Missa in illo tempore – Monteverdi Festival 2024, Cremona
È la suggestiva cornice della Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, in Cremona, ad accogliere uno degli appuntamenti più attesi di questa quarantunesima edizione del Monteverdi Festival. Il Maestro Federico Maria Sardelli, attualmente tra gli interpreti di riferimento del repertorio barocco, è il protagonista indiscusso di un programma concertistico intitolato “Monteverdi antico e nuovo: la missa e i salmi concertati”.
In apertura di serata viene eseguita la Missa in illo tempore SV205, presentata per la prima volta a Roma nel 1610 e dedicata a Papa Paolo V. In questo componimento a sei voci Claudio Monteverdi modella alcune tematiche presenti nel mottetto In illo tempore di Nicolas Gombert, noto cantante e compositore della cappella dell’imperatore Carlo V. Un prezioso omaggio che il Divin Claudio rivolge alla tradizione compositiva rinascimentale e alle costruzioni polifoniche già praticate da altri autori del suo tempo. Federico Maria Sardelli legge questa partitura avvalendosi della autorevole presenza, al suo fianco, dell’Orchestra Barocca Modo Antiquo, ensemble da lui stessa fondata e, oggi, tra le più accreditate nella esecuzione della musica storicamente informata. La palpabile intesa tra podio e strumentisti si traduce in un virtuosismo sonoro che non tradisce, ad un contempo, la più rigorosa prassi filologica. Essenziale del pari è, senza dubbio, la perfetta simbiosi con i solisti, Roberta Invernizzi, Valeria La Grotta, Aco Bišćević, Manuel Amati, Riccardo Pisani e Alessandro Ravasio. Pur nella specificità vocale di ognuno, la compagine vocale raggiunge un armonioso amalgama timbrico che si interseca nel migliore dei modi con la trama sonora creata da Sardelli. Il gesto direttoriale chiede ad ognuno una spasmodica attenzione all’accento e alla esaltazione della parola che deve essere sbalzata dal testo con adeguato nitore. Le varie sezioni della missa procedono senza soluzione di continuità e vedono affermarsi la musicalità e il dominio tecnico della brava Roberta Invernizzi, la luminosità e lo squillo di Valeria La Grotta, il nitore e la morbidezza dello strumento di Manuel Amati. Colpiscono, del pari, la cavata ed il velluto di Alessandro Ravasio, la duttilità di Riccardo Pisani e l’incisività di Aco Bišćević.
Nel corso della serata ritroviamo altre composizioni monteverdiane, a partire dal Confitebor tibi domine SV194 e il Dixit Dominus SV191 dove possiamo apprezzare, nuovamente, la disinvoltura con cui Roberta Invernizzi affronta le fioriture della scrittura e riesce a contrappuntare le arcate melodiche con ferma precisione. In conclusione del programma sono previste il Laetatus sum SV198 e il Beatus vir SV195, esaltate dalla coralità dell’ensemble vocale che trova il proprio contraltare ideale nelle volute e negli arabeschi sonori cesellati a regola d’arte dagli strumenti.
In alternanza alla musica monteverdiana, la serata propone due sonate del compositore e violinista italiano Dario Castello, uno dei maggiori esponenti della Scuola veneziana e, più in generale, del primo barocco. Vengono dunque eseguite la Sonata prima à Sopran solo e la Sonata nona à 3, entrambe tratte da Sonate concertate in stil moderno. Gli strumentisti di Modo Antiquo, sotto la encomiabile guida di Sardelli, si immergono nella scrittura interpretandola con estro e rigore, in un ardito connubio tra classicismo e sperimentazione. Una menzione d’onore merita, senza dubbio, l’eccellente prova di Alessandro Nasello alla dulciana, Andrea Inghisciano al cornetto e di Simone Vallerotonda alla tiorba.
Festoso successo al termine tributato da un pubblico accorso numerosissimo per celebrare questo bellissimo evento festivaliero.
MISSA IN ILLO TEMPORE
Monteverdi antico e nuovo: la missa e i salmi concertati
Roberta Invernizzi, cantus
Valeria La Grotta, sextus
Aco Bišćević, altus
Manuel Amati, tenor
Riccardo Pisani, quintus
Alessandro Ravasio, bassus
Federico Maria Sardelli, direzione
MODO ANTIQUO
Foto: Salvo Liuzzi