Verdi, Messa da Requiem – Livorno, Teatro Goldoni
A Livorno, città di Mascagni, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi era stata fino ad oggi eseguita una sola volta, nel 1986, all’aperto presso Villa Mimbelli, sede del Museo Civico Giovanni Fattori. Il Teatro Goldoni ha pertanto voluto inaugurare la stagione lirica 2024-2025 con questo titolo verdiano, di cui ricorre il 150° dalla prima rappresentazione, e lo ha coraggiosamente proposto in due date che hanno visto la partecipazione di un pubblico numeroso ed entusiasta.
La lettura di questa varia e complessa partitura è affidata al maestro Eric Lederhandler il quale, pur rendendo giustizia alla terribile monumentalità della Messa, ne fa emergere soprattutto il carattere di tormentata meditazione. La narrazione è ampia e distesa, in un procedere per lo più compatto con l’Orchestra e il Coro del Teatro Goldoni. Quest’ultimo, diretto da Maurizio Preziosi, si dimostra di buona consistenza e ben amalgamato, realizzando momenti in pianissimo di grande correttezza e suggestione, come all’inizio nel “Requiem aeternam” o nella sequenza conclusiva. Di notevole impatto l’attacco e le riprese del “Dies Irae”, molto drammatico il “Rex tremedae maiestatis” e di ampio e struggente respiro la “Lacymosa”; qualche scollamento si riscontra nel “Sanctus” con il fronteggiarsi dei due cori, ma riesce invece articolato e vibrante l’”Agnus Dei”. Nel delicato passaggio del “Tuba mirum”, colpisce la saldezza e la rotondità della tromba, mentre nell’Offertorio spicca il nitido intreccio delle linee, grazie anche al valido e affiatato cast degli interpreti.
Fra questi, il soprano Marianna Mappa è estesa e incisiva in ogni intervento e modula con impeto e varietà l’intero “Libera me, Domine”.
Scolpito e accorato il “Liber scriptus” intonato dal mezzosoprano Irene Molinari, di grande omogeneità e vigore espressivo. Limpido e incantevole poi il duetto del “Recordare” realizzato insieme alla Mappa.
Raffaele Tassone da parte sua rende con eleganza ed ampiezza melodica l’”Ingemisco” ed è luminoso in ogni passaggio, pur con alcune diseguaglianze nell’emissione.
Ha una vocalità piena e compatta Yongheng Dong che scandisce con fermezza il “Mors stupebit” e sbalza con forza e calore “Oro supplex et acclinis”.
Un’esecuzione dunque tra teatralità e riflessione, in omaggio ad un Verdi disincantato e radicale che si interroga sul mistero della vita e della morte.
Giuseppe Verdi
MESSA DA REQUIEM
per soli, coro e orchestra
Eric Lederhandler direttore
Marianna Mappa soprano
Irene Molinari mezzosoprano
Raffaele Tassone tenore
Yongheng Dong basso
Maurizio Preziosi maestro del Coro
Orchestra e Coro del Teatro Goldoni
Foto: Team Bizzi