Concerti

Daniele Gatti, Ein deutsches Requiem – Firenze, Teatro del Maggio

“Selig sind…” Beati coloro che soffrono perché saranno consolati”: questi i versetti dalle Beatitudini del Vangelo di Marco sussurrati in pianissimo al principio del Requiem tedesco, per l’esattezza un Requiem, Ein deutsches Requiem op. 45, prima tappa del ciclo dedicato dal maestro Daniele Gatti all’esplorazione dell’universo sinfonico corale di Johannes Brahms. Un’esecuzione che si distingue per limpidezza e intensità, in un procedere omogeneo e unitario, nella salda coesione del podio con l’Orchestra e il Coro del Maggio, ancora una volta puntualmente e ottimamente diretto da Lorenzo Fratini. Un affresco sonoro tracciato con nitidezza, con una minuziosa cura della dinamica e con tempi punteggiati da pause e variazioni che conferiscono alla partitura un amplissimo respiro. Il gesto di Gatti realizza un percorso meditativo di grande serenità, dove la purezza delle forme tiene insieme slancio e misura e dove altresì, in linea con il peculiare spirito luterano del Requiem, la dolcezza della consolazione prevale sulla tragicità della morte e l’estremo trapasso è visto in continuità con la vita.

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Daniele Gatti e Liviu Holender

All’attacco colpiscono il silenzio e la concentrazione di Gatti prima di dare l’avvio al palpito lieve degli archi più scuri, tappeto vibrante su cui si innesta con leggerezza il canto del Coro, trattenuto e modulato, fino a sfogarsi con ampiezza maestosa. Tutto il “Moderatamente lento e con espressione” si snoda in modi soavi, seguito dall’ appassionata cantabilità del “Denn alles Fleisch est wie Gras”, “Poiché ogni carne è come  erba,” in un insieme turgido ed elastico dove il suono cresce e diminuisce. Trascinante poi la ripresa in fortissimo del Coro che si risolve nella fuga resa con grande forza e rigore.
Nella terza sezione, dalla struttura responsoriale, il baritono Liviu Holender, con una vocalità rotonda e ambrata e un’evidente partecipazione emotiva, si interroga sulla precarietà e sul destino dell’uomo. La proiezione è diretta e la dizione scandita, in uno stile naturale e composto che crea un’atmosfera di radicale meditazione, suggellata dai solenni interventi della compagine corale.

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Rosalia Cid e Daniele Gatti


Al vertice della simmetrica forma ad arco della composizione, troviamo l’”Andante moderato” realizzato dal Coro del Maggio con sonorità vellutate e avvolgenti, che si fondono armoniosamente con l’estrema morbidezza degli archi, delineando così, con straordinaria levigatezza, il centro pulsante del Requiem tedesco.
La quinta parte si distende poi nelle forme trasparenti e contemplative dell’aria per soprano, interpretata da Rosalia Cid con una vocalità estesa e omogenea e una linea sinuosa ed elegante, impreziosita da vocalizzi definiti e una salda tenuta delle note.
Nella sezione che segue si concretizza il momento più spiccatamente teatrale , con i marcati interventi a blocchi del Coro e Liviu Holender nuovamente impegnato in un recitativo sbalzato con drammatica incisività. Un’esecuzione minuziosa ed energica fa poi risaltare la complessa arcitettura polifonica della fuga, speculare a quella che chiude il secondo movimento.
Come al principio, un prolungato raccoglimento di Gatti precede l’attacco del finale: “Selig sind” “Beati coloro che moriranno nel Signore”, in un accurato pianissimo che si articola in toni pacati e vibranti, laddove, ancora una volta, la promessa di una radiosa pienezza ha la meglio sulla terribilità del giudizio.

Il silenzio sospeso prima degli applausi ci dà la misura della partecipazione del pubblico, in una gremita ed entusiasta Sala Metha che costringe gli interpreti a innumerevoli uscite. Grande attesa quindi per il proseguimento di questa ricognizione nel mondo brahmsiano, con l’integrale delle sinfonie.

Johannes Brahms
Ein deutsches Requiem (Requiem tedesco) per soli, coro e orchestra op. 45
1. Selig sind die da Leid tragen
2. Denn alles Fleisch es ist wie Gras
3. Herr, lehre doch mich, dass ein Ende
4. Wie lieblich sind deine Wohnungen
5. Ihr habt nun Traurigkeit
6. Denn wir haben hie keine bleibende Statt
7. Selig sind die Toten

DANIELE GATTI,
direttore

Rosalia Cid
, soprano
Liviu Holender, baritono

ORCHESTRA E CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Lorenzo Fratini, maestro del Coro

Foto: Michele Monasta – Maggio Musicale Fiorentino