Madama Butterfly – Teatro Municipale, Piacenza
Il Teatro Municipale di Piacenza inaugura la sua stagione con Madama Butterfly.
“La musica? Cosa inutile. Non avendo libretto come faccio della musica? Ho quel gran difetto di scriverla solamente quando i miei carnefici burattini si muovono sulla scena. Potessi essere un sinfonico puro. Ingannerei il mio tempo e il mio pubblico” così scriveva Giacomo Puccini, per ribadire come la sua opera fosse enormemente legata a quello specialissimo e delicato rapporto fra parole, musica e sentimento. In questi ultimi giorni del 2024, centenario della dipartita del maestro il Municipale punta ancora, giustamente, ad una inaugurazione sotto il nume tutelare del grande genio lucchese. Lo fa con Madama Butterfly, capolavoro su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, con un progetto creativo che vede alla regia Leo Nucci e alle scene Carlo Centolavigna.
Pare superfluo presentare Leo Nucci, probabilmente uno dei baritoni più famosi del nostro tempo e che tante volte ha dato voce nel più perfetto dei modi a Rigoletto. Negli ultimi anni, dopo l’addio alle scene, il cantante si è avvicinato alla regia con un suo stile ben riconoscibile che punta sempre al rispetto per il libretto. Una scelta estetica, anche in questa produzione, funzionale ed essenziale: la famosa casetta, che si alza inaspettatamente in cielo nel finale, si trova al centro del palco circondata da qualche elemento tradizionale giapponese quale un torii rosso. Un modo di fare regia tradizionale e concreto che il pubblico piacentino dimostra di sapere ancora apprezzare. Splendidi i costumi del sempre eccezionale Artemio Cabassi, kimono ed abiti occidentali pieni di colori e preziose rifiniture, caratterizzati sempre da una cura sartoriale. Riuscite anche le luci di Michele Cremona che sottolineano alcuni momenti drammatici della vicenda con squarci di buio.
Musicalmente si impone la direzione asciutta ed incalzante di Matteo Beltrami. Una lettura, la sua, che procede in un susseguirsi di accentuati contrasti dinamici, opportunamente innestati in soluzioni ritmiche votate ad una immediata, quanto essenziale, verità teatrale. La narrazione è tesa ed incisiva, rifugge da facili languori e sottolinea, con dovizia di particolari, la drammatica evoluzione sentimentale della protagonista. Se nella scena del matrimonio prevalgono tinte orchestrali permeate di tenero lirismo, nell’atto successivo l’attenzione è riposta nel tratteggiare il dolente raccoglimento del canto di conversazione. Di particolare suggestione, poi, il drammatico finale, caratterizzato con lucido realismo.
Buona la prova della Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini, pronta a rispondere con la giusta attenzione alle stimolanti solleticazioni del podio.
Nel cast spicca, come doveroso che sia, la Cio-Cio-San di Claudia Pavone, al suo secondo incontro con questa immortale eroina pucciniana. Il soprano possiede una vocalità chiara e ben timbrata che, per omogeneità e morbidezza, ben si presta ad affrontare la scrittura dell’autore. L’emissione, piuttosto sorvegliata a tutte le altezze, consente di risolvere la parte con la giusta duttilità, risultando efficace nel registro centrale, rotondo e ben rifinito, quanto in quello superiore, luminoso e adeguatamente proiettato. Opportunamente fascinose, poi, le mezzevoci, impiegate con cura per meglio sottolineare il fraseggio musicale. Sotto l’aspetto interpretativo, rileva la compostezza dell’accento che, attraverso opportune sfumature, consente di caratterizzare un personaggio risoluto e sempre presente a se stesso.
Al suo fianco, Angelo Villari dona a Pinkerton il vigore di uno strumento ampio e sonoro. La sicurezza dell’emissione, tipicamente muscolare, e lo squillo del registro acuto, consentono di sottolineare al meglio il carattere egocentrico e sprezzante del personaggio.
Molto bene lo Sharpless di Alessandro Luongo che, anche in questa occasione, brilla per l’innata eleganza nella linea di canto, dal suadente impasto timbrico. Non gli è da meno l’interprete, esaltato dalla carismatica passionalità dell’accento.
Note positive anche per la Suzuki di Irene Savignano, della quale si apprezza lo smalto di uno strumento screziato e naturalmente proiettato.
Manuel Pierattelli tratteggia, con la giusta freschezza vocale e con dovizia d’accento, l’insinuante opportunismo di Goro.
Mattia Denti è uno zio Bonzo tonante e adeguatamente solenne, mentre Giacomo Leone riesce a restituire, con la giusta convinzione, l’affettato languore del principe Yamadori.
Eva Corbetta risolve il personaggio di Kate Pinkerton con solida professionalità.
Puntuali ed efficaci sono anche Fabrizio Brancaccio, il commissario imperiale, e Lorenzo Sivelli, l’ufficiale del registro, cui si affianca l’incisivo e volutamente sopra le righe Yakusidè di Eugenio Maria De Giacomi.
Completano la locandina Betty Makharinski, Zhou Zhixin e Yoo Hayoung, rispettivamente la madre, la zia e la cugina di Cio-Cio-San.
Una menzione d’onore merita, poi, il bravissimo Viktor Pastori nel ruolo del piccolo Dolore.
Un plauso, infine, alla pregevole prova del Coro del Teatro Municipale Piacenza che, ottimamente guidato da Corrado Casati, riesce a dipingere con autentica emozione il celeberrimo “Coro a bocca chiusa” al termine del secondo atto.
Successo travolgente al termine, tributato dal numerosissimo pubblico presente, visibilmente soddisfatto ed emozionato all’uscita dalla sala.
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in tre atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giocosa
dal dramma Madame Butterfly di David Belasco
Musica di Giacomo Puccini
Cio-Cio-San Claudia Pavone
Suzuki Irene Savignano
Kate Pinkerton Eva Corbetta
F. B. Pinkerton Angelo Villari
Sharpless Alessandro Luongo
Goro Manuel Pierattelli
Il principe Yamadori Giacomo Leone
Lo zio Bonzo Mattia Denti
Il commissario imperiale Fabrizio Brancaccio
L’ufficiale del registro Lorenzo Sivelli
La madre di Cio-Cio-San Betty Makharinsky
La zia Zhou Zhixin
La cugina Yoo Hayoung
Dolore Viktor Pastori
Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Direttore Matteo Beltrami
Maestro del coro Corrado Casati
Regia Leo Nucci
Scene Carlo Centolavigna
Costumi Artemio Cabassi
Luci Michele Cremona
Foto: Gianni Cravedi