L’ultimo viaggio di Sindbad – Roma, Teatro Nazionale
L’ultimo viaggio di Sindbad di Silvia Colasanti, in prima assoluta al Teatro Nazionale di Roma, è un’opera suggestiva e penetrante, che incanta e ferisce, forzandoci ad approfondire la visione e a discendere nella densità del reale. Una composizione quasi oratoriale, in cui il linguaggio musicale è diretto ed essenziale, predilige sonorità taglienti e imita negli archi il tremolio delle onde: un mare onnipresente che si increspa nel forte della tempesta o nel sovrapporsi delle linee nei duetti, che si distende in declamati piani e incisivi e che talora ci culla nelle melodie del coro, del flauto e della ninnananna. Una scrittura quindi discretamente articolata, intrisa di riferimenti al Mediterraneo e con echi delle sue tradizioni religiose, dal canto ecclesiastico a quello ebraico ed islamico. Una varietà ispirata alla struttura del libretto suddiviso in sette quadri e tratto da Fabrizio Sinisi dal testo di Erri De Luca. La nave su cui tutto si svolge è quella del Sindbad letterario de “Le Mille e una notte” ma allo stesso tempo è il barcone di uno scafista, cosicché ogni episodio prende forma tra mito e attualità. La questione dei migranti si impone ovviamente con drastica violenza ma questo viaggio ci si presenta in realtà assai “stratificato”, parlandoci non soltanto della contraddittorietà della guerra, ma anche in controluce dell’Europa e del suo tramonto, e divenendo una potente metafora del nostro navigare verso la morte e della necessità del racconto. Tutto questo narrato da versi nobili e chiari, che colgono nel segno e che ci fanno riflettere su quanto bisogno abbiamo che l’arte esprima la nostra contemporaneità. Discorso ancor più vero per l’opera, un genere che siamo spesso tentati di considerare desueto e inadatto a rappresentare il presente.
La regia di Luca Micheletti crea un ponte tra le immagini della poesia e le sonorità della partitura, realizzando uno spettacolo di grande unità, dove, nelle scenografie di Leila Fteita, la nave occupa tutto il palcoscenico perché è tutto il mondo. Molto efficaci le luci di Marco Giusti e in bell’accordo con la musica, con accurate modulazioni nel raffigurare la notte. Hanno fogge orientali, eleganti e policrome, i costumi di Anna Biagiotti, in un significativo contrasto con gli abiti moderni dei passeggeri.
I sette pannelli, che compongono un unico atto di circa 75 minuti, commissionato dal Teatro dell’Opera nell’ambito di RomaEuropa Festival 2024, vengono delineati dal maestro Enrico Pagano con passo costante e disteso e con drammatici effetti di crescendo e diminuendo. Consistente e preciso il suono prodotto dall’Orchestra, per l’occasione in versione ridotta, quasi cameristica. Tra i quadri spicca il pathos de “Le Sorelle”, la forza de “La Tempesta” e la grazia di “Nostalgia”, mentre risulta meno intenso e più uniforme l’episodio de “La Costa”. Ben coordinati gli interventi della Scuola di canto corale, diretti da Alberto de Sanctis con il ringraziamento dopo la burrasca particolarmente melodico e lucente.
Nel ruolo di Sindbad troviamo un carismatico Roberto Frontali, con una vocalità piena e compatta e una dizione magnificamente scandita. Il fraseggio è scolpito e vibrante e ci descrive il vecchio marinaio come un rude capitano ma anche come lo stanco uomo dell’Occidente, che naviga verso le colonne d’Ercole, tra contraddizioni e ricerca di senso.
Paolo Antognetti è il suo Nostromo, dall’emissione chiara e rotonda e con un nitido dialogo realizzato in “Nostalgie”.
Ricco di emozione e saldamente impostato l’Uomo della preghiera di Roberto Abbondanza, mentre l’Uomo del mare è invece il controtenore Vincenzo Capezzutto, agile ed esteso, con un canto ispirato e seducente.
La Madre è Daniela Cappiello, che rende le strofe della ninnananna con trasparenza e lacerante dolcezza.
Luminoso pur nella sua estrema drammaticità il Disertore di Giorgio Misseri, che plasma il personaggio con un’espressività alquanto articolata.
Molto intensa la Sorella cieca di Elisa Balbo, che si mantiene morbida ed omogenea nelle impervie regioni dell’acuto. Drammatica ed incisiva la seconda Sorella di Alice Rossi.
Con una vocalità ben timbrata e avvolgente Annunziata Vestri è la Memoria, a cui è affidato il monologo che anticipa profeticamente la rigenerazione.
E questa Odissea con i suoi tanti naufragi, prima di essere salutata dal pubblico con commozione ed entusiasmo, si conclude con bagliori di speranza. E se nella favola è il racconto a salvare Sherazad, è forse il teatro che può riscattare il tempo presente.
L’ULTIMO VIAGGIO DI SINDBAD
Musica di Silvia Colasanti
Racconto musicale in 7 quadri
Libretto di Fabrizio Sinisi
liberamente ispirato a testi di Erri De Luca
Direttore Enrico Pagano
Regia Luca Micheletti
Direttore del Gruppo Vocalist e della Scuola di Canto Corale Alberto de Sanctis
Scene Leila Fteita
Costumi Anna Biagiotti
Luci Marco Giusti
Coreografo per i movimenti mimici Fabrizio Angelini
Drammaturgo Benedetto Sicca
Personaggi e Interpreti
Sindbad Roberto Frontali
Nostromo Paolo Antognetti
Uomo della preghiera Roberto Abbondanza
Uomo del mare Vincenzo Capezzuto
Disertore Giorgio Misseri
La madre Daniela Cappiello
Prima sorella Elisa Balbo
Seconda sorella Alice Rossi
La Memoria Annunziata Vestri
I passeggero Valentina Gargano*
II passeggero Maria Cristina Napoli
III passeggero Benedetta Marchesi
IV passeggero Eduardo Niave*
V passeggero Nicola Straniero*VI passeggero Luigi Di Martino
VII passeggero Alessandro Della Morte**
dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
**diplomato “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Solista oud Peppe FranaSolista percussioni Lorenzo BrilliSolista chalumeau Luciano Orologi
Orchestra del Teatro dell’Opera di Romacon la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma
Foto: Fabrizio Sansoni