Il flauto magico-Teatro Comunale, Ferrara
6 dicembre 2024. Un meraviglioso soffio di gioventù: questa è la mia prima impressione dopo la recita del capolavoro mozartiano, applauditissima dal numeroso pubblico presente nella bella sala del Teatro Abbado di Ferrara la sera di venerdì 6 dicembre . Ottima e lodevole iniziativa fortemente voluta dalla dirigenza del teatro , il M. Carlo Bergamasco, direttore generale, pianista ed avvocato, e il direttore artistico M. Marcello Corvino, che hanno affidato ad un mito del teatro lirico mondiale, lo straordinario M. Leone Magiera, la preparazione vocale e la direzione musicale del giovane e folgorante cast vocale.
Il maestro modenese ha saputo trarre il meglio dai giovani che lo hanno seguito, curando non solo l’emissione, ma ogni singolo colore ed accento della partitura del genio salisburghese, creando un afflato suggestivo profumato di energia e giovinezza, la stessa che il maestro Magiera presenta dall’alto dei suoi anni che per altro non si vedono dati l’energia e l’entusiasmo palesati ogni volta che lo incontriamo.
Nel cast ci hanno colpito soprattutto la tenera, luminosa e perlacea voce del soprano Yulia Merkudinova, una Pamina volitiva e dolce allo stesso tempo, con una ferrea tecnica, una ottima ritenuta del fiato ed un fraseggio impeccabile, oltre ad una figura scenica molto piacevole, il Papageno, sonoro, bronzeo , disinvolto, dalla morbida e maschia emissione di Gianluca Failla, dalla piacevole figura scenica, la simpatica e brava sua Papagena , Alessandra Adorno, dalla sicura e bella voce e con una grande spigliatezza scenica da soubrette e la sicura e musicalissima Claudia Urru , una Regina della notte che ha eseguito con grande maestria tutte le terribili note acute del suo ruolo ben centrate e lanciate come saette, sapendo cogliere il meglio da un mezzo vocale non poderoso e ben supportato da un’ottima sicurezza tecnica .
Buono e dalla bella presenza fisica, con un ottimo mezzo vocale e buona musicalità il tenore Younggi Do, un Tamino ben costruito e condotto. Come ben strutturato nel suo ruolo , con buona voce ,il Sarastro di Dimitrii Grigorev da cui ci saremmo aspettati un po’ più di peso vocale ed autorità scenica.
Simpatico e molto musicale il ben caratterizzato Monostatos di Lorenzo Martelli
Gradevolissime e ben assortite tra loro le tre Dame di Gesua Gallifoco, Silvia Caliò e Janessa Shae O’Hearn come di buona musicalità e presenza hanno dato prova l’Oratore di Gianluca Convertino, il Primo Sacerdote di Giulio Riccò ( anche secondo armigero) e il Secondo Sacerdote di Carlo Enrico Confalonieri (anche Primo armigero). Disinvolti e musicali i giovanissimi Geni interpretati da Kloe Kurti , Lorenzo Pigozzo e Giovanni Maria Zanini dell’Accademia A.Li.VE
L’Orchestra Città di Ferrara è risultata protagonista, cesellando con ricami e sapienti accenti, mai sopra le righe, la bellissima partitura mozartiana, guidata con rara maestria dal direttore d’orchestra Massimo Raccanelli, che ha saputo usare ogni sfumatura e sapiente colore con polso fermo e ottima tenuta sia del golfo mistico che del palcoscenico.
Ottima prova del Coro del Teatro Comunale di Ferrara , diretto mirabilmente da Teresa Auletta.
La regia , firmata da Marco Bellussi è stata rispettosa della trama, cogliendo nella magia di una biblioteca colma di libri, l’essenza del sapere e della conoscenza che viene ricercata e perseguita da Tamino, supportato dalla sua Pamina. Le scene erano a firma di Matteo Paoletti Franzato, i costumi di Elisa Cobello, i video che infondevano suggestioni magiche all’esecuzione dell’opera erano a cura di Fabio Massimo Iaquone e le luci splendide e taglienti erano di Marco Cazzola.
Al termine il pubblico ha festeggiato con molti applausi e chiamate al proscenio i giovani artisti, visibilmente commossi ed emozionati. Uno spettacolo elegante, ben eseguito e gradevole , coronato da un ottimo successo.
Cristina Miriam Chiaffoni
8 dicembre 2024. Il sapere e la saggezza sono la vera forza; da qui parte l’idea del regista Marco Bellussi per questa produzione de Il flauto magico, l’inizio di un percorso di crescita e formazione attraverso la conoscenza e la virtù; un percorso non privo di ostacoli e prove da superare. La scena, una piattaforma girevole realizzata da Matteo Paoletti Franzato, è ambientata in una biblioteca, il Tempio del sapere, dove Tamino, terrorizzato nel leggere un libro viene in apparenza salvato dalle tre dame che strappano e bruciano il suddetto libro; esse sono inviate dalla Regina Astrifiammante, simbolo del male che attraverso l’inganno e la superstizione, cerca di soggiogare il giovane principe. Tutta l’azione, appunto si svolge in questa biblioteca e in un preciso momento ci appare la sezione di uno scaffale chiuso da grate e con pochi, pochissimi libri, dove si trova prigioniera Pamina, anche lei eletta da Sarastro agli ideali di virtù, amicizia e amore (da quel luogo inizierà, infatti, quel percorso). E come non esiste il male assoluto anche per il bene vale la stessa regola, qui impersonato dal personaggio di Monostatos che indossa un abito pressoché uguale a quello delle tre Dame e della Regina. Naturalmente anche l’ambiente buffo è ben realizzato, i personaggi di Papageno e Papagena sprizzano allegria ed esuberanza e si inseriscono nella serietà della trama principale senza che mai l’una prevalga sull’altra. Molto in sintonia con le idee del regista i bei costumi creati da Elisa Cobello, dai colori cupi a quelli briosi che, insieme alle proiezioni video curate da Fabio Massimo Iaquone hanno offerto uno spettacolo con più di un punto di riflessioni, riflessioni anche attuali che, spiace dirlo, un’esigua parte del pubblico non ha gradito. La maggior parte del pubblico ha, fortunatamente, compreso il messaggio del regista e lo ha premiato con un sincero e caloroso successo.
