Spettacoli

La bohème – Teatro Ponchielli, Cremona

La bohème inaugura la stagione d’opera del Teatro Ponchielli di Cremona.

“All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio” in questo celeberrimo passo Marcel Proust ci parla della memoria e di quella ricerca esistenziale a cui dedica il suo immenso e famoso romanzo. E la nuova produzione del Teatro Sociale di Como in coproduzione con il Circuito di OperaLombardia, da noi vista a Cremona, gioca proprio con le stesse tematiche, come ci suggerisce anche il sottotitolo scelto e che si mostra sul libretto di sala: “la scatola dei ricordi”. All’apertura del palco, un anziano Rodolfo, che sarà quasi sempre in proscenio, apre fisicamente e idealmente un contenitore che proviene dal passato e che gli ricorda la sua giovinezza e, soprattutto, l’amore per Mimì.

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Maria Novella Malfatti e Vincenzo Spinelli

Un allestimento, quello pensato dalla regista Marialuisa Bafunno e dalla scenografa Eleonora Peronetti, leggero e funzionale che evoca scene e situazioni sempre con grande efficacia. Nella grande scatola blu che occupa il palco si materializzano tutti gli elementi del libretto seppur declinati nella nostra contemporaneità. I costumi ad esempio, pensati dalla stessa regista, ci suggeriscono che Marcello è uno street artist, Musetta una influencer, Colline uno studente e ambientalista e Shaunard un violinista e drag queen mentre i due protagonisti restano più aderenti agli originali. Una rilettura interessante che è riuscita a non stravolgere troppo i personaggi a cui siamo affezionati. Una produzione che parla senza eccessi e polemiche della contemporaneità e lo fa con un tono sempre garbato e allegro. Spensierate e scanzonate sono anche le coreografie di Emanuela Rosa, accattivanti e rasserenanti le luci di Gianni Bertoli. È un peccato non avere trovato nel foyer del Ponchielli, per problemi logistici, una scatola dei ricordi dove il pubblico poteva lasciare una propria testimonianza, ma contiamo che questo interessante elemento ritorni nelle prossime tappe lombarde.

Ricordiamo che la scelta del team registico dello spettacolo è avvenuta a seguito della vittoria di un bando appositamente indetto e il cui requisito di partecipazione era, tra gli altri, la giovane età dei candidati. Se i responsabili della parte visiva sono tutti under 35, altrettanto giovani sono i protagonisti del versante musicale dello spettacolo.

A partire dal podio, dove troviamo il ventiquattrenne Riccardo Bisatti, bacchetta tra le più apprezzate della sua generazione.
Il direttore novarese, al suo debutto nel titolo e, più in generale nel repertorio pucciniano, offre una lettura appassionata della partitura. La particolare attenzione riposta nella scelta delle dinamiche e dei colori, consente di sottolineare con la giusta incisività la evoluzione drammaturgica di ogni singolo quadro. Con gesto scattante e sicuro, Bisatti costruisce un racconto musicale che sa emozionare, alternando ritmi ora più briosi e spensierati, ora più sospesi e rarefatti. Una prova di grande intensità che denota un approccio moderno e meditato verso questo grande capolavoro. Evidente risulta, poi, l’intesa con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano che, in questa occasione, appare in grande spolvero tanto per compattezza quanto per precisione.

Sul palco, ottimamente sostenuta dalla buca, agisce una compagnia di artisti per la maggior parte, se non totalità, al debutto nel rispettivo ruolo.
Maria Novella Malfatti è una Mimì dalla vocalità corposa e ben timbrata. La linea si espande con sicurezza e convince nella pienezza dei centri come nella proiezione della regione più acuta. Notevole, inoltre, l’uso di filati di adamantina purezza. Da un punto di vista interpretativo, il soprano offre una chiave di lettura moderna e per nulla compassata di questa appassionata eroina pucciniana. Una artista molto promettente e che ci auguriamo di poter riascoltare al più presto.

Al suo fianco, Vincenzo Spinelli esibisce uno strumento di indubbia musicalità. Con la sua vocalità dal caratteristico colore chiaro, il tenore riesce a caratterizzare al meglio la giovinezza e il romantico struggimento di Rodolfo.

Molto bene ha fatto Junhyeok Park, un Marcello che si impone per la compattezza e l’omogeneità di uno strumento complessivamente ben impostato. La compostezza del fraseggio concorre a definire un personaggio credibile e coinvolto.

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Vincenzo Spinelli, Junhyeok Park, Davide Peroni, Gabriele Valsecchi e Alfonso Michele Ciulla

Fan Zhou mette al servizio del personaggio di Musetta la freschezza della linea vocale e la spumeggiante briosità della presenza scenica, delineata con ironico sarcasmo nel secondo quadro.
Gabriele Valsecchi dona a Colline il velluto di uno strumento dal suggestivo impasto timbrico. L’incisività e la varietà del fraseggio assicurano la credibilità del personaggio.
Una menzione particolare per Davide Peroni che si distingue, tra l’altro, per la morbidezza di una linea vocale salda e di buon volume. Di livello, inoltre, la carismatica interpretazione scenica di Schaunard al quale questo progetto registico dona un inedito rilievo.
Ad Alfonso Michele Ciulla va il merito di sbalzare, con giusta ironia e senza scadere nel macchiettismo, il duplice ruolo di Benoît ed Alcindoro.
Completa la locandina lo squillante Parpignol di Ermes Nizzardo.

Ben riusciti sono, infine, gli interventi del Coro OperaLombardia e, altrettanto degni di nota quelli del Coro Voci Bianche del Teatro Sociale di Como, entrambi affidati alla esperta mano di Massimo Fiocchi Malaspina.
Al termine dello spettacolo, il pubblico, accorso numerosissimo per assistere a questo capolavoro immortale di Puccini, dimostra il proprio gradimento riservando accoglienze festose a tutti gli interpreti e direttore.
Dopo la tappa cremonese, la produzione prosegue la propria tournée nel Circuito di OperaLombardia, rispettivamente al Grande di Brescia e al Fraschini di Pavia. La prossima primavera, inoltre, potremo vedere nuovamente questo spettacolo sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma e su quello del Valli di Reggio Emilia.

LA BOHÈME
Opera lirica in quattro quadri
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
In occasione del centenario della morte
di Giacomo Puccini

Mimì Maria Novella Malfatti
Musetta Fan Zhou
Rodolfo Vincenzo Spinelli
Marcello Junhyeok Park
Schaunard Davide Peroni
Colline Gabriele Valsecchi
Benoît/Alcindoro Alfonso Michele Ciulla
Parpignol Ermes Nizzardo

Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro di OperaLombardia
Coro Voci Bianche del Teatro Sociale di Como
Direttore Riccardo Bisatti
Maestro del Coro e Coro voci bianche
Massimo Fiocchi Malaspina
Regia e costumi Marialuisa Bafunno
Scene Eleonora Peronetti
Coreografie Emanuele Rosa
Luci Gianni Bertoli

Foto: Andrea Butti