Danza

Lo schiaccianoci – Teatro alla Scala, Milano

La stagione del balletto alla Scala si apre con il ritorno di un grande classico, Lo schiaccianoci, nella versione coreografata da Rudolf Nureyev (1938-1993), qui ripresa da Aleth Francillon, rivisitazione più riuscita tra le coreografie del Tartaro volante. La prima versione del balletto, sulle celeberrime musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij che le compose seguendo le precise indicazioni dei coreografi, spettò a Lev Ivanov, che lavorò sotto la guida del grande Petipa e fu messa in scena nel 1892 al Mariinskij di San Pietroburgo. Nel 1967 Nureyev, che ha interpretato più volte il ruolo del Principe Schiaccianoci, apportò alcune modifiche alla coreografia e alla struttura narrativa, dandone una personalissima interpretazione e da allora la sua è stata una delle versioni più rappresentate e amate, grazie anche al felice sodalizio con Nicholas Georgiadis, autore di scene e costumi. Lo schiaccianoci di Nureyev e Georgiadis, entrato ormai nel repertorio di moltissimi teatri di tutto il mondo, debuttò alla Scala nel 1969.

Lo_schiaccianoci_Milano_2025_2
Alessandro Paoloni e gli allievi della scuola di ballo

Il balletto, basato sul racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, edulcorato da Alexandre Dumas, si compone di due atti dalla struttura circolare, che si possono riassumere in realtà e sogno. Il primo atto ci accoglie all’esterno di un’abitazione elegante, dove dei ragazzacci si divertono ad tendere scherzi ai borghesi che si accingono a raggiungere la casa del Dottor Stahlbaum. Come per incanto il muro esterno della casa si solleva e veniamo trasportati all’interno, dove ha luogo un grande ricevimento per la festa del Natale. Tra i numerosi ospiti spicca l’eccentrico padrino dei bambini Stahlbaum, Drosselmeyer, che reca in dono numerose bambole. A Clara, la protagonista di questo romanzo di formazione, toccherà la bizzarra bambola dello Schiaccianoci, a sottolineare fin dall’inizio la differenza tra lei e gli altri bambini. Sarà proprio lo Schiaccianoci che la traghetterà nell’avventura di una notte che la vedrà addormentarsi bambina e risvegliarsi adulta.

Il cast che ha interpretato la rappresentazione del 10 gennaio, alla quale ha assistito OperaLibera, ha visto primi ballerini Virna Toppi nel ruolo di Clara e Nicola Del Freo nel ruolo del Principe, destreggiarsi non senza difficoltà nelle articolate coreografie di Nureyev. Nonostante la generosità dell’interprete maschile, l’interpretazione di Clara risulta infatti un poco tecnica. Complesso il ruolo di questa bambina adulta che, addormentatasi durante i festeggiamenti, sogna che lo schiaccianoci è prima attaccato dall’esercito dei topi – e da lei coraggiosamente difeso – e poi si trasforma in un Principe, che guidando un reggimento di soldatini sconfigge i ratti e il loro spaventoso re. Al termine dello scontro il Principe conduce Clara in un mondo fatato e poi in uno sfarzoso palazzo dove assisteranno ai numeri di danza più stravaganti, per poi coronare il loro idillio amoroso danzando insieme. Bravi i ballerini solisti che eseguono le danze di carattere del secondo atto, tra i quali abbiamo particolarmente apprezzato gli interpreti della danza spagnola (Cerulli, Di Cristo), il simpatico terzetto della danza cinese (Lunadei, Fornaciari, Mascia) e gli interpreti della danza araba (Vassallo, Corrado, Ballone e Messina, gli ultimi due notevoli anche nell’interpretazione dei nonni Stahlbaum).

Lo_schiaccianoci_Milano_2025_1
Alessandra Vassallo e Gabriele Corrado

Moltissimi gli strati di lettura che si possono dare all’opera che mantiene una struttura meccanica e circolare come quella di un carillon, anche grazie alle scene e ai costumi di Georgiadis, che nonostante gli oltre cinquant’anni di età, sostengono benissimo il carattere didascalico e romantico dell’allestimento e delle strutture musicali, piccoli carillon autoconcludenti. Questa struttura didascalica permette di far trapelare una grande complessità, quella dei sogni, e quella della musica di Čajkovskij, diretta dal maestro Valery Ovsyanikov.

Nonostante in questo adattamento siano scomparsi i parallelismi tra il principe e il padrino di Clara, rendendo il principe soltanto un alter ego della bambola, è chiaro come nella lunga notte di Clara gli elementi dell’infanzia si colorino di ambiguità: la guerra tra i soldatini è sanguinosa, le creature della notte sono spaventose come i topi, ma anche affascinanti come i pipistrelli che la sollevano in volo e la fanno danzare.

Nelle coreografie d’insieme Lo schiaccianoci si conferma un capolavoro, grazie al Corpo di ballo che esprime tutto il suo potenziale, in particolare nella danza dei fiocchi di neve e nel valzer dei fiori. È proprio nel secondo atto che lo spettatore, attraverso gli occhi di Clara, seduta di spalle su una poltrona proprio come noi, viene trasportato all’interno dei sogni della ragazzina, grazie alla musica superlativa e incalzante.

Grande apprezzamento anche per i giovanissimi interpreti dell’Accademia che nel primo atto contribuiscono a conferire allo Schiaccianoci quella dimensione di favola per bambini, di ambiente familiare e caloroso, amplificato dalla stupenda sequenza delle bambole meccaniche, che conferisce al balletto una particolare dimensione di nostalgia e ricordo dell’infanzia voluta da Nureyev.

Ed è proprio con nostalgia che il secondo atto si chiude su una Clara rimasta a sognare, questa volta sola e ad occhi aperti, mentre per noi scende nuovamente la parete dipinta dell’abitazione degli Stahlbaum, chiudendoci all’esterno dei sogni di Clara e riportandoci alla nostra realtà.

Foto: Brescia Amisano – Teatro alla Scala