Dido and Aeneas Die Sieben Todsünden – Teatro Valli, Reggio Emilia
Al Valli di Reggio Emilia Dido and Aeneas di Henry Purcell e Die Sieben Todsünden di Bertolt Brecht e Kurt Weill.
“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando” così diceva Albert Einstein e proprio in quest’ottica dobbiamo pensare l’inedito dittico nato in coproduzione fra la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, la Fondazione i Teatri di Reggio Emilia e la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.
Almeno 240 anni di musica separano Dido and Aeneas di Henry Purcell da I sette peccati capitali di Bertolt Brecht e Kurt Weill, un salto fra la genesi e l’età matura del genere operistico, un viaggio affascinante e non scontato. Un intinerario musicale che diventa ancora più interessante per la particolare scelta del direttore Marco Angius. La partitura di Purcell, a noi giunta, come noto, incompleta, viene qui integrata con l’inserimento di tre dei cinque Cori di Didone di Luigi Nono su versi di Giuseppe Ungaretti e un frammento tratto da Okanagon di Giacinto Scelsi. Questa operazione rappresenta un omaggio al compositore Luigi Nono nel centenario della sua nascita, ma ci fa capire ancora di più quanto la musica ed il mito siano immortali e trasversali e capaci di annullare lo scorrere del tempo.
Anche il regista Daniele Abbado contribuisce a dare, alle due composizioni, così diverse, una veste unitaria. Per Dido and Aeneas la scena (di Angelo Linzalata) è giocata su grandi pannelli mobili e pochi altri elementi che riescono, però, a creare un ambiente solenne ed evocativo, una classicità postmoderna dove giocano un ruolo fondamentale le bellissime luci curate dallo stesso scenografo. L’ allestimento de I sette peccati capitali è visivamente simile ma si colloca in una America anni sessanta: numerosi riflettori sul palco richiamano i musical holliwoodiani. Sul palco, un led fa scorrere alcune frasi: eredi digitali dei cartelli brechtiani. Una produzione semplice ma curata e piacevole da vedere, merito anche dei riusciti costumi di Giada Masi, atemporali nella prima parte e anni sessanta nella seconda. Accattivanti le coreografie di Simona Bucci.
Come già scritto, alla direzione troviamo Marco Angius, apprezzato soprattutto per le sue prove nel repertorio novecentesco, si mostra a proprio agio anche nello stile barocco inglese di fine Seicento e interpreta la partitura con la giusta intensità. Attraverso una conduzione asciutta e decisa, il direttore ben sottolinea l’intima drammaticità della vicenda, coadiuvato dalla buona prova dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Nella seconda parte della serata, il Novecento di Weill prende vita attraverso un gesto preciso e calibrato, capace di scandire con una certa fluidità il susseguirsi dei diversi quadri nei quali si articola la breve partitura. E anche in questo caso si apprezza l’efficacia dell’orchestra felsinea, cui va il merito di mantenere la medesima brillantezza in due repertori così diversi tra loro.
Danielle De Niese, impegnata nel duplice ruolo di Didone e di Anna, si mostra a proprio agio in entrambi i titoli e passa con disinvoltura dai tormenti della Regina di Cartagine al sarcasmo e all’opportunismo della eroina nata dalla penna di Bertollt Brecht. Con una vocalità dal seducente impasto timbrico, accarezza le melodie di Purcell e trova il proprio vertice esecutivo nel lamento finale. La duttilità della linea le consente, successivamente, di passare agevolmente al declamato novecentesco, condotto con composta precisione. Ben riuscita anche la caratterizzazione di entrambi i personaggi tanto sulla scena quanto nel fraseggio, cesellato e sempre efficace.
Patricia Daniela Fodor è una Belinda dalla affascinante presenza scenica e dalla vocalità fluida e luminosa.
Ottima impressione desta, poi, l’Enea di Francesco Salvadori, dotato di uno strumento poderoso e ricco di armonici. Di rilievo anche la caratterizzazione del personaggio, delineato attraverso un accento appassionato e ben tornito.
Bruno Taddia, con la sua interpretazione della Maga, regala un cammeo di puro teatro, espressione di perfetta simbiosi tra la morbidezza di una linea di canto pastosa e la coinvolgente espressività di un accento sfumato e ficcante.
Note positive anche per il sonoro Marco Miglietta, semplicemente perfetto nella diabolica interpretazione della prima strega.
A dare vita alla seconda strega è chiamato Andrea Giovannini la cui vocalità, ben timbrata, si apprezza egualmente anche quando l’artista risulti impegnato nei panni di un marinaio.
Efficace la prova di Paola Valentina Molinari che, a fronte di una linea di canto cristallina, si mostra particolarmente incisiva nella parte dello Spirito.
Completa la locandina dell’opera di Purcell, la seconda donna di Emanuela Sgarlata, ben a fuoco tanto vocalmente quanto scenicamente.
Nell’opera di Weill, oltre alla già citata Anna di De Niese, una menzione d’onore va all’indirizzo di Irene Ferrara, nel ruolo coreografato del doppio di Anna. Una prova maiuscola per la morbidezza dei movimenti, resi con elegante fluidità.
L’opera è scandita, inoltre, dai commenti “fuori scena” della famiglia di Anna. Ritroviamo, dunque, i bravissimi Marco Miglietta e Andrea Giovannini, cui si aggiungono gli straordinari Nicolò Ceriani e Andrea Concetti, quest’ultimo in veste di novella Mrs. Doubtifire. Degna di lode rimane, oltre al perfetto amalgama vocale, la spassosissima interpretazione scenica del quartetto, di impareggiabile, quanto volutamente caricaturale, comicità.
Meritevole di una menzione particolare, infine, la prova del Coro del Teatro Comunale di Bologna, guidato magistralmente da Gea Garatti Ansini, i cui interventi, limitati all’opera di Purcell, vengono scanditi con ragguardevole intensità drammatica.
Al termine dello spettacolo, il pubblico, intervenuto piuttosto numeroso, accoglie con un certo entusiasmo la compagnia di canto e riserva approvazioni particolarmente accese anche a Marco Angius e a Daniele Abbado.
DIDO AND AENEAS
Opera in un prologo e tre atti
Libretto di Nahum Tate
Musica di Henry Purcell
Dido Danielle de Niese
Aeneas Francesco Salvadori
Belinda Patricia Daniela Fodor
Second woman Emanuela Sgarlata
The sorceress Bruno Taddia
First witch Marco Miglietta
Second witch/A sailor Andrea Giovannini
A spirit Paola Valentina Molinari
DIE SIEBEN TODSÜNDEN
Balletto con canto in nove quadri
Musica di Kurt Weill
Testo di Bertolt Brecht
Anna I Danielle de Niese
Anna II Irene Ferrara
La famiglia Marco Miglietta, Andrea Giovannini,
Nicolò Ceriani, Andrea Concetti
Ballerini Matilde Bignamini, Luca Campanella,
Lucia Cinquegrana, Lucas Delfino,
Erika Rombaldoni, Danilo Smedile
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Marco Angius
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Regia Daniele Abbado
Scene e luci Angelo Linzalata
Costumi Giada Masi
Coreografie Simona Bucci
Foto: Andrea Ranzi