Concerti

Ramificazioni Maxime Pascal, Shirin Neshat – Festival Verdi 2024, Parma  

La rassegna Ramificazioni, inserita nella programmazione del Festival Verdi 2024, si inaugura con il concerto diretto da Maxime Pascal.

La programmazione del Festival Verdi si arricchisce, quest’anno, con Ramificazioni, una nuova rassegna di concerti e performance che ci mostrano come l’insegnamento verdiano sia forte anche nei compositori più vicini a noi ma anche come questo esistesse già in nuce prima del cigno di Busseto.

Nella cornice dell’Auditorium Nicolò Paganini di Parma, un gioiello firmato da Renzo Piano nel 2001, abbiamo assistito al primo appuntamento di questo ciclo, con il quale si è voluto accostare la musica di Giuseppe Verdi a quella di due figure chiave del Novecento: Luigi Nono e Arnold Schönberg. Una serata che vuole celebrare, tra l’altro, due importanti anniversari visto che proprio nel 2024 ricorrono, rispettivamente, i 100 e i 150 anni dalla nascita di questi compositori.

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Chantal Santon Jeffery, Katarzyna Otczyk e Raffaele Feo

Per dare vita ad un programma tanto impegnativo, quanto di grande suggestione, il Teatro Regio si affida alla bravura di Maxime Pascal, tra i più blasonati interpreti attuali della musica contemporanea.

In apertura, viene eseguito A survivor from Warsaw op. 46 di Arnold Schönberg, oratorio del 1947 per voce recitante, coro maschile ed orchestra. Si tratta di un brano che rappresenta, con crudo realismo, una lucida ed inquietante rappresentazione delle persecuzioni naziste perpetrate ai danni degli ebrei. Pascal, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini, riesce a creare, in un lasso di tempo veramente breve (il brano ha una durata di soli sette minuti), una atmosfera orrorifica, pervasa da sensazioni di paura, disperazione, dolore e morte. Un racconto musicale dissociato e dissonante, capace di scuotere e turbare l’emotività dello spettatore. Una esecuzione davvero encomiabile dove brilla la prova di un intenso Christopher Lemmings, dalla dizione nitida e dal fraseggio quanto mai espressivo. Eccezionale, inoltre, l’apporto del Coro del Teatro Regio di Parma, magistralmente guidato da Martino Faggiani.

Segue l’esecuzione del Canto sospeso, cantata per solisti, coro e orchestra, composta da Luigi Nono tra il 1955 e il 1956 su testi tratti dalle Lettere di condannati a morte della resistenza europea. Un componimento complesso e straniante, che, nel progressivo susseguirsi delle sue diverse sezioni, ci offre una tragica rappresentazione della sofferenza, quella di uomini e donne che si trovano dinanzi alla morte. La scrittura musicale, con tutte le sue contraddizioni e numerose articolazioni, ci parla di un sacrificio compiuto nel nome di un avvenire migliore, della libertà, della patria. Sonorità che si intrecciano seguendo ardite sperimentazioni per rappresentare, con spietato e dolente realismo, lo strazio di un addio, su tutti quello di una figlia verso la madre. La lettura di Pascal è, in questo brano, sensazionale, tutta costruita su di una lettura lineare, ma al tempo stesso molto ispirata del materiale musicale a sua disposizione. Anche in questa occasione, la compagine strumentale della Filarmonica Toscanini appare in grande spolvero e sorprende per precisione e duttilità sonora. Da par suo, il Coro del Teatro Regio, manifesta un impegno senza pari nell’adattarsi con intensità e appassionato coinvolgimento alla scrittura di Nono. L’esecuzione è, infine, impreziosita dagli interventi dei solisti: il mezzosoprano Katarzyna Otczyk, con il suo timbro vellutato, il soprano Chantal Santon Jeffrey, dalla limpida vocalità, e il tenore Raffele Feo, in evidenza con lo squillo di un mezzo ben proiettato e musicale. L’esecuzione è stata sottolineata ed amplificata dalla proiezione di un opera dell’iraniana Shirin Neshat. La video artista, vincitrice di un leone d’oro alla 48a biennale di Venezia (1999), ha creato un racconto disturbante ed oscuro, una storia di ingiustizia e di violenza che si intrecciava perfettamente con il racconto sonoro di Nono

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Chantal Santon Jeffery, Katarzyna Otczyk e Raffaele Feo

Nella seconda parte della serata, è la musica di Giuseppe Verdi la protagonista assoluta.

Vengono eseguiti, in particolare, lo Stabat Mater e il Te Deum da Quattro pezzi sacri. L’accostamento della musica verdiana ai brani di Schonberg e Nono consente di cogliere, tra l’altro, l’avanguardia della scrittura del genio bussetano e la sua consapevole ricerca di una soluzione compositiva per certi versi innovativa per l’epoca. Anche le tematiche trattate in questi brani risultano perfettamente coerenti: nello Stabat Mater, infatti, vengono rappresentati il dolore e l’impotenza dell’uomo dinanzi alla morte, mentre nel Te Deum, l’accento è rivolto ad una spiritualità potente e travolgente. I brani vengono valorizzati al meglio dal gesto di Pascal e dalla sua capacità di condurre il racconto musicale con la giusta intensità emotiva. La compagine orchestrale risplende in un delicato equilibrio di dinamiche e di volumi, così come le sezioni del coro intervengono con perfetta coesione sottolineando al meglio i colori della scrittura verdiana. Da lodare, inoltre, l’intervento di Daniela Zerbinati, artista solista del coro.

Il concerto, realizzato con il sostegno di Reggio Parma Festival nell’ambito del progetto 2024 Arcipelaghi, termina tra gli applausi convinti del pubblico che riserva accoglienze particolarmente calorose all’indirizzo di Maxime Pascal e di Martino Faggiani. Una serata di musica intensa e che sa fare riflettere.

Ramificazioni 
Schönberg – Nono – Verdi
Filarmonica Arturo Toscani
Direttore Maxim Pascal
Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro del Coro Martino Faggiani
Video installazione Shirin Neshat

A survivor from Warsaw, op. 46
Musica Arnold Schönberg
Voce recitante Christopher Lemmings

Il canto sospeso
Musica Luigi Nono
Soprano Chantal Santon Jeffrey
Mezzosoprano Katarzyna Otczyk
Tenore Raffaele Feo

Stabat Mater, Te Deum
Da Quattro pezzi sacri
Musica Giuseppe Verdi

Foto: Roberto Ricci