Il viaggio a Reims – ROF 2024
Nel quarantesimo anniversario della prima rappresentazione in tempi moderni, quello che forse è stato il più importante ritrovamento rossiniano, Il viaggio a Reims è rappresentato in forma duplice: il consueto riallestimento dello storico spettacolo di Emilio Sagi con i bravissimi allievi dell’annuale Accademia Rossiniana “Alberto Zedda” e l’esecuzione in forma di concerto a chiusura del Festival.
La serata finale è, come di consueto, un momento di festa e non c’è nulla di più stimolante dell’introduzione di questo grande titolo per entrare immediatamente nella giusta atmosfera. Diego Matheuz tiene le fila con grande maestria e aderenza di stile, alla guida della bravissima Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e del lungo stuolo di protagonisti schierati di fronte. Ottimo pure il Coro del Teatro Ventidio Basso preparato da Giovanni Farina.
Chi sorprende maggiormente è la Corinna di Vasilisa Berzhanskaya che si prodiga in passaggi suadenti e raffinati, pregevolissimi e senza precedenti per la sua vocalità. Una interpretazione sinceramente toccante. Altrettanto incantevole è la Contessa di Folleville di Jessica Pratt, che esegue la mirabolante aria con enfasi elegante e fraseggio ben rifinito anche nei passaggi di agilità. Bene per la Marchesa Melibea di Maria Barakova e la Madama Cortese di Karine Deshayes.
Ottimo il fronte maschile cappeggiato dallo smalto vivace e squillante del Conte di Libenskof di Dmitry Korchak e dalla classe accurata e distinta del Don Profondo di Erwin Schrott. Di gran gusto musicale il Lord Sidney di Michael Mofidian, che riesce a non perdersi nonostante lo scompiglio per il malessere di uno spettatore. Complimenti all’interprete e al direttore, ma soprattutto alla protezione civile che è intervenuta prontamente e silenziosamente. Seducente e brillante il Cavalier Belfiore di Jack Swanson, puntualissimo e accurato il Barone di Trombonok di Nicola Alaimo.
Un cast eccezionale per un anniversario importantissimo, completato da parti di fianco altrettanto bravissime.
Foto di Amati Bacciardi
