Spettacoli

Un ballo in maschera – Comunale Noveau, Bologna

Un ballo in maschera al Comunale Noveau di Bologna. 

“Fervono amori e danze
nelle felici stanze,
onde la vita è solo
un sogno lusinghier.
Notte de’ cari istanti,
de’ palpiti e de’ canti,
perché non fermi ‘l volo
sull’onda del piacer?

Così canta il coro nella scena settima dell’ultimo atto de “Il ballo in maschera” in quella “notte d’orror” che farà diventare un grande e spensierato ballo, cuore del melodramma di Giuseppe Verdi, un luogo di morte e dolore. L’opera del 1859 riesce, forse più di altre, a mescolare le emozioni: ilarità e tragedia, amore e morte, in una continuità che spesso il compositore bussetano ha inseguito. Una composizione che, in questi ultimi anni, è stata sempre più rivalutata fino a diventare oggi frequente nelle programmazioni teatrali. Abbiamo già avuto la fortuna di potere recensire la nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna durante il Festival Verdi 2024 e più precisamente sul palco del piccolo teatro di Busseto. Ricordiamo che lo spettacolo è coprodotto con il Teatro Regio di Parma e la Fondazione Rete Lirica delle Marche. Per tutti i dettagli rimandiamo alla nostra precedente recensione (qui il link), in questa incarnazione bolognese si sono inevitabilmente dovute operare delle riduzioni per adattare lo spettacolo al boccascena del teatro provvisorio in zona fiera. Comunque il senso generale ed estetico complessivo della produzione è rimasto del tutto invariato, anche se alcuni aspetti più estremi e conturbati dello spettacolo sono stati leggermente ridimensionati. Una buona produzione nel complesso che ha saputo trovare un giusto compromesso con il piccolo spazio scenico del Comunale Noveau. 

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Fabio Sartori

Più di una soddisfazione giunge dal versante musicale dello spettacolo.

Fabio Sartori, nei panni di Riccardo, è un ottimo protagonista. La sicurezza e la luminosità di una linea vocale facile e ben proiettata sono i tratti caratteristici di una esecuzione di livello; ogni passaggio della scrittura verdiana viene affrontato con consapevolezza stilistica e risolto con brillantezza ed abilità. La ballata di primo atto e la grande aria del quadro conclusivo restano, grazie alla suggestiva esibizione di sfumature ed effetti chiaroscurali, tra i momenti meglio riusciti dell’intera serata. Sotto l’aspetto interpretativo, Sartori predilige una espressività misurata, a tratti quasi introversa, come a voler sottolineare l’irrequietezza emotiva del personaggio, diviso tra dovere pubblico e passione privata.

Al suo fianco, troviamo Maria Teresa Leva, giunta a sostituire l’annunciata collega Anastasia Bartoli (rinunciataria alla produzione per indisposizione) a pochi giorni dalla prima. Il soprano calabrese affronta il temibile ruolo di Amelia con una vocalità di buon peso che si impone, in primis, per la intrinseca musicalità. Il fraseggio viene articolato con intelligenza esecutiva che si traduce nella naturalezza dei gravi, nella corposità del registro centrale e nella buona proiezione della regione medio acuta. La ricercatezza dell’accento, avvalorato dall’uso di filati di indubbio effetto, e l’eleganza del portamento concorrono, poi, alla efficace caratterizzazione di una donna tormentata e vittima dei propri affetti. 

Completa il terzetto dei protagonisti il Renato di Amartuvshin Enkhbat che, anche in questa occasione, fa sfoggio di un mezzo portentoso per ampiezza e ricchezza di armonici. L’esecuzione mette in luce un legato di gran classe e una raffinatezza nell’emissione tale da ascrivere il baritono, oggi, tra i più accreditati interpreti di questo repertorio. La chiarezza e la nitidezza della dizione si accompagnano, poi, ad una manifesta eleganza espressiva, ben rappresentativa del rango sociale cui appartiene il personaggio.

Bravissima, poi, è Silvia Beltrami nel tratteggiare, complice lo splendido costume di scena, una Ulrica enigmatica e conturbante. L’artista riesce a creare un personaggio autentico grazie ad un canto pervaso da una sorprendente densità espressiva; una teatralità ottenuta, tra l’altro, con una emissione morbida ed omogenea, scevra da effetti inutilmente grotteschi.

Altrettanto significativo l’Oscar di Silva Spessot, nella cui esibizione di coniugano la brillantezza di una vocalità fresca e rigogliosa e la disinvolta compostezza di una presenza scenica di segnata femminilità.

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Silvia Beltrami

La locandina prosegue, poi, con il mercuriale Silvano di Andrea Borghini, cui si affiancano, con solida professionalità, i congiurati Samuel e Tom interpretati, rispettivamente, da Zhibin Zhang e Kwangsik Park.

Funzionali, infine, sono Cristobal Campos e Sandro Pucci nel dare voce al Primo giudice e ad un servo d’Amelia.

In buca, a capo di una Orchestra del Teatro Comunale ben equilibrata nelle sonorità come nelle dinamiche, troviamo Riccardo Frizza che offre una lettura lucida e tersa di questo grande capolavoro del Cigno di Busseto. Il discorso musicale viene condotto dal direttore bresciano con metronomica precisione ed animato da una costante tensione carica di drammatica esasperazione. Una prova pienamente convincente e che, nel sottolineare con la giusta incisività i momenti più salienti del racconto, presta ottimamente il fianco al palco e ai solisti ivi impegnati.

Notevole, per intensità e varietà d’accento, l’apporto del coro bolognese che, sotto la guida di Gea Garatti Ansini, sottolinea al meglio quel sottile equilibrio, tra commedia e tragedia, ovunque presente nel componimento verdiano.

Al termine della serata, tutti gli artisti vengono accolti da generosi applausi, dispensati dal folto pubblico presente in sala.

UN BALLO IN MASCHERA
Melodramma in tre atti
Libretto di Antonio Somma
da Gustave III, ou Le Bal masque di Eugène Scribe
Musica di Giuseppe Verdi

Riccardo Fabio Sartori
Renato Amartuvshin Enkhbat
Amelia Maria Teresa Leva
Ulrica Silvia Beltrami
Oscar Silvia Spessot
Silvano Andrea Borghini
Samuel Zhibin Zhang
Tom Kwangsik Park
Primo giudice Cristobal Campos Marin
Un servo d’Amelia Sandro Pucci

Orchestra, Coro e tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Riccardo Frizza
Maestro del coro Gea Garatti Ansini
Scene Davide Signorini
Costumi Nika Campisi
Luci Gianni Bertoli

Foto: Andrea Ranzi