Werther – Comunale Nouveau, Bologna
Werther, l’immortale capolavoro di Jules Massenet, torna a Bologna nell’applaudito allestimento firmato da Rosetta Cucchi.
Tra le opere di Jules Massenet, Werther rappresenta, con ogni probabilità, il suo più grande capolavoro. Nel cercare di tradurre in musica l’inquieto malessere del protagonista del romanzo di Johan Wolfgang von Goethe, il compositore francese, coadiuvato nella stesura del libretto da Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, diede vita ad una partitura “nuova” e lontana dalle convenzioni musicali dell’epoca. Rispetto al tedesco della fonte letteraria, l’adozione della lingua francese, con le sue sonorità tipicamente morbide ed arrotondate, concorre alla creazione di un linguaggio meno esasperato, ma, piuttosto, ricco di nuances e sfumature. Una varietà di accenti ben sottolineata, in questa occasione, dalla direzione di Riccardo Frizza, al suo primo incontro con uno dei caposaldi della produzione operistica francese. Il direttore bresciano, attraverso un gesto misurato e preciso, crea un racconto di straordinaria compattezza, un magma sonoro di travolgente emozione. Analitica e meticolosa è la scelta dei colori e delle dinamiche, perfettamente combinate tra loro in un affresco pervaso da un misto di malinconia ed inquietudine, una lenta e drammatica discesa verso il tragico finale. Una lettura sbalzata con ardente passione e che non cede mai il passo a facili languori. Una prova maiuscola grazie, anche, al valente supporto della Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, capace di esibire un suono che si apprezza per rotondità e morbidezza.
Il podio dialoga, poi, meravigliosamente con il palco dove si esibisce una compagnia di livello che può contare, specie nei due protagonisti, due artisti eccezionali.
Dmitry Korchak, dopo averlo già interpretato in diverse produzioni, porta ora il suo collaudato Werther anche sul palcoscenico del teatro felsineo. Il tenore si impone con la sua vocalità luminosa e levigata, dall’emissione sicura ed infaticabile. La duttilità della linea gli consente di risolvere abilmente ogni passaggio della partitura, in virtù, tra l’altro, di un registro centrale pieno e vibrante e di una regione acuta svettante e ben proiettata. Notevole anche la raffinata caratterizzazione scenica dell’eroe massenetiano, sbalzato con cura nella sua evoluzione psicologica nel corso della vicenda. Diversi i momenti da ricordare della prova di Korchak, ma sicuramente non possiamo non citare la bellissima esecuzione della celeberrima “Pourquoi me reveiller”, durante la quale il tenore si esibisce in un diminuendo, dall’acuto a piena voce ad un morbidissimo filato, da autentico fuoriclasse.
Al suo fianco la stupenda Charlotte di Annalisa Stroppa. Il mezzosoprano mostra un mezzo di puro velluto, dal caratteristico colore notturno e dal fascinoso impasto timbrico. La morbidezza dell’emissione consente all’artista di accarezzare la frase musicale dando vita ad autentiche pennellate sonore. E accanto all’ottima esecutrice, c’è l’interprete, elegantissima sulla scena, fantasiosa e accurata nell’accento. I tormenti della donna, divorata dalla sua passione per Werther e osteggiata dal dovere impostole dalla promessa alla madre morente, risaltano con struggente palpitazione durante la bellissima “aria delle lettere”, la cui esecuzione rimane uno dei vertici emotivi della serata.
Accanto alla coppia dei protagonisti si impone l’Albert di Tommaso Barea. Un baritono che, alla elegante ed aitante presenza scenica, unisce un canto omogeneo e ben sfogato in tutti i registri.
Molo brava anche la Sophie di Claudia Ceraulo, della quale apprezziamo la freschezza di uno strumento dal piacevole colore cristallino. Note positive anche per la sbarazzina ed aggraziata caratterizzazione scenica.
Efficace ed incisivo Le Bailli di Alessio Verna, ben a fuoco anche lo Schmidt di Xin Zhang.
Sempre una garanzia Dario Giorgelè, che interpreta con la consueta solida professionalità il ruolo di Johann.
Completano la locandina Yuri Guerra, Brühlmann, e Giulia Alletto, Kätchen, entrambi a proprio agio nei rispettivi ruoli.
Una menzione speciale, poi, per Agnesa Batrinac, Annarita Bellotti Carrera, Martina Esposito, Katia Gagliardi, Miriam Gigliotti, Martina Giorgi, Matilde Loreni, Michika Manners, Valentina Selleri ed Esther Sperandio, i piccoli cantori delle voci bianche ottimamente preparati da Alhambra Superchi.
Lo spettacolo riprende il progetto registico ideato da Rosetta Cucchi per il Teatro Comunale di Bologna nel 2016 e ora ripensato per gli spazi del Comunale Noveau. La regista, qui coadiuvata da Stefania Panighini, ci presenta Werther che, ad apertura di sipario, siede su di una poltrona rossa in evidente stato di shock e in procinto di compiere il gesto estremo. Forse tutto il racconto è, dunque, una sorta di lungo viaggio nella mente del personaggio, dove la realtà si affianca alla proiezione della vita che avrebbe sempre desiderato, quella vissuta accanto a Charlotte, e che mai avrebbe potuto avere.
La scena, a cura di Tiziano Santi, si avvale di pochi elementi e vede, tra questi, due grandi tronchi di albero (evidente, quanto necessario per quest’opera, richiamo al mondo della natura) e la silhouette di una abitazione (quella di Charlotte). La presenza di eleganti costumi, ideati da Claudia Pernigotti e qui ripresi da Massimo Carlotto, ispirati alla moda degli anni settanta del secolo scorso, ben sottolinea la dimensione piccolo borghese del racconto.
Uno spettacolo complessivamente godibile e ben caratterizzato, grazie anche al sempre efficace progetto luci di Daniele Naldi. Un buon tentativo di addentrarsi nell’analisi del problematico rapporto tra i due protagonisti dell’opera.
La serata è stata accolta da applausi calorosi per tutti gli artisti e per la squadra creativa. Vivo entusiasmo, fortemente meritato, per Korchak, Stroppa e Frizza.
Dobbiamo chiudere il nostro articolo, tuttavia, con una punta di amarezza dovuta, in particolare, ai troppi, ingiustificati posti vuoti in sala. Questo spettacolo avrebbe, senza dubbio, meritato ben altra partecipazione di pubblico! Speriamo che la situazione possa riscattarsi durante le recite successive!
WERTHER
Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann
Musica di Jules Massenet
Werther Dmitry Korchak
Albert Tommaso Barea
Le Bailli Alessio Verna
Schmidt Xin Zhang
Johann Dario Giorgelé
Bruhlmann Yuri Guerra
Charlotte Annalisa Stroppa
Sophie Claudia Ceraulo
Katchen Giulia Alletto
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Riccardo Frizza
Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna
diretto da Alhambra Superchi
Regia Rosetta Cucchi
Scene Tiziano Santi
Costumi Claudia Pernogotti
Costumi ripresi da Massimo Carlotto
Luci Daniele Naldi
FOTO: Andrea Ranzi