Concerti

Recital di Canto in memoria di Giuseppe Verdi – Teatro Municipale, Piacenza

Il Teatro Municipale di Piacenza celebra il centoventiquattresimo anniversario della morte di Giuseppe Verdi con un recital straordinario del baritono Luca Salsi.

Quando venne rivelata la stagione d’Opera 2024/2025 del Municipale, Cristina Ferrari, direttrice artistica del teatro piacentino, aveva presentato al pubblico una prima parte del programma, concentrata in prevalenza nei mesi invernali e primaverili. In quella stessa sede, venne rimandato ad un secondo momento l’annuncio di un progetto “verdiano” destinato a costituire il capito conclusivo del cartellone. Il progetto in questione è una vera e propria celebrazione del maestro delle Roncole: le sue tre opere più amate, quelle che costituiscono la cosiddetta “trilogia popolare” ossia Rigoletto, Il trovatore e La traviata, arriveranno sul palco della città dei Farnese. Tre produzioni con gli stessi interpreti principali fra cui sicuramente spiccano i nomi di Luca Salsi e Francesco Meli, accanto alla giovane e promettente Maria Novella Malfatti. La regia sarà affidata a Roberto Catalano e sul podio troveremo Francesco Lanzillotta. Una grande festa verdiana che avrà luogo fra il 29 ottobre e il 9 novembre 2025.

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Luca Salsi e Nelson Calzi

E poteva, forse, essere scelta, per questo incredibile annuncio occasione migliore del momento celebrativo dell’anniversario della morte di Giuseppe Verdi? Quella stessa ricorrenza per la quale il teatro piacentino aveva in serbo l’attesissimo recital di canto di Luca Salsi, tra gli interpreti verdiani più accreditati dell’attuale panorama lirico internazionale.

Il programma della serata inizia con l’esecuzione di alcune romanze da salotto. Immancabile, dunque, l’omaggio a Francesco Paolo Tosti, la cui celebrità è legata soprattutto alla sua cospicua produzione di brani da camera. La scelta di pagine come “L’ultima canzone”Non t’amo più”, “Sogno” o “L’alba separa dalla luce l’ombra”, consente a Luca Salsi di mettere in bell’evidenza il calore e la morbidezza dell’emissione, cifra stilistica della apprezzata vocalità dell’artista.

Si prosegue, poi, con la musica di Franz Liszt e, in particolare, “Tre sonetti del Petrarca”, pagine dove Salsi può far leva sulla naturale espressività di un accento permeato di naturale comunicatività. Questa prima parte del programma si chiude, quindi, con una romanza verdiana, “Non t’accostare all’urna”, assimilabile, per struttura musicale e pathos drammatico, alle grandi arie operistiche del compositore.

Subito dopo l’intervallo, la serata entra nel vivo grazie al susseguirsi di alcune delle più belle arie concepite dal Cigno di Busseto per la vocalità baritonale.
Ascoltiamo, innanzi tutto, “Se al nuovo dí pugnando” da La battaglia di Legnano; in questa pagina, attualmente poco frequentata dal baritono parmigiano, cogliamo tutta l’espansione di un canto facilmente dispiegato e ben proiettato. Segue l’aria di ingresso del Doge Foscari “O vecchio cor che batti” la cui esecuzione, puntellata con trasporto, lascia in particolare evidenza l’amarezza e la solitudine del sovrano, tema per altro ricorrente nella poetica verdiana. Il Doge cede il posto al Re con la pagina “Pietà, rispetto, onore” da Macbeth, cesellata da Salsi con vocalità ampia e naturalmente espressiva, in equilibrio tra follia, rabbia e smarrimento. Il “viaggio” verdiano prosegue con l’aria della morte di Rodrigo da Don Carlo, in evidenza per la morbidezza e la dolcezza di alcuni attacchi, momenti di grande suggestione per sottolineare l’amore fraterno del personaggio verso il protagonista dell’opera. La conclusione del programma è riservata a due pagine tratte dai capolavori della maturità verdiana: Otello e Falstaff. Se lo Jago di Salsi, tratteggiato con una quanto mai variopinta tavolozza di colori, è caratterizzato nella sua luciferina perfidia, Falstaff viene ritratto alla perfezione nelle vesti di un improbabile seduttore dalla morale ambigua.

Giunti al termine di quanto previsto in locandina, il pubblico, che già aveva ampiamente manifestato il proprio consenso nei confronti dell’artista, chiede a gran voce dei bis, prontamente concessi.
Il baritono si trasforma, quindi, nel celebre buffone verdiano e regala una straordinaria esecuzione di “Cortigiani, vil razza dannata”. L’invettiva viene ritratta con crudo realismo e ben sottolineata nel contrasto tra il furore della prima parte e la dolente supplica della seconda sezione. É proprio in questa pagina che Salsi dimostra l’essenza della parola scenica, veicolata al pubblico attraverso un canto asciutto e scevro da inutili effetti di tradizione. A conti fatti questo è, almeno per chi scrive, il momento più emozionante di tutta la serata.
Al calore del pubblico, che sembra non avere la minima intenzione di abbandonare la sala, il baritono risponde con altri due bis, l’aria di Germont, accentata con paterna apprensione e, a sorpresa, l’unico brano operistico non verdiano della serata, “Nemico della patria” da Andrea Chénier. Una esecuzione travolgente per l’immediatezza di un accento volitivo.

Alla riuscita della serata concorre la straordinaria bravura del maestro al pianoforte Nelson Calzi, virtuoso interprete della melodia verdiana, sbalzata con dovizia di colori e di intenzioni. A lui spetta, tra l’altro, l’esecuzione di due Notturni per pianoforte di Giuseppe Martucci e del “Windmung” di Schumann. Momenti, questi, che hanno saputo affascinare e conquistare il pubblico.

Prima di uscire dal teatro, c’è ancora spazio per un ultimo brano: un omaggio al mondo dell’operetta con il Valzer “Tace il labbro” da La vedeva allegra, nella romantica esecuzione di Salsi coadiuvato da un’ospite a sorpresa, l’elegantissima Carmela Remigio.
Una serata davvero ben riuscita, un omaggio perfetto al genio del più amato e grande tra i compositori.

 
Recital di Canto in memoria di Giuseppe Verdi
Celebrazioni per il 124.mo anniversario della morte
 
Baritono Luca Salsi
Pianoforte Nelson Calzi

Foto: per gentile concessione del Teatro Municipale