Spettacoli

Aida – Arena Opera Festival 2024, Verona

All’Arena di Verona torna l’Aida “di cristallo”. 

Il grande e spettacolare allestimento concepito da Stefano Poda (regia, scene, costumi, luci e coreografia) per celebrare i 100 anni dell’Arena torna anche quest’anno a stupire il pubblico. Riportiamo qui quanto scritto lo scorso anno: “Un mondo futuristico e atemporale al tempo stesso, dove l’Egitto antico vive nei suoi simboli. Onnipresenti ad esempio l’occhio di Horus e la mano, che veniva mozzata nell’antichità ai nemici in segno di dominio ma, per il regista, anche un simbolo della capacità di ognuno di noi di determinare il proprio futuro. Una grande pedana riflettente ed inclinata è la base di tutta l’azione, al centro del palco una grande e spettacolare mano meccanica. Un impianto scenico essenziale, forse modesto alla luce del giorno, ma che diventa grandioso nel buio perché amplificato ed esaltato da un uso magistrale delle luci. Fasci abbaglianti disegnano nel cielo di Verona una grande piramide, i laser donano colore, a volte il rosso della passione, a volte il blu delle acque del Nilo. Assolutamente impeccabile è anche l’uso delle masse sceniche, vere protagoniste da sempre dell’Arena. Uno smisurato uso di uomini e donne che animano costantemente il palco e che propongono azioni sceniche più che veri momenti coreutici. Curati e rifiniti i numerosissimi costumi, divisi per lo più  fra i toni del bianco ed il nero, i colori delle due fazioni fratricide, ma sempre ricchissimi di dettagli ed elementi scintillanti, paillettes e cristalli, con quello stile tipico di Poda che dialoga con la pop art e rimanda a certe creazioni di Damien Hirst. Uno spettacolo grandioso, ricco di idee riuscite, come quando dal terreno compaiono i corpi dei prigionieri simili a cadaveri. Un’Aida che parla di guerra ma anche di speranza, che riesce a superare la retorica di certe rappresentazioni holliwoodiane e sceglie la strada della tecnologia per creare qualcosa che possa parlare agli spettatori di oggi”.

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Maria José Siri e Agnieszka Rehlis

Ad un anno di distanza non possiamo che riconfermare tutti i giudizi positivi espressi per un allestimento veramente esaltante e che coglie perfettamente il senso dello stile grand-opéra. Sono venuti solo a mancare i particolari make up che caratterizzavano i protagonisti ma è una piccola differenza di poco conto. Pensiamo che questa sia la linea da seguire per gli allestimenti areniani del futuro, giocati sulla tecnologia e lo stupore visivo e siamo impazienti di vedere, il prossimo anno, il nuovo Nabucco affidato a questo bravissimo regista. 

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Maria José Siri e Youngjun Park

Nell’esecuzione musicale si impone Maria José Siri, vera e propria beniamina del palcoscenico areniano. Il soprano ripropone al pubblico veronese la “sua” amata principessa etiope, ruolo che ha interpretato in diverse produzioni nel corso di questi ultimi anni, da ultima proprio l’Aida di “cristallo” durante la stagione del centenario. L’artista offre una prova di grande raffinatezza e compostezza esecutiva, mettendo in evidenza tutta la bellezza di un mezzo che si impone per musicalità e ricchezza di armonici. Il fraseggio viene scandito con rotondità, l’accento sempre misurato. A prevalere è dunque il carattere più intimo e raccolto del personaggio, vittima inesorabile di un destino fatale.

Al suo fianco, Martin Muehle presta a Radamès una vocalità ampia e robusta. La complessa scrittura verdiana viene affrontata con diligenza e sufficiente controllo, mettendo in evidenza un buono squillo nel registro acuto. Qualche lieve disomogeneità nella zona di passaggio, specie nel finale, non intacca la buona riuscita complessiva di una prova caratterizzata, tra l’altro, da un fraseggio accorato e ben articolato.

Agnieszka Rehlis domina la parte con disinvoltura, mostrando una certa familiarità con il ruolo di Amneris. Il mezzosoprano polacco si impone per il colore screziato di una linea piuttosto duttile e ben tornita tanto nei centri, pieni e corposi, quanto nella regione superiore, salda e ben proiettata. Sempre a fuoco e partecipato il fraseggio, in grado di sbalzare con buona credibilità le diverse sfaccettature della principessa egizia.

Molto bene l’Amonasro di Youngjun Park, in possesso di uno strumento timbrato e voluminoso. Il controllo dell’emissione si unisce alla attenzione del fraseggio, cesellato con adeguate sfumature.

Il Ramfis di Rafal Siwek, con il suo timbro vellutato, disegna un personaggio ieratico e adeguatamente sacrale.

Il re di Giorgi Manoshvili, sfoggia una buona morbidezza nell’emissione e riesce ad essere adeguatamente imperioso.
Squillante e sonoro il messaggero di Riccardo Rados, musicale e delicata la sacerdotessa di Francesca Maionchi.

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Agnieszka Rehlis

Dal podio, Marco Armiliato, si rende protagonista di una prova corretta, ma che non va altre una certa routine. Si coglie un certo equilibrio nella scelta dei tempi e delle dinamiche ma, ad un contempo, mancano guizzi interpretativi in grado di valorizzare, con adeguato impeto, la trascinante emotività del tessuto musicale verdiano. L’orchestra areniana, da par suo, suona piuttosto bene mostrando una certa attenzione alle esigenze del palcoscenico.

Splendido il coro dell’Arena di Verona che, sotto la guida magistrale di Roberto Gabbiani, sigla una prova di altissimo livello per intensità, compattezza e varietà di colori.

Al termine di questa calda serata, una Arena pressoché esaurita applaude tutti i protagonisti dello spettacolo con sentiti consensi, riservando punte di maggiore apprezzamento al terzetto dei personaggi principali.

AIDA
Opera in quattro atti
Libretto di Antonio Ghislanzoni
Musica di Giuseppe Verdi

Il Re Giorgi Manoshvili
Amneris Agnieszka Rehlis
Aida Maria José Siri
Radamès Martin Muehle
Ramfis Rafal Siwek
Amonasro Youngjun Park
Un messaggero Riccardo Rados
Una sacerdotessa Francesca Maionchi
  
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Direttore Marco Armiliato
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
Regia, scene, costumi, luci e coreografia Stefano Poda
Assistente a regia, scene, costumi, luci e coreografia Paolo Giani Cei
Coordinatrice azioni di regia figuranti minori Maria Elisabetta Candido

Foto: ENNEVI