Concerti

Monteverdi sacred music – Monteverdi Festival, Cremona

L’edizione 2023 del Monteverdi Festival di Cremona si conclude con il concerto Monteverdi Sacred Music, nella memorabile esecuzione concertata da Sir John Eliot Gardiner.
 
L’ultima serata di questa quarantesima edizione del Monteverdi Festival di Cremona rappresenta, senza dubbio, l’appuntamento più atteso dell’intera kermesse. La Chiesa di Sant’Agostino, in Cremona, apre nuovamente le porte e ospita un concerto straordinario che trova la sua collocazione ideale tra i capolavori che albergano tra le navate di questo luogo sacro ed austero.

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John Eliot Gardiner

Il programma della serata è interamente dedicato alle composizioni sacre di Claudio Monteverdi e a darvi vita è l’estro magistrale di Sir John Eliot Gardiner, profondo ed acclamato conoscitore della produzione del “Divin Claudio”, accompagnato dai complessi English Baroque Soloists, Monteverdi Choir e Consort Soloists.

L’apertura del concerto è affidata ad un brano tratto da la Selva Morale e Spirituale (composta negli anni 1640/1641) e, nello specifico, il “Dixit Dominus”, ispirato al Salmo 110 dal Libro dei Salmi, tradizionalmente attribuiti a Re Davide. Basterebbe questa esecuzione per cogliere la grandiosità del gesto di Gardiner: un gesto asciutto, appena accennato ma di inusitata precisione. Tra direttore e organico, qui composto da due soprani, due contralti, due tenori, due bassi, due violini, quattro viole e il basso continuo, si instaura una profonda intesa di sguardi e di intenti dalla quale si sprigiona una grande energia, un turbinio sonoro dove voce e strumenti si intrecciano con una carica espressiva potentissima.

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Monteverdi Choir e Consort Soloists, English Baroque Soloists e John Eliot Gardiner

Altra parte fondamentale del concerto è occupata dalla esecuzione di pagine da la Messa e Salmi (pubblicata postuma nel 1650). Ecco, allora, ad esempio, “Nisi Dominus”, salmo graduale originariamente intonato durante i pellegrinaggi verso il Tempio di Gerusalemme. Gardiner ne offre una lettura dinamica, a tratti nervosa, che, attraverso la scelta di tempi sostenuti, si sposa perfettamente con l’incisività esecutiva della ensemble coinvolta sul palco. Segue un mottetto, “O quam pulchra es, anima mea”, con testo liberamente tratto da “Cantico dei cantici”, la cui esecuzione, affidata ad un solista, appare accorata e ricca di trasporto. La prima parte della serata termina con la Messa in sol minore a quattro voci da cappella che, con il suo susseguirsi delle parti fisse della liturgia, ovvero Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei, risuona impetuosa e solenne in un costrutto sonoro senza respiro, in continua tensione emotiva sino a raggiungere le corde più intime della spiritualità dell’ascoltatore. Splendida, anche in questa occasione, la prova della compagine corale, di magnifica compattezza e di impareggiabile bravura nel far rifulgere ogni sfumatura e ogni inflessione della scrittura. Pochi minuti dopo si torna alla Selva Morale e Spirituale con il madrigale a cinque voci “O ciechi, il tanto affaticar che giova?”, una pagina il cui testo, tratto da “Thriumphus Mortis” di Petrarca, si traduce in una melodia di toccante malinconia che riesce ad incarnare alla perfezione una riflessione sulla brevità della vita. Il brano successivo, “Pianto della Madonna sopra il lamento di Arianna”, è di impareggiabile bellezza e costituisce un preclaro esempio della abilità del compositore di rivoluzionare il mondo musicale dell’epoca. Geniale l’idea di sfruttare la meravigliosa cornice della Chiesa di Sant’Agostino per dare vita ad una vera e propria rappresentazione del brano: il soprano Silvia Frigato lasciata sola sull’altare, per dare voce allo straziante dolore di Maria, mentre, dal pulpito, dialoga con lei Mariana Flores, soprano, che commenta il lamento mariano con accenti di sacro turbamento. Una esecuzione invero suggestiva, anche per la bravura vocale e la forza espressiva delle sue soliste coinvolte. La pagina conclusiva del programma è lo splendido Salmo “Beatus vir”, una pagina di mirabile perfezione nella sua articolazione. In questo brano abbiamo la possibilità di godere nuovamente della superiorità del gesto di Gardiner che, novello demiurgo, sembra plasmare le linee vocali e strumentali degli ensemble che concorrono, con plasticità e duttilità, a rendere unica ed inimitabile l’esecuzione di questa pagina.
Inizia ora una vera e propria festa di applausi e di acclamazioni da parte del pubblico presente che gremiva le tre navate della chiesa. Immancabile, dunque, la concessione di un bis, ovvero, il coro “Giove pietoso” da “Il ritorno di Ulisse in patria”. Un’altra esecuzione di assoluta eccellenza che riesce a far rifulgere questa bellissima pagina.

Successo incandescente al termine tributato da un pubblico entusiasta che riserva ben due standing ovation ai protagonisti della serata.
Siamo così arrivati alla conclusione di questo Monteverdi Festival 2023, una edizione che ha visto esibirsi nella città cremonese alcuni tra i più illustri esponenti di questo repertorio, una celebrazione che ha reso il giusto onore al padre del melodramma.

Chiesa di Sant’Agostino
Cremona

Monteverdi Sacred Music
musiche di Claudio Monteverdi

Monteverdi Choir
Consort Soloists
Silvia Frigato, Miriam Allan, Mariana Flores, Theano Papadaki, soprani
Francesca Biliotti, Tim Morgan, Alto Gareth Treseder, Ricardo Pisani, Furio Zanasi, tenori
Alex Rosen, John Taylor Ward, bassi
English Baroque Soloists
John Eliot Gardiner, direttore

Foto: Salvo Liuzzi