Così fan tutte – Teatro Ponchielli, Cremona
La stagione d’opera del Teatro Ponchielli di Cremona prosegue nel nome di Wolfgang Amadeus Mozart.
Così fan tutte, l’ultimo capitolo della trilogia dapontiana è una grande riflessione sull’amore, come ci rivela anche il suo sottotitolo: “La scuola degli amanti”. Già Tiziano nel 1515 con il suo Amor sacro e Amor profano, ci mostra, allegoricamente, la dicotomia fra l’amore più alto idealizzato e perfetto e quello più concreto e reale. Allo stesso modo, in musica, fanno Da Ponte e Mozart, che ci parlano della fine di quell’amore giovanile ed illusorio e dell’arrivo di sentimenti più ponderati dalla ragione che è metaforicamente rappresentata, nell’opera, dal filosofo Alfonso.
L’allestimento andato in scena è firmato da Mario Martone che lo concepì per il Teatro San Carlo di Napoli nel 1999. Il Ponchielli lo ripropone ora come capofila della coproduzione che vedremo in tutti i teatri di OperaLombardia.
Lo spettacolo, ripreso da Raffaele Di Florio e con le scene di Sergio Tramonti è estremamente pulito e funzionale. Punto focale sono i due letti delle protagoniste che spiccano con il loro candore in una stanza buia, rischiarata solo da una finestra aperta sul golfo di Napoli. Nell’insieme il colpo d’occhio rimanda alle regie di Strehler, ad un modo di fare teatro dal sapore antico ed assolutamente effiace. Più che sugli elementi scenici si gioca con la fisicità degli interpreti che grazie a praticabili laterali si fondono quasi con il pubblico. Riusciti i costumi alla moda del settecento di Vera Marzot, qui ripresi da Rossana Gea Cavallo, perfette le luci calde e spesso radenti di Pasquale Mari riprese qui da Gianni Bertoli.
L’esecuzione musicale è illuminata dalla splendida prova di Federico Maria Sardelli, tra i più apprezzati direttori di oggi e, in particolare, per le sue prove nel repertorio storicamente informato. La sua lettura della partitura è pulita e lineare, pervasa da tinte pastello e di delicata leggerezza. Se le schermaglie amorose dei protagonisti sono sbalzate con ammiccante pudore, le prodezze di Despina e Don Alfonso vengono sottolineate con gustosa, e mai grossolana, ironia. Il racconto musicale prende vita da un gesto direttoriale di geometrica precisione, quasi a seguire uno schema sequenziale armoniosamente ordinato. Notevole l’affiatamento con la compagine della Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, della quale plaudiamo al nitore e alla morbidezza dei suoni, specie nella sezione dei fiati. Una menzione speciale, inoltre, all’estro esecutivo di Dario Tondelli, maestro al clavicembalo.
La compagnia di canto, composta da giovani artisti vocalmente e scenicamente molto affiatati, è accomunata dalla chiarezza e dalla pulizia nella dizione e nella articolazione della frase musicale da parte di ognuno.
Katarina Radovanović affronta la temibile scrittura di Fiordiligi con vocalità sicura e brillante. Lo strumento, ampio e ben proiettato, si disimpegna con buona duttilità nei passaggi più virtuosistici come in quelli più elegiaci. La delicatezza del fraseggio si accompagna, poi, al fascino garbato della presenza scenica.
Al suo fianco, Mara Gaudenzi è una Dorabella di spicco che colpisce da subito per la preziosità di un impasto timbrico piacevolmente ambrato. La linea di canto, naturalmente musicale, si staglia con omogeneità tra le righe dello spartito. Ben assestato l’accento, tornito con le giuste, quanto variopinte, sfumature atte a rappresentare la tempesta sentimentale che agita il cuore del personaggio.
Cristin Arsenova, si mostra a proprio agio nei panni di Despina, grazie alla fluidità di una vocalità squillante e dal bel colore chiaro. Notevole, poi, il carisma dell’interprete, capace di pennellare la frase musicale con ammiccante ironia.
Passando ai signori uomini, Pietro Adaíni è un Ferrando che convince senza riserve per la morbidezza del fraseggio musicale. Una vocalità tenorile, la sua, ben timbrata, dal piacevole colore brillante, e caratterizzata dalla rotondità e dalla sicurezza dell’emissione. Con un uso molto accurato di colori e sfumature, Adaíni risulta altrettanto efficace sotto l’aspetto interpretativo, alternando il carattere amoroso a quello deluso e sconfortato del giovane innamorato dinanzi al presunto tradimento della sua promessa sposa.
Al suo fianco, Davide Peroni offre una interpretazione pienamente riuscita del ruolo di Guglielmo. Il baritono, dalla vocalità fresca e vellutata, sfoggia una buona omogeneità tra i registri, caratterizzando con uguale incisività e trasporto le pagine di maggiore trasporto come quelle dal più spiccato turbamento emotivo. Coinvolgente e sempre coinvolto l’interprete, palpitante nell’accento e disinvolto nelle movenze.
Promossa a pieni voti anche la prova di Matteo Torcaso nei panni di Don Alfonso. Il baritono dimostra una certa souplesse vocale che gli consente di superare abilmente le numerose richieste della scrittura mozartiana. Se ben curata è l’emissione, altrettanto cesellato è il fraseggio, articolato con il giusto equilibrio tra saggezza, solennità e aristocratica ironia.
Valoroso l’apporto del Coro di OperaLombardia, sotto la guida esperta di Diego Maccagnola.
Numerosa la partecipazione del pubblico che, dopo aver seguito con attenzione il tragicomico evolversi degli eventi sulla scena, si scioglie in calorose accoglienze al termine per tutta la compagnia e direttore. E dopo la tappa cremonese, lo spettacolo proseguirà, nelle prossime settimane, la sua tournée nei teatri del Circuito di OperaLombardia.
COSÌ FAN TUTTE, OSSIA LA SCUOLA DEGLI AMANTI
Opera lirica in due atti KV 588
Libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Fiordiligi Katarina Radovanović
Dorabella Mara Gaudenzi
Guglielmo Davide Peroni
Ferrando Pietro Adaíni
Despina Cristin Arsenova
Don Alfonso Matteo Torcaso
Direttore Federico Maria Sardelli
Regia Mario Martone
Ripresa da Raffaele Di Florio
Scene Sergio Tramonti
Costumi Vera Marzot
Ripresi da Rossana Gea Cavallo
Luci Pasquale Mari
Riprese da Gianni Bertoli
Maestro del Coro Diego Maccagnola
Maestro al clavicembalo Dario Tondelli
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
FOTO: Lorenzo Gorini