Un mari à la porte – Piccolo Regio, Torino
Frivola ed eccessiva come il proprio pubblico, che ritrae con tanta mordace ironia, l’operetta è un genere oggi poco frequentato e tra i titoli rimasti in repertorio sicuramente non si annovera “Un mari à la porte” ma questa breve incursione nell’assurda prima notte di nozze di Suzanne e Henri Martel merita certamente questa (prima) esecuzione torinese. Messa in scena in origine nel 1859 al Théâtre des Bouffes-Parisiens fondato e gestito dallo stesso compositore questo secondo successo di Offenbach racconta con irridente enfatico patetismo e divertenti siparietti di una giovane sposina indispettita, un’amica che cerca di calmarne lo sdegno e di uno squattrinato ma orgoglioso compositore venticinquenne autoproclamato “galant homme”, Florestan, che piomba dal camino mettendo in considerevole imbarazzo le due donne. “Fuori dalla porta” fino alla fine è invece il neo sposo del titolo, ufficiale giudiziario con il quale sfortuna vuole Florestan abbia dei conti in sospeso. Luminose e spensierate sono anche le musiche di Offenbach che accompagnano la vicenda tra valzer, polke e mazurke peraltro brillantemente orchestrate da Alessandro Palumbo.
Leggera e briosa e con un adatto tocco di sagacia è la direzione di Riccardo Bisatti, membro come anche quasi tutti i membri del cast vocale del Regio Ensemble, solisti che egli accompagna con impeccabile precisione. Nel ruolo di Suzanne è Ksenia Chubunova, già molto apprezzata la scorsa stagione in “La Sposa dello Zar”, il cui timbro pastoso e scuro non suggerisce forse di primo acchito la giovane età della protagonista ma la cui esecuzione non lascia dubbio sulle sue capacità. Si distingue per freschezza e solarità Paweł Żak nel ruolo di Florestan, brillante nell’arietta di presentazione “Florestan Ducroquet, voilà”. Brillante è pure Amélie Hois nel ruolo di Rosita, seppur cauta a causa di una indisposizione annunciata prima dell’inizio. Benissimo anche Matteo Mollica nel ruolo del marito, Henri Martel. Apprezzabilissimi poi scene e costumi, tutti “made in Regio” rispettivamente di Claudia Viglione e Claudia Boasso, che sembrano usciti da un bozzetto od una stampa dell’epoca e azzeccatissima anche la regia di Anna Maria Bruzzese che ben contestualizza l’enfatico, sarcastico libretto di Alfred Delacour e Léon Morand e pone sotto la lente d’ingrandimento la condizione femminile dell’epoca. Poche le repliche per questa chicca, che consigliamo di non perdere, la quale consente di godere di uno sguardo ironico e disincantato al secondo Impero, di tanti sorrisi e di gettare uno sguardo più completo dopo il titolo inaugurale della stagione alla scena musicale parigina del diciannovesimo secolo.
Foto di Andrea Macchia cortesia del Teatro Regio
UN MARI LA PORTE
Operetta in un atto
Musica di Jacques Offenbach
Libretto di Alfred Delacour e Léon Morand
Edizione in lingua originale francese
Prima esecuzione a Torino
Orchestrazione a cura di Alessandro Palumbo
Florestan Ducroquet Paweł Żak
Suzanne Ksenia Chubunova
Rosita Amélie Hois
Henri Martel Matteo Mollica
Riccardo Bisatti direttore d’orchestra
Anna Maria Bruzzese regia
Claudia Boasso scene
Laura Viglione costumi
Orchestra Teatro Regio Torino
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino