Spettacoli

La bohème – Arena Opera Festival 2024, Verona

La bohème di Giacomo Puccini in scena, per due sole serate, all’Arena Opera Festival. 

“È il luogo più straordinario del mondo!”. Ossia Parigi, così omaggiata dalle parole di Charles Dickens, ed una grande celebrazione della capitale francese è avvenuta anche all’Arena di Verona, grazie al nuovo allestimento di La bohème. In una serata dove la pioggia ha creato qualche ritardo, permettendo comunque lo svolgimento di tutto lo spettacolo, abbiamo assistito a questa produzione che ha visto alla regia il noto giornalista e personaggio televisivo Alfonso Signorini. La scena, firmata da Juan Guillermo Nova, si è aperta su grandi pannelli di stoffa che evocavano le vedute dei boulevards parigini di Edmond Georges Grandjean, Gustave Caillebotte e Camille Pissarro. Ai lati del palco i “mille comignoli” fumanti di Parigi, al centro un edificio stilizzato e costruito con pannelli trasparenti: una casa di bambola che lasciava spiare le vite dei suoi abitanti. Un allestimento sostanzialmente tradizionale, sicuramente ricco di comparse ed elementi scenici, discretamente convincente, che avrebbe però forse richiesto una maggiore attenzione al movimento delle masse che, particolarmente nel secondo atto, erano esageratamente stipate e non riuscivano a muoversi credibilmente nello spazio scenico.  Preziosi e rifiniti i costumi alla moda tardo ottocentesca di Silvia Bonetti, adeguate le luci di Paolo Panizza

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Vittorio Grigòlo, Luca Micheletti, Jan Antem, Alexander Vinogradov

Il racconto musicale è affidato, dal podio, al Maestro Daniel Oren, profondo conoscitore del repertorio pucciniano e autentico beniamino del pubblico areniano. Oren offre, anche in questa occasione, una lettura ispirata e permeata di delicati cromatismi che, come in un costrutto perfettamente congegnato, scavano nel tessuto musicale sino a sottolineare, con grande forza teatrale, tutta l’essenza del dramma. Se nei primi due atti prevalgono tinte leggiadre, a tratti spensierate, negli ultimi due ci si abbandona ad un sentimentalismo mai fine a se stesso, ma nel quale si innesta, piuttosto, l’ineluttabile presagio del dramma finale. Il direttore opta per tempi piuttosto dilatati che, se da una parte consentono di sottolineare con grande efficacia la meravigliosa tavolozza di colori presenti in partitura, dall’altra richiederebbero una maggiore simbiosi tra buca e orchestra, soprattutto nella prima metà dello spettacolo.
L’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, infatti, pur siglando una prova di pregevole brillantezza e compattezza sonore, si rivela un po’ meno efficace rispetto ad altre occasioni e sembra accusare qua e là qualche occasionale scollamento rispetto al palco, soprattutto nel quadro di Momus (sarebbe stata necessaria, forse, qualche prova ulteriore?). Prezioso e puntuale, al netto di quanto sopra specificato, l’intervento del coro areniano, mirabilmente preparato da Roberto Gabbiani. Un plauso speciale anche ai piccoli cantori del coro A.LI.VE., guidati da Paolo Facincani.

Ben affiatato, nel complesso, il cast vocale.
Vittorio Grigolo, nel ruolo di Rodolfo, esibisce tutte le qualità di uno strumento di indiscutibile bellezza per la solarità del timbro e la ampiezza dell’emissione. La linea di canto trova il proprio punto di forza nella pienezza dei centri e nell’uso suggestivo delle mezze voci. Il prezioso apporto di Oren sul podio si traduce, inoltre, in una più contenuta esibizione di portamenti e in una maggiore perizia esecutiva della scrittura musicale. Sempre presente ed appassionato l’interprete.

Al suo fianco la Mimì della giovanissima Juliana Grigoryan. Il soprano armeno sfoggia una vocalità dall’impasto setoso e vellutato e affronta il fraseggio con musicalità e duttilità. L’emissione, ampia e ben controllata, viene esibita con generosità e la giusta cura espressiva. Sotto l’aspetto interpretativo, riesce a creare un personaggio moderno e pieno di voglia di vivere, una ragazza tutt’altro che compassata ma, piuttosto, determinata e sicura di sé.

Semplicemente perfetto il Marcello di Luca Micheletti. La ricca vocalità del baritono bresciano dipinge letteralmente ogni frase musicale con morbidezza, testimoniando la preziosità di uno strumento di indiscussa omogeneità. Accurato ed espressivo il fraseggio, costruito con accento sfumato e sempre pertinente al momento drammaturgico. Di rilievo la presenza scenica.

Ben tratteggiata la Musetta di Eleonora Bellocci. La scrittura pucciniana viene affrontata con sicurezza e disinvoltura, non mancando di sottolineare, specie nel quadro di Momus, il carattere sbarazzino e seduttivo del personaggio. La duttilità e la precisione dell’emissione consentono, poi, di sbalzare, con la giusta credibilità, il mutamento del carattere di Musetta nell’atto conclusivo.

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Juliana Grigoryan e Vittorio Grigòlo

Efficace il Colline di Alexander Vinogradov che, con il suo timbro notturno, riesce a restituire la celebre “vecchia zimarra” con malinconica mestizia.
La compagnia dei bohémien si completa, poi, con lo Schaunard bonariamente aristocratico di Jan Antem.

Nicolò Ceriani regala un cameo di spassosa ironia con il suo Benoît; puntualmente caricaturale, pur senza eccessi, l’Alcindoro di Salvatore Salvaggio.
Completano la locandina lo squillante Parpignol di Riccardo Rados e i corretti Nicolò Rigano e Carlo Bombieri nei panni, rispettivamente, di un sergente e un doganiere.

Nonostante l’ora veramente tarda, dovuta al già ricordato protrarsi dell’inizio dello spettacolo causa pioggia, il numerosissimo pubblico presente accoglie con entusiasmo la proposta musicale, riservando ampie ovazioni ad interpreti, maestranze, direttore e regista. Si replica, per un’unica altra data, il prossimo 27 luglio.

LA BOHÈME
Scene liriche in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa,
dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini

Mimì Juliana Grigoryan
Rodolfo Vittorio Grigolo
Marcello Luca Micheletti
Musetta Eleonora Bellocci
Colline Alexander Vinogradov
Schaunard Jan Antem
Benoît Nicolò Ceriani
Alcindoro Salvatore Salvaggio
Parpignol Riccardo Rados
Sergente Nicolò Rigano
Doganiere Carlo Bombieri

Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Direttore Daniel Oren
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Maestro del Coro di voci bianche Paolo Facincani
Regia Alfonso Signorini
Scene Guillermo Nova
Luci Paolo Panizza
Costumi Silvia Bonetti

Foto: ENNEVI