Concerti

Mehta, Di Cicco – Firenze, Teatro del Maggio

A piccoli passi, sorridente e sereno, Zubin Mehta raggiunge il podio dell’Orchestra del Maggio, con lentezza ma nella ferma determinazione della pazienza e della tenacia. Un gesto che in sala suscita immediatamente entusiasmo e commozione, all’inizio di un concerto intenso ed energico, dove il Maestro ci offre un’ennesima prova del suo carisma e della sua stupefacente musicalità. In programma, in questo ultimo evento prima dell’apertura del Festival, due pagine strumentali di notevole fascino e complessità, come il Concerto in la maggiore K. 622 per clarinetto e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 1 in re maggiore, Titano di Gustav Mahler.

Nella prima parte è Edoardo Di Cicco ad imporsi con il suo clarinetto per morbidezza ed agilità, con il tema iniziale del primo movimento delineato con estrema eleganza e un procedere snello nella brillantezza delle note più acute e nella pienezza dei gravi. Limpido e sereno in questo Allegro l’accompagnamento dell’Orchestra, in un’accurata regolazione della dinamica. Un incanto di dolcezza e malinconia è l’Andante che segue, con le distese melodie del clarinetto e il flusso puntuale e avvolgente degli archi; il tutto a sfumare soavemente nel finale, che resta sospeso nella nota tenuta dello strumento solista. Vivace il Rondò conclusivo che si intesse di increspature drammatiche e dove risalta la trasparenza del dialogo tra clarinetto e Orchestra, specialmente nella sezione più malinconica, prima di una chiusura vigorosa che non manca tuttavia di ammiccare alla vaghezza.
Forti applausi soprattutto per Di Cicco, che nel bis riconferma la rotondità e il virtuosismo negli ardui passaggi di un brano dal colore esotico e dai ritmi gitani.

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Edoardo Di Cicco e Zubin Metha

Nella seconda parte, la Sinfonia viene delineata da Mehta nella sua variegata e sofferta articolazione, con un accurato pianissimo iniziale e con gli ottoni fuori scena a creare un suggestivo effetto di lontananza e di spaesamento. L’intero movimento si dispiega in un tappetto di sonorità brulicanti su cui si stagliano momenti luminosi di forte e fortissimo, a ben descrivere quel risveglio della natura che Mahler qui intendeva rappresentare. La versione proposta è quella in cinque movimenti e quindi al “Lentamente, strascinato” segue la parentesi lirica del Blumine, la “Raccolta di fiori”, quasi un idillio, affidato principalmente al suono vellutato degli archi. Energico lo Scherzo, dove viene esaltato il ritmo di danza e dove un raccordo fin troppo ampio dei corni introduce il valzer del Trio, trasparente e leggero. Costruita con rigore la marcia funebre, con la frase del contrabbasso che si espande in canone a tutta l’Orchestra, resa con lacerante drammaticità, pur nella sottile ironia del tema dilatato di Fra Martino e negli interventi grotteschi della famiglia dei fiati. Tracciato infine nella sua monumentale complessità il “Tempestosamente agitato”, di grande compattezza pur nella sua articolata e dolente varietà, nell’alternarsi di slanci eroici e riflessivi, punteggiato dai precisi interventi delle percussioni e delle trombe e dei tromboni. Il flusso turgido e imponente crea un dissidio appassionato, un combattimento titanico eppure profondamente umano, che sfocia in un luminoso finale, laddove però non pare realizzarsi una sintesi dialettica tra i contrasti, così ampiamente descritti nella lunga peregrinazione tematica del movimento.
Un’esecuzione vibrante e sontuosa, che genera fragorosi consensi per Mehta, il quale, durante gli appalusi, chiama vicino a sé il primo trombone, al suo ultimo concerto dopo trentacinque anni in Orchestra.

WOLFGANG AMADEUS MOZART
Concerto in la maggiore K. 622 per clarinetto e orchestra 
Allegro/Adagio/Rondò: Allegro

GUSTAV MAHLER
Sinfonia n. 1 in re maggiore, Titano
Langsam. Schleppend. Wie ein Naturlaut. 
Im Anfang sehr gemächlich, belebtes Zeitmas / 
Blumine: Andante /
Kräftig bewegt, doch nicht zu schnell. Trio (Recht gemächlich/ 
Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen / 
Stürmisch bewegt

Direttore 
Zubin Mehta

Clarinetto Edoardo Di Cicco

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Foto: Michele Monasta – Maggio Musicale Fiorentino