Stiffelio – Teatro Filarmonico, Verona 2024
Stiffelio di Giuseppe Verdi, per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, conquista il pubblico veronese.
Giuseppe Verdi, dopo l’amara delusione dell’esito della Luisa Miller al Teatro San Carlo di Napoli, accetta un contratto con il Teatro La Fenice di Venezia per un opera da rappresentarsi tra febbraio e marzo 1851 (quel lavoro sarà Rigoletto). Durante le trattative il suo fedele librettista Francesco Maria Piave gli propone un soggetto Le pasteur, ou l’Evangile et le Foyer di Émile Souvestre e Eugène Bourgeois, dramma rappresentato a Parigi nel 1848. Verdi, nonostante sia alto l’entusiasmo di mettere in musica Le roi s’amuse di Victor Hugo, si lascia attrarre dall’argomento della vicenda, per l’epoca assai scabrosa (il tradimento di Lina, moglie di Stiffelio, un pastore protestante, che viene scoperto da Stankar, padre di lei e, successivamente anche dal marito; un duello fra Raffaele, il traditore, e Stankar; un divorzio imposto da Stiffelio a Lina, una confessione di lei non al marito ma all’uomo di Chiesa e inevitabile perdono attraverso la parabola della peccatrice) e, per trarsi d’impaccio da un accordo preso in precedenza assicura all’Editore Giovanni Ricordi che l’opera sarà comunque pronta nel giro di breve tempo. Per arginare i soliti impacci con la censura, musicista e librettista trasportano la vicenda in una immaginartia comunità religiosa protestante; tentativi vani poiché i tagli imposti dai censori furono tali da rendere quasi irriconoscibile la vicenda. L’opera andò in scena al Teatro Grande di Trieste il 16 novembre 1850 e l’accoglienza fu piuttosto tiepida, nonostante una parte della critica avesse riconosciuto nel lavoro una maturazione che condurrà ai grandi capolavori futuri. L’opera fu poi ritirata dal compositore che si opponeva a cambiamenti imposti per le successive rappresentazioni e che riutilizzò (seppur con alcune significative modifiche) sette anni dopo per Aroldo, rappresentato a Rimini nel 1857. Dopo quelle recite la composizione scomparì del tutto dai teatri per poi riapparire nel 1968 a Parma. L’opera è comunque di pregevole fattura e contiene pagine di grande ispirazione.
L’allestimento presentato è quello del Teatro Regio di Parma in coproduzione con Opéra de Monte-Carlo. Le scene di Francesco Calcagnini (ambienti oscuri, cimiteri immersi in luci bluastre) riflettono l’austerità e la scabrosità dell’argomento della trama, così come per i costumi (unica eccezione, per meglio identificare il colpevole che da l’inizio alle fatali vicende della storia, lo sgargiante vestito color rosso di Raffaele, l’uomo che ha attentato alla virtù di Lina), sempre affidati allo stesso Calcagnini . A suggellare il bel quadro d’insieme un pavimento su cui sono incise le pagine del Vangelo in caratteri gotici e la scena finale (quella del perdono) dove, su ogni membro, scende una pietra che rappresenta le parole pronunciate da Gesù al Popolo che aveva condannato Maddalena, la peccatrice, che sancirà il perdono finale, recitate dal Pastore Stiffelio).
La regia di Guy Montavon con pochi ma efficaci movimenti scenici comunica il senso sia dello strazio della protagonista che i dubbi di baritono e tenore.
In questo bel contesto si innesta una delle migliori esecuzioni dell’opera finora ascoltate da chi scrive. Leonardo Sini parte con una Sinfonia che è il biglietto da visita e l’ottica del giovane ma già già affermatissimo direttore d’orchestra, una direzione tutta al calor bianco ma con una grande attenzione ai tempi larghi e morbidi di cui la partitura è piena; il Finale I è condotto con tempi serrati a cui l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona risponde con una precisione encomiabile; gli assoli di Lina e Stankar hanno una morbidezza e una delicatezza assai rara da ascoltare e l’invettiva di Stiffelio del Finale II è momento da ricordare; il Finale completa in modo splendido una direzione che pone il Maestro Leonardo Sini fra i migliori direttori verdiani odierni.
Anche il cast raggiunge momenti di eccellenza.
Nel ruolo di Stiffelio Luciano Ganci ha tutti i requisiti per offrirci un personaggio dalle mille sfaccettature, grazie a un canto che sa essere delicato quanto perentorio, per poi alla fine sciogliersi in un finale di grande effetto sia scenico che vocale.
Stefano Secco sembra più concentrato sui dubbi del marito geloso e lo fa in modo eccellente, con una notevole presenza scenica.
Moto interessante Caterina Marchesini nel ruolo di Lina; voce fresca e duttile, evita saggiamente di forzare e i suoi momenti migliori sono stati l’aria del II atto e il duetto Lina/Stiffelio del III atto.
Daniela Schillaci ha tutti i requisiti per essere una magnifica Lina; grazie a un belissimo timbro, adeguato al ruolo e alla tecnica, le permettono di disegnare un personaggio a tutto tondo; fra i vari momenti da ricordare il bellissimo assolo nel duetto del III atto, dove accenti commossi e perentori trasformano un personaggio da semplice donna tradita a donna consapevole dell’errore e pronta al sacrificio.
Vladimir Stoyanov è un eccellente Stankar; voce chiara che nella sua aria del III atto è stato salutato da un applauso meritatissimo; in lui nobiltà e senso dell’onore si fondono in maniera eccellente.
Jorg, interpretato da Gabriele Sagona ha nella voce e nel portamento l’austerità e il rigore del vecchio uomo di Chiesa.
Nei panni di Raffaele Carlo Raffaelli rende perfettamente il ruolo del libertino corrotto e si inserisce negli assieme con un canto di pregevole fattura.
Ottimo Francesco Pittari nei panni di Federico ed eccellente Sara Rossini nei panni di Dorotea che assicurano una perfetta riuscita nei grandi concertati.
Il Coro della Fondazione Arena di Verona, magistralmente preparato da Roberto Gabbiani, completano uno spettacolo che è stato salutato dal numerosissimo pubblico da grandi applausi e ovazioni per i protagonisti principali.
Ottima anche la scelta di proporre al pubblico il libretto di Sala con interessantissime note e il libretto per una più facile comprensione dell’opera.
FONDAZIONE ARENA DI VERONA
TEATRO FILARMONICO
STAGIONE 2024
STIFFELIO
Dramma lirico in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
musica di Giuseppe Verdi
Stiffelio Luciano Ganci/Stefano Secco
Lina Caterina Marchesini/Daniela Schillaci
Stankar Vladimir Stoyanov
Raffaele Carlo Raffaelli
Jorg Gabriele Sagona
Federico Francesco Pittari
Dorotea Sara Rossini
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Direttore Leonardo Sini
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Direttore Allestimenti Scenici Michele Olcese
Regia e Luci Guy Montavon
Assistente alla Regia Cristiano Fioravanti
Scene e Costumi Francesco Calcagnini
Verona, Teatro Filarmonico, 27 ottobre/29 ottobre 224
Foto – ENNEVI FOTO