Massimo Raccanelli ama Mozart e anche questa volta l’ha dimostrato. Una delle migliori esecuzioni del capolavoro del genio salisburghese di questo periodo. Conosce la partitura da fine musicista quale è nel più piccolo dettaglio (un valentissimo violoncellista che gli ha permesso di conoscere la musica antecedente a Mozart e ne conosce a fondo le evoluzioni stilistiche) e la sua direzione ne esalta i valori più alti; morbido, elegante, impetuoso, dosa con sapienza i piani sonori a seconda delle voci a disposizione e sa trasmettere al pubblico sia la sensazione di austerità e sa essere leggero e frizzante negli interventi buffi; dalla splendida Ouverture, alle grandi pagine corali la fusione fra strumenti e musica non ha avuto un momento di cedimento. L’Orchestra Città di Ferrara, galvanizzata da un simile direttore ha suonato in modo impeccabile; equilbrio perfetto fra buca e palcoscenico; l’ovazione che lo ha salutato Maestro e Orchestra al termine della recita è stata meritatissima.
Ottimo il Coro del Teatro Comunale di Ferrara, ottimamente e scrupolosamente preparato da Teresa Auletta
Di buonissimo livello il Cast di giovani cantanti.
Delicato e sicuro il Tamino di Younggi Do, con una preparazione tecnica che gli permette di cesellare l’aria del ritratto.
Dello stesso valore Yulia Merkudinova, voce delicata che ha eseguito l’aria del II atto con accenti toccanti.
Dmitrii Grigorev nei panni di Sarastro è stata figura autorevole, anche se come spessore vocale la parte bassa è un po’ fievole. Nel complesso una buona prova.
Perfetta Claudia Urru nel ruolo della Regina Astrifiammante; tecnica vocale eccellente che ha eseguito alla perfezione le sue bellissime arie.
Gianluca Failla come Papageno sprizza esuberanza e simpatia in ogni momento; canto sorvegliatissimo il suo è stato un Papageno sicuramente da ricordare.
Spigliata ed esuberante, sia scenicamente che vocalmente Alessandra Adorno come Papagena.
Ottimo e perfido quanto basta e con un canto impeccabile il Monostatos di Lorenzo Martelli.
Gianluca Convertino è stato un convincente Oratore, solenne e austero come la parte richiede.
Giulio Riccò e Carlo Enrico Confalonieri entrambi eccellenti nei doppi ruoli dei Sacerdoti e Armigeri.
Le tre Dame Gesua Gallifoco, Silvia Caliò e Janessa Shae O’Hearn sono state di una bravura strepitosa; non solo vocale, ottima, ma dalla presenza scenica davvero di gran classe.
Molto bravi i tre Fanciulli Khloe Kurti, Lorenzo Pigozzo e Giovanni Maria Zanini, membri dell’Accademia A.LI.VE.
I figuranti Francesco Ferri, Nicola Franz, Lorenzo Neri, Davide Craglietto, Michele Greco e il Mimo Elisabetta Galli hanno contribuito al successo entusiastico, con punte di vere e proprie ovazioni.
Alessio Solina
Teatro Comunle di Ferrara
Stagione 2024
IL FLAUTO MAGICO
(Die Zauberflöte)
Opera tedesca in due ati K. 620
Libretto di Emanuel Schikaneder
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Editore Bärenstein, Rappresentente per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano
Sarastro Dmitrii Grigrev
Tamino Younggi Do
Oratore Gianluca Convertino
Primo Sacerdote/Secondo Armigero Giulio Riccò
Secondo Sacerdote Carlo Enrico Confalonieri
Regina della Notte Claudia Urru
Pamina Yulia Merkudinova
Tre Dame Gesua Gallifoco, Silvia Caliò, Janessa Shae O’Hearn
Tre fanciulli Khloe Kurti, Lorenzo Pigozzo, Giovanni Maria Zanini dell’Accademia A.LI.VE
Papageno Gianluca Failla
Papagena Alessandra Adorno
Monostatos Lorenzo Martelli
Direttore musicale Leone Magiera
Orchestra Città di Ferrara
Direttore Massimo Raccanelli
Coro del Teatro Comunale di Ferrara
Maestro del Coro Teresa Auletta
Regia Marco Bellussi
Scene Matteo Paoletti Franzato
Video Fabio Massimo Iaquone
Costumi Elisa Cobello
Luci Marco Cazzola
Produzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara in coproduzione con Fondazione Teatri di Piacenza
Ferrara, Teatro Comunale “Claudio Abbado, 6/8 dicembre 2024
FOTO: Marco Caselli Nirmal – Su gentile concessione del Teatro Comunale di Ferrara