Concerti

Gala Concert – Monteverdi Festival 2024, Cremona

Un Gala Concert attesissimo ha concluso nel migliore dei modi il Monteverdi Festival 2024: protagonisti assoluti Cecilia Bartoli e Gianluca Capuano alla guida degli ormai noti Les musicines du Prince. Una serata che, quando annunciata, ha lasciato tutti senza parole ed un po’ increduli perché lo sappiamo la Santa, come ormai viene chiamata da tutti, raramente canta nel Bel Paese. La determinazione e forse un po’ di insistenza del Monteverdi Festival e del brillante e istrionico direttore della manifestazione Andrea Cigni hanno permesso che questa serata, insperata ed insperabile, avvenisse. Ecco allora sbarcare Cecilia Bartoli in una provincia un po’ sbigottita e che forse non si aspettava il grande evento a cui abbiamo assistito. “La maestria è raggiunta quando nell’esecuzione, non si sbaglia nè si indugia” scriveva Friedrich Nietzsche e il famosissimo mezzosoprano è di fatto la personificazione di queste parole, così come lo è Gianluca Capuano ed i bravissimi orchestrali che hanno veramente dato prova di cosa sia la maestria. Cecilia Bartoli al suo ingresso sul palco in un magnifico abito verde, colore d’elezione del Festival, ha lasciato tutti senza parole, sia i suoi seguaci storici che l’hanno ovviamente accompagnata anche questa sera, ma anche il pubblico meno avvezzo ai suoi eventi e che si accostava con curiosità al noto nome e non ne è rimasto certo deluso viste le ovazioni che hanno accompagnato la serata.
 
Il concerto si apre con un omaggio al compositore e violinista italiano Arcangelo Corelli e, in particolare, con il Concerto grosso in re maggiore Op.6 n.4. Una pagina mirabilmente eseguita dai complessi de Les Musiciens du Prince che, sotto la guida attenta e precisa di Gianluca Capuano, riescono ad articolare il fraseggio musicale con inusitata brillantezza e indiscutibile raffinatezza sonora. Pochi istanti dopo, si avanza in proscenio il flautista Jean-Marc Goujon che, scandendo con fanciullesca leggerezza la sezione introduttiva di “Augelletti che cantate”, da Rinaldo di Georg Friedrich Händel, prepara il tanto atteso ingresso della “diva”. Cecilia Bartoli entra in scena da una quinta laterale, elegantissima, ed è subito magia. Le indiscusse qualità di un mezzo vocale di prim’ordine sono universalmente note, ma ancora una volta rimaniamo stupiti da quanto l’artista riesca a creare quella perfetta simbiosi tra suono e articolazione della parola che è essenza stessa del teatro musicale. Nella già citata pagina di Händel, infatti, bastano poche frasi, accentate con squisita morbidezza, per tratteggiare un climax di evocativa suggestione. Anche il terzo brano della serata appartiene alla produzione del compositore tedesco, naturalizzato inglese, e, nello specifico, si tratta del famosissimo “Lascia la spina, cogli la rosa” dall’oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno. Il mezzosoprano sembra qui ricamare la melodia, inanellando filature, piani e pianissimo perfettamente timbrati e vibranti di densa emozione. Subito dopo, Gianluca Capuano guida i complessi de Les Musiciens nella esecuzione del Concerto grosso in la minore Op.6 n.4 HWV 322, tratto dai Dodici concerti grossi händeliani. L’ensemble monegasca segue meticolosamente il gesto direttoriale dando vita ad un fiume sonoro fluido e sfaccettato. Ogni singolo strumento riesce ad imporsi distintamente con le proprie riconoscibili peculiarità, ma tutto risulta pur sempre funzionale ad un disegno complessivo di straordinaria uniformità.

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Cecilia Bartoli e Gianluca Capuano

Doveroso l’omaggio al genius loci, quel Divin Claudio celebrato dalla manifestazione festivaliera. Ed ecco, allora, che Capuano e i “suoi” regalano al pubblico un originale medley delle composizioni monteverdiane più celebri, a partire dalla famosissima introduzione de l’Orfeo. Un tappeto sonoro che si libra nell’aria carico di amorosa sensualità frammista a languido abbandono. Anche Cecilia omaggia Monteverdi con l’esecuzione della pagina “Sì dolce è ‘l tormento”, tratta da Quarto scherzo delle ariose vaghezze. La parola si libra libera e leggera sulla scrittura musicale, in un intreccio ideale tra romantico abbandono e aulica compostezza. Il successivo brano strumentale attinge dalla produzione di Francesco Geminiani e, più precisamente, da Concerti Grossi composti dell’opera quinta d’Arcangelo Corelli. I musicisti interpretano il Concerto grosso in re minore La Folia H 143 con estro e fantasia, dando vita a una sequenza sonora di travolgente emozione e sottolineando, ancora una volta, la insostituibile unione di intenti tra il podio, le richieste dell’autore e le specificità timbriche di ogni strumento.

