Spettacoli

I Capuleti e i Montecchi – Teatro Ponchielli, Cremona

I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini al Teatro Ponchielli di Cremona. 

L’Ottocento ha esaltato ed immortalato, nell’immaginario collettivo, il mito di Romeo e Giulietta grazie ad artisti come Joseph Wright of Derby, Thomas Francis Dicksee e, su tutti, Francesco Hayez. Sono questi i pittori più illustri che hanno dedicato quadri alla tragica vicenda veronese. Non da meno è stato, però, l’interesse dei musicisti che ci ha regalato due capolavori: Roméo et Juliette di Charles Gounod del 1865 e I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini del 1830. Il Teatro Ponchielli di Cremona conclude la sua stagione operistica 2024-2025 proprio con questa meravigliosa composizione, purtroppo poco rappresentata, che si avvale di un poetico libretto di Felice Romani e che è andata in scena, per la prima volta, l’11 marzo 1830 al Teatro La Fenice di Venezia.

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I Capuleti e i Montecchi, Teatro Ponchielli, Cremona, 2025

La nuova produzione, frutto della collaborazione fra i teatri del circuito OperaLombardia e Fondazione I Teatri Reggio Emilia, vede alla regia Andrea De Rosa e alle scene Daniele Spanò. Il sipario si apre su un mondo al tempo stesso familiare e straniante: la cameretta di Giulietta, che vediamo ascoltare musica in cuffia. La giovane è circondata da strutture marmoree sovrastate da un cubo dorato, tante corde legano le parti della scena e, simbolicamente, i personaggi. Le due famiglie rivali sono contraddistinte da sciarpe che rimandano alle tifoserie da stadio. Solo alla fine ci rendiamo conto che, fin dall’inizio, ci trovavamo in un cimitero, luogo dove si svolge tutta la vicenda. Una scelta registica cruda, che non indulge a romanticismi facilmente evocabili ma procede con una sua logica, coerente e centrata. Interessante l’idea di sfruttare il già previsto ruolo en travesti di Romeo lasciando una voluta ambiguità di genere per sottolineare l’universalità dell’amore. Forse l’unica pecca dello spettacolo è che il colpo d’occhio non risulta particolarmente accattivante, per via dei toni freddi e lugubri impiegati. I costumi, di taglio contemporaneo, di Ilaria Ariemme sono perlopiù comode tute, vicine alla moda di tanti giovani d’oggi, le luci, di Pasquale Mari, contribuiscono ad accentuare il senso di spiazzante freddezza voluto dalla regia. 

Note particolarmente liete giungono dal versante musicale dello spettacolo.

In evidenza è, in primis, la prova maiuscola di Annalisa Stroppa, un Romeo a regola d’arte. La vocalità del mezzosoprano bresciano, dal caratteristico timbro vellutato, si adegua alla perfezione alle esigenze della scrittura belliniana. La morbidezza e l’omogeneità dell’emissione consentono, infatti, di risolvere i passaggi più elegiaci, caratterizzati da un magistrale controllo del canto sul fiato, come quelli più arditi, sottolineati dalla facile proiezione della regione acuta e dall’ottimo dominio tecnico delle agilità. Nondimeno sorprendente è, poi, l’interprete grazie alla coinvolgente passionalità dell’accento e alla disinvoltura dei movimenti scenici.

Una prestazione maiuscola che trova il proprio perfetto contraltare nella riuscitissima Giulietta di Benedetta Torre. Il soprano genovese, infatti, si impone per la musicalità di una linea piacevolmente timbrata e per l’espansione di un mezzo corposo e sonoro, nei centri come negli acuti. Alla freschezza della presenza scenica si unisce, poi, la naturale espressività di un accento appassionato e deciso. Una Giulietta dipinta come una ragazza moderna e volitiva e, per questo, ancor più coinvolgente. 

Per dovere di cronaca segnaliamo, tra l’altro, come i duetti tra Stroppa e Torre siano i momenti più emozionanti di tutta la serata.

Matteo Falcier dona a Tebaldo la luminosità di un mezzo chiaro e ben appoggiato. L’aria viene risolta con il giusto involo romantico così come la susseguente cabaletta, puntellata con pregevole ardore. Altrettanto coinvolgente, poi, è il duetto con Romeo in secondo atto dove risulta evidente l’affiatamento timbrico e scenico con Annalisa Stroppa.

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Benedetta Torre, Annalisa Stroppa, Matteo Falcier, Matteo Guerzè e Baopeng Wang

Matteo Guerzè è un Lorenzo affidabile tanto per sicurezza vocale quanto per solennità dell’accento.

Completa la locandina il Capellio di Baopeng Wang, dall’emissione sonora e rigogliosa, soprattutto nel registro grave.

Sebastiano Rolli offre una lettura piuttosto misurata ed equilibrata della partitura belliniana. Giusta appare, dunque, la scelta di tempi e dinamiche, ben allineate all’intenzione del fraseggio belliniano e rispettosa delle voci in palcoscenico. Tinte pastello prevalgono nei passi di maggior abbandono, come nelle due arie di Giulietta, mentre sonorità più accese sono serbate alle strette e al concertato che chiude il primo atto. Degna di nota, inoltre, è l’esecuzione della sinfonia che apre l’opera, nella quale Rolli imprime un gesto marziale deciso e asciutto.

Positiva la prova della Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano che mostra di saper cogliere con sufficiente duttilità le numerose sollecitazioni del podio.

Valido, inoltre, il contributo della Associazione Filarmonica “Isidoro Capitanio” Banda Cittadina di Brescia.

Sempre a fuoco, infine, la prova del Coro di OperaLombardia che, sotto la guida di Diego Maccagnola, riesce ad essere impetuoso ed efficiente in ogni intervento previsto in partitura.

Nonostante i numerosi, troppi a parere di chi scrive, vuoti in sala, la serata viene coronata da un ottimo successo di pubblico. Termina, così, la stagione d’Opera del Teatro Ponchielli che, a conti fatti, può definirsi davvero ben riuscita. Attendiamo, ora, con impazienza l’imminente annuncio del programma del Monteverdi Festival edizione 2025.

I CAPULETI E I MONTECCHI
Tragedia lirica in due atti
Libretto di Felice Romani
Musica di Vincenzo Bellini

Giulietta Bendetta Torre
Romeo Annalisa Stroppa
Tebaldo Matteo Falcier
Lorenzo Matteo Guerzè
Capellio Baopeng Wang

Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro di OperaLombardia
Direttore Sebastiano Rolli
Regia Andrea De Rosa
Scene Daniele Spanò
Costumi Ilaria Ariemme
Luci Pasquale Mari

Foto: per gentile concessione del Teatro Ponchielli