Concerti

I Pianeti di Holst – Teatro Sociale, Mantova

Il programma tempo d’orchestra di Orchestra da Camera di Mantova ha visto ospite al teatro Sociale l’Orchestra di Padova e del Veneto con l’esecuzione de I Pianeti di Gustav Holst, sotto la direzione di Marco Angius, che ha offerto una lettura interessante e precisa di uno dei lavori più iconici del repertorio novecentesco. Composta tra il 1914 e il 1917, questa suite orchestrale in sette movimenti è ispirata dall’astronomia, non tanto dalla mitologia classica, come spesso erroneamente si pensa. Ogni movimento della suite rappresenta un pianeta del sistema solare, con le relative caratteristiche simboliche che Holst attribuì ai corpi celesti, ma senza voler necessariamente raccontare una storia mitologica.

La versione eseguita in questa occasione è quella di George Morton, che ha curato una revisione dell’opera, pur mantenendo intatta la sostanza della composizione. La scelta di Morton permette di evidenziare il colore orchestrale vibrante di Holst, che attinge dalle correnti innovative del suo tempo, dalla musica impressionista alla più intensa tensione armonica e ritmica. Sebbene l’opera non segua una struttura narrativo-programmatica tradizionale, la musica si adatta bene a suggestioni evocative, creando paesaggi sonori che oscillano tra il misterioso e il maestoso.

Un’aggiunta visiva interessante e coinvolgente è stata la proiezione di immagini straordinarie provenienti dai telescopi e dai satelliti, che hanno permesso al pubblico di esplorare i corpi celesti del sistema solare. Le immagini dei pianeti, con le loro superfici e caratteristiche spettacolari, si sono mescolate alla musica, dando vita a un’esperienza multisensoriale che ha trasportato l’ascoltatore nel cuore dello spazio. In modo particolare, l’accompagnamento visivo ha evocato un legame diretto con la musica che, anni dopo la sua composizione, ispirò le colonne sonore della saga di Star Wars, trasformando l’esecuzione della suite di Holst in una sorta di concerto per una “colonna sonora stellare”. L’abbinamento tra immagini suggestive e la musica imponente ha dato nuova vita alla suite, creando un’atmosfera che ha rievocato non solo l’epoca in cui fu scritta, ma anche l’immaginario cinematografico contemporaneo legato all’esplorazione spaziale.

Ogni movimento della suite ha una propria identità stilistica, ben distinta, a partire da Marte, il portatore di guerra, il primo brano, che presenta una sezione ritmica martellante, quasi ossessiva, accompagnata da temi drammatici che riflettono la violenza e il conflitto. La direzione di Angius, sebbene talvolta un po’ rigida nella gestione del ritmo, riesce a mantenere un buon controllo delle dinamiche e a garantire un adeguato contrasto tra le diverse sezioni orchestrali, specialmente nei passaggi più esplosivi. La sezione degli ottoni, in particolare, trova nel movimento un’esecuzione robusta e ben calibrata.

In Venere, il portatore di pace, l’atmosfera cambia radicalmente, passando dalla violenza alla dolcezza. Qui, Holst gioca con toni più morbidi e levigati, con una scrittura orchestrale che mette in risalto le sonorità di archi e legni. Sebbene la direzione di Angius sembri un po’ più controllata rispetto ad altre interpretazioni, la sua lettura permette di apprezzare la delicatezza del movimento senza cadere in eccessi sentimentali.

Il movimento successivo, Mercurio, il messaggero degli dèi, è caratterizzato da una frenesia leggera, una scrittura a sezione contrastante, dove le linee veloci degli archi e dei fiati si intrecciano creando un senso di urgenza. Qui, l’orchestra, sotto la guida di Angius, ha dato prova di una buona coesione, anche se talvolta i passaggi più veloci sono sembrati leggermente meno fluidi di quanto richiesto.

Giove, il portatore di gioia emerge come il movimento più brillante e solenne della suite, con ampi temi che, a tratti, ricordano la maestosità della musica di Holst. La direzione di Angius ha reso giustizia alla grandiosità del brano, pur mantenendo una certa rigidità nel fraseggio. La sezione degli archi e degli ottoni ha risposto con precisione, anche se la lettura non è riuscita a esprimere appieno l’energia frizzante che caratterizza questo movimento.

Saturno, il portatore di vecchiaia è il momento di maggiore introspezione dell’intero ciclo. La musica lenta e gravosa si sviluppa lentamente, creando un’atmosfera che, pur nella sua lentezza, riesce a trasmettere una sensazione di malinconia. La lettura di Angius, forse un po’ troppo rigida nel trattamento del tempo, ha tuttavia consentito di mantenere una certa densità sonora, pur non riuscendo a far emergere appieno la profondità emotiva del brano.

Nel movimento successivo, Urano, il mago, la musica è un susseguirsi di cambiamenti repentini, con un linguaggio che sfida le convenzioni melodiche e armoniche. La direzione di Angius è stata precisa, con l’orchestra che ha navigato abilmente le richieste ritmiche e le incertezze tonali, ma anche in questo caso la lettura ha mostrato una certa linearità, che ha limitato la capacità di sorprendere nelle parti più bizzarre della composizione.

Infine, Nettuno, il mistico, chiude la suite con un brano che gioca con la dissolvenza timbrica e il mistero. L’orchestra ha dato vita a un’atmosfera quasi irreale, con un’attenzione particolare ai colori degli archi e dei fiati. La direzione di Angius ha permesso di mantenere l’equilibrio sonoro, anche se la parte finale del movimento non ha raggiunto la trasparenza ideale, con un po’ di confusione nei passaggi più sfumati.

In sintesi, l’esecuzione de I Pianeti ha messo in evidenza le sfaccettature compositive di Holst, che sa alternare la maestosità a momenti di intima riflessione. Pur nella sua direzione forse un po’ quadrata, Marco Angius è riuscito a stabilire un efficace dialogo con l’orchestra, permettendo a ogni movimento di emergere nella sua caratteristica unicità. L’Orchestra di Padova e del Veneto ha risposto con precisione, riuscendo a rendere i diversi colori e sfumature della partitura.  Per il pubblico mantovano un’esperienza nuova e trascendetale che ha riscosso successo ed entusiasmo.