Il ritorno sulla scena di Cecilia Bartoli avviene con l’aria “Sol da te, mio dolce amore” dall’Orlando furioso di Antonio Vivaldi, contrappuntata dall’artista con effetti chiaroscurali racchiusi in una atmosfera di intimo e malinconico struggimento. L’abilità con cui l’artista mette la voce al servizio dell’espressività della parola, fa di questa pagina una autentica lezione di canto. Per la chiusura del programma, si torna ad Händel con l’esecuzione della Suite di danze da Ariodante, un brano impreziosito da soluzioni ritmiche frenetiche e vorticose. E nel successivo e ultimo brano previsto, l’aria “Desterò dell’empia Dite” dalla händeliana Amadigi Di Gaula, Cecilia sale in cattedra e offre una prova invidiabile per la sicurezza di una coloratura frenetica e di indiscutibile precisione. E come se non bastasse, ecco la diva impegnata in un vero e proprio duello con l’oboe di Pier Luigi Fabretti e la tromba di Thibauld Robinne. Acrobazie vocali, esibite con una facilità quasi sfacciata, trilli e fiati tenuti a dismisura portano il pubblico in visibilio che, al termine, è tutto ai suoi piedi, mentre una cascata di rose bianche piove dall’alto ricoprendo il proscenio come un tappeto di immacolato candore.

Richiesta di bis si levano a gran voce da una sala che oramai trattiene a stento il più sfrenato delirio. La “nostra” regala al suo pubblico l’esecuzione dell’aria di Cleopatra ”Piangerò la sorte mia”  da Giulio Cesare di Händel. Una prova che ha del miracoloso per la purezza dell’emissione, il candido struggimento delle arcate musicali e la magnetica incisività dell’accento. E, per finire, un brano di Agostino Steffani “A facile vittoria” che, dopo l’incipit a dir poco vorticoso, lascia spazio agli echi della melodia soul di Summertime.

Cecilia diverte e si diverte, trascina il pubblico con il suo inarrivabile carisma e sancisce, così, un trionfo al calor bianco che il Teatro Ponchielli non vedeva da tempo. Tra acclamazioni e urla di giubilo nei confronti di colei che sta perfettamente a metà tra donna e mito, si conclude così, in autentica gloria, una riuscitissima edizione del Monteverdi Festival. L’appuntamento è per la prossima edizione della manifestazione, prevista per giugno 2025.

Marco Faverzani | Giorgio Panigati

Scrivere di Cecilia Bartoli, con alle spalle una carriera che parla assolutamente da sola, diventa quasi superfluo. Un’artista e una professionista della musica a tutto tondo, che sa quello che fa in ogni secondo dello spettacolo, anche quando improvvisa. Già più volte si è scritto del suo fraseggio eloquente dal patetico, al tragico, passando per l’eroico; dei colori raffinati e degli accenti propriamente impostati; delle agilità senza eguali e del legato magistrale; dei pianissimi eleganti oltre ogni misura, e l’elenco degli elogi potrebbe proseguire all’infinito. Cremona le tributa l’omaggio che le si deve, con un teatro gremito e in assoluto silenzio, come non si era mai sentito. D’altronde il magnetismo della Bartoli è innegabile.

La accompagna l’eccellente Gianluca Capuano alla guida de Les Musiciens du Prince, che si prodigano in un concerto oltremodo strepitoso in grado di mettere in ombra qualunque altra esecuzione di musica barocca. I suoni raffinati e i cromatismi ricercati sono solo alcuni degli elementi distintivi di questo direttore e questi musicisti straordinari.

Il pubblico si alza in piedi ad applaudire al termine del concerto e al termine dei bis, proprio come accadeva una volta, quando gli artisti erano veramente artisti e il pubblico sapeva ancora rendere onore.

William Fratti

GALA CONCERT

Les Musiciens du Prince
Con la partecipazione di Cecilia Bartoli
Direttore Gianluca Capuano

Foto: Studio B12