L’elisir d’amore – Grand Théâtre, Monte-Carlo
L’ “elisir mirabile” di Gaetano Donizetti conclude il 2024 dell’Opéra di Monte-Carlo.
Entrando nella straripante Salle Garnier, questa volta non veniamo soverchiati da ori e stucchi ma stranamente sentiamo un suono familiare e rilassante, un frinire di cicale che fa da contorno ad una video proiezione sul palco. I ricordi ci aiutano e ci rendiamo conto che la chiesetta proiettata è familiare, ci troviamo, idealmente, nei pressi della tardo rinascimentale cappella della Madonna di Vitaleta, vicino a Siena. In un campo a pochi passi dalla chiesetta di svolge la nostra vicenda, in un mondo lillipuziano veramente incantevole e ben pensato.
L’allestimento, frutto di una coproduzione con l’Opera di Losanna, era già stato proposto alcuni anni fa sul palco monegasco e torna ora, come azzeccatissima scelta, per celebrare con un sorriso le feste natalizie. Il regista Adriano Sinivia e lo scenografo Cristian Taraborrelli ci fanno muovere fra alte spighe di grano, una gigantesca ruota di trattore, scatole di latta che diventano caserme e giostre in miniatura in uno spettacolo curatissimo, colorato e spensierato. Un racconto di Natale, insomma, che è potenziato, nella sua suggestione, dagli imponenti addobbi predisposti nella piazza del Casinò, prospiciente al teatro. I bellissimi costumi di Enzo Iorio, raccontano una favola che ha assonanze con i mondi del fantasy: una tribalità rivisitata in chiave moderna. Perfette le luci di Fabbriche Kebour che sanno sempre unire nel migliori dei modi le vodeoproiezioni a tema campestre, sullo sfondo, al resto della scena. Per una volta, soprattutto in questo periodo, meritiamo tutti di lasciarci andare e cogliere la magia del teatro con lo sguardo sognante di un bambino.
L’elisir d’amore rappresenta, senza dubbio, uno dei titoli più amati e rappresentati del genio bergamasco. Eppure, per certi aspetti, in questa edizione monegasca sembra di ascoltarlo per la prima volta. Merito, senza dubbio, della direzione trascinante ed avvolgente di Gianluca Capuano, alla guida de Les Musiciens du Prince-Monaco. La presenza in buca di strumenti storicamente informati, consente a Capuano di offrire, rispetto a certa tradizione esecutiva, una lettura originale del capolavoro donizettiano. Una architettura sonora che si innesta su di un disegno complessivo di rara perfezione e i cui pilasti fondativi sembrano essere dinamiche contrastanti, tempi scattanti e soluzioni ritmiche avvincenti. Nulla viene lasciato al caso, neppure il più piccolo passaggio, tanta è la cura con cui viene cesellata ed esaltata ogni pagina dello spartito. Encomiabile, in tal senso, il lavoro condotto sui singoli strumenti, dai quali nasce una armonia, ora briosa ed ora patetica, che avvolge il palcoscenico come una ventata di iridescente freschezza. Splendido, inoltre, l’apporto del forte piano, il cui estro esecutivo dona carattere e carisma ad ogni recitativo accompagnato, e regala anche al pubblico alcune piccole e gustose citazioni musicali.
Sul palcoscenico agisce una compagnia di canto di rilievo, ben affiata e magnificamente supportata dalla buca.
Vittorio Grigolo torna a vestire i panni di Nemorino, tra i ruoli iconici e maggiormente frequentati dal tenore aretino. Sotto il profilo meramente vocale si rimane affascinati, ancora una volta, dalla bellezza di un timbro solare e ricco come pochi altri oggi. Il mezzo è importante e corre facilmente in sala, brillando nella pienezza dei centri e nella luminosità di un registro superiore squillante. L’emissione, inoltre, viene opportunamente modulata regalando momenti di notevole suggestione. E poi c’è l’interprete, istrione e mattatore sulla scena, tenero ed appassionato nel fraseggio. Grigolo, oggi, riesce a caratterizzare un Nemorino più consapevole, rispetto ad un tempo, e che, pur nella sua ingenuità, risulta più smaliziato e determinato.
Al suo fianco l’ottima Adina di Francesca Pia Vitale. Una voce fresca, la sua, dall’emissione delicata e ben proiettata. La linea si segnala per i centri rigogliosi e per una regione acuta piuttosto voluminosa e piacevolmente timbrata. Il tenero abbandono conferito dal soprano all’aria “Prendi per me sei libero”, contribuisce ad elevare questo momento ad uno dei più significativi dell’intera serata. Le sfumature di un fraseggio sorvegliato e mai lezioso, unite allo charme della presenza scenica, concorrono a definire un personaggio delizioso e palpitante.
Maiuscola la prova di Nicola Alaimo che, attraverso la sua interpretazione del ruolo di Dulcamara, scrive, ancora una volta, una pagina di autentico teatro. Oltre alla compattezza di uno strumento rigoglioso e stilisticamente inappuntabile, va lodata la naturalezza con cui l’artista riesce a permeare ogni suono della giusta espressività. Gestualità e canto si uniscono come due anime complementari di un tutt’uno perfetto ed indivisibile, dando vita ad un personaggio carismatico, a tratti volutamente sopra le righe, e di irresistibile comicità. Nell’ambito di una prova di rilievo dobbiamo assolutamente riferire della stretta conclusiva dell’opera, “Ei corregge ogni difetto”, nella quale Alaimo dà sfoggio, attraverso la sfrontata facilità con cui sa dosare l’emissione, di essere un vero fuoriclasse.
Notevole anche il Belcore di Davide Luciano, dalla vocalità ampia e brunita. La linea, sempre sorvegliata, mostra buona familiarità con lo stile donizettiano e si prova, tra l’altro, in puntature squillanti e facilmente proiettate. Di spessore anche l’interprete, sbalzato con la giusta ironia, a metà strada tra la tracotanza militare e l’improbabile fascino seduttivo.
A completare la locandina è la brava Aitana Sanz, una Giannetta dall’emissione delicata e che si prodiga, specie nella sua scena in secondo atto, in puntature acute piacevolmente timbrate.
Di ottimo livello, come sempre, lo splendido Coro dell’Opéra di Monte-Carlo, preparato con encomiabile professionalità da Stefano Visconti.
Successo straripante al termine da parte di una platea affollatissima e visibilmente soddisfatta.
Con questa riuscitissima produzione del capolavoro donizettiano, L’Opéra di Monte-Carlo saluta il 2024 e si prepara ad un nuovo anno che si preannuncia ricco di bellissima musica.
L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso in due atti
Libretto Felice Romani
da Le Philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti
Adina Francesca Pia Vitale
Nemorino Vittorio Grigolo
Belcore Davide Luciano
Dulcamara Nicola Alaimo
Giannetta Aitana Sanz
Les Musiciens du Prince-Monaco
Direttore Gianluca Capuano
Coro dell’Opéra de Monte-Carlo
Direttore del coro Stefano Visconti
Maestro di Canto e Fortepiano Alessandro Praticò
Regia Adriano Sinivia
Scene Cristian Taraborrelli
Costumi Enzo Iorio
Luci Fabrice Kebour
Foto: ©OMC – Marco Borrelli