato un ruolo fondamentale nel definire l’atmosfera della produzione, passando con fluidità da tonalità calde e avvolgenti a ombre più drammatiche, sottolineando i momenti di introspezione e di conflitto.
Nonostante la qualità musicale ineccepibile e le prestazioni eccellenti, la messa in scena di Andrea Moses ha diviso il pubblico. Alcuni hanno elogiato la modernità dell’approccio e il messaggio universale, altri hanno trovato che l’eccesso di astrazione allontanasse l’opera dalla sua essenza profondamente umanistica e radicata nel contesto del XVI secolo.
Una critica specifica può essere rivolta alla gestione della complessità drammatica dell’opera: alcune scene hanno perso di incisività a causa di una regia che sembrava privilegiare il simbolismo rispetto alla chiarezza narrativa. Tuttavia, questa scelta ha anche il merito di stimolare una riflessione più profonda sulle implicazioni universali dell’opera.
Questa produzione di Die Meistersinger von Nürnberg è stata un trionfo musicale, grazie alla direzione ispirata di Alexander Soddy e a un cast vocale di alto livello. Sebbene la regia modernista possa aver suscitato perplessità tra i puristi, è difficile negare che abbia offerto una visione stimolante e rilevante dell’opera. Un’esperienza teatrale che lascia spazio a dibattiti, ma che certamente riafferma la centralità di Wagner nel panorama lirico contemporaneo.
Die Meistersinger von Nürnberg
Opera in tre atti (1868)
Musica e libretto di Richard Wagner
direttore Alexander Soddy
regia Andrea Moses
coreografia Reyna Bruns
scenografia Jan Pappelbaum
costumi Adriana Braga Peretzki
luci Olaf Freese
Hans Sachs: Christopher Maltman
Veit Pogner: Christof Fischesser
Eva: Hanna-Elisabeth Müller
Walther von Stolzing: Klaus Florian Vogt
David: Siyabonga Maqungo
Magdalene: Katharina Kammerloher
Kunz Vogelgesang: Tansel Akzeybek
Konrad Nachtigall: Jaka Mihelač
Sixtus Beckmesser: Martin Gantner
Fritz Kothner: Jan Martiník
Balthasar Zorn: Siegfried Jerusalem
Ulrich Eißlinger: Paul McNamara
Augustin Moser: Florian Hoffmann
Hermann Ortel: David Oštrek
Hans Schwarz: Richard Wiegold
Hans Foltz: Olaf Bär
Nachtwächter: Friedrich Hamel
Staatsopernchor, Staatskapelle Berlin