Il trittico – Teatro Regio, Torino
Il Teatro Regio di Torino chiude in bellezza una eccellente Stagione 2023-24 proponendo il Trittico pucciniano nella sua interezza. Le tre opere, nella regia di Tobias Kratzer ripresa da Ludivine Petit, come noto così diverse tra loro per stile e argomento, nella visione registica vengono connesse tramite alcuni simpatici espedienti. Il Tabarro è ambientato in un mondo pulp, dove la sezione di un peschereccio organizzata in maniera quasi labirintica quanto gli anfratti più reconditi della psiche, ed una banchina fiocamente illuminata fanno da sfondo all’azione. Soli in cabina Michele e Giorgetta accenderanno il televisore, ed ecco che in un secondo schermo posto sulla destra del palco scorrono alcune immagini tratte da Gianni Schicchi. Completamente svuotato invece il palcoscenico per Suor Angelica tranne che per un muro di mattoni sul fondale. Il secondo titolo del Trittico si svolge quasi nella sua interezza quale colonna musicale di un film in bianco e nero ambientato nel convento. Lo spazio scenico infatti si amplifica e completa nel film dove le giovani suore vengono immortalate proprio quali giovani donne forse non completamente pronte alle rinunce richieste dalla vita monacale tra cui ad esempio i cibi più golosi o il leggere e fantasticare su storie licenziose quali un fumetto tratta dalla vicenda del Tabarro. Il tutto risulta coerente ed interessante, oltre che esteticamente ben riuscito.
La morte di Suor Angelica è accompagnata sullo schermo da un incendio che divampa distruggendo il convento, tra l’altro innescato proprio dal fumetto sequestrato e gettato nel fuoco, e dalla comparsa tra le fiamme del figlioletto. Non è chiaro se nella visione di Kratzer l’incendio sia parte della narrazione delle vicende del convento o se sia metafora del mondo interiore di Suor Angelica e del dolore causato dal veleno ma, anche se troppo enfatico, risulta comunque efficace. Il teatro nel teatro è invece la cifra del Gianni Schicchi, dove una folta schiera di pubblico siede su una tribuna posta sul fondo del palcoscenico assistendo all’azione. Le comparse, volontari reclutati online dal Teatro Regio e non professionisti, interagiscono con l’azione e con gli artisti come in uno studio televisivo di registrazione e viene detto loro come e quando farlo con applausi o gesti o suoni, partecipando attivamente allo spettacolo e alla registrazione della sit-com Gianni Schicchi che Michele e Giorgetta guardavano durante Il Tabarro, ammirando la scaltrezza di Schicchi l’uno e sognando un amore come quello di Rinuccio e Lauretta l’altra. Sarà proprio una registrazione su vinile di Suor Angelica ascoltata durante i suoi ultimi momenti a dare il via alla terza vicenda e ad ispirare Buoso Donati a lasciare tutto ai frati ed a nascondere il nuovo testamento proprio nella copertina del disco.
Alla guida dell’orchestra del Regio, sempre in splendida forma, è Pinchas Steinberg, il quale porta intensa semplicità nel Tabarro e toccante chiarezza in Suor Angelica alla sua lettura delle partiture. Brillante e brioso poi in Gianni Schicchi, anche se manca in alcuni momenti la precisione d’assieme, risulta quindi assolutamente convincente e pregevole in tutti e tre gli atti unici. Sono convincenti anche i cast vocali assemblati, a partire da Roberto Frontali che affronta con graffiante impeto prima il ruolo di Michele nel Tabarro e poi con arguta levità quello di Gianni Schicchi dimostrando il suo grande valore come interprete vocale e come fraseggiatore. Energica la prova di Elena Stikhina anch’essa impegnata in due ruoli, Giorgetta e Suor Angelica. Se nel primo ruolo il suo accento risulta generico nonostante il canto complessivamente corretto, è in Suor Angelica che dà miglior prova di sé, nel confronto con la zia e soprattutto in un “Senza mamma” di lancinante strazio cantato con ritrovata morbidezza di emissione quasi completamente da sdraiata su un fianco. Eccellente è l’inflessibile zia principessa di Anna Maria Chiuri che si dimostra completamente padrona del proprio strumento e ribadisce la sua caratura d’interprete. Samuele Simoncini è poi un Luigi di robusto squillo nel Tabarro e Annunziata Vestri una Frugola d’impatto ed una apprezzabile Suora Zelatrice. Ben delineato il Tinca di Roberto Covatta (anche ottimo Gherardo in Gianni Schicchi) e simpatico il Talpa di Gianfranco Montresor (poi Simone di spessore in Gianni Schicchi).
Nei folti cast spiccano ancora l’eterea Lauretta di Lucrezia Drei, davvero incantevole il suo “O mio babbino caro” di rara delicatezza, e l’energico Rinuccio di Matteo Mezzaro (presenti anche nel Tabarro come i due giovani amanti). Elena Zilio in Gianni Schicchi è una Zita esuberante e arzilla, e prezioso come sempre è anche l’apporto dei membri del Regio Ensemble tra cui la splendida Irina Bogdanova (voce di soprano nel Tabarro, prima sorella cercatrice in Suor Angelica e Nella in Gianni Schicchi), la bravissima Ksenia Chubunova (Suor Dolcina e prima conversa in Suor Angelica), l’ottimo Andres Cascante (Marco) e l’eccellente Tyler Zimmerman (Betto di Signa) a cui si aggiunge Enrico Maria Piazza (venditore di canzonette e tenore nel Tabarro). Menzione d’onore meritano il delizioso Gherardino di Ludovico Longo, Roberto Accurso (spassoso Maestro Spinelloccio e Ser Amantio) e Tineke Van Ingelgem, solida suora infermiera e maestra delle novizie in Suor Angelica e incisiva Ciesca in Gianni Schicchi. Uno spettacolo dunque riuscito e convincente, purtroppo non premiato da una folta presenza di pubblico ma calorosamente accolto dal pubblico presente, che chiude una stagione di ottimo livello del Teatro Regio. Si ripartirà a Settembre con l’interessante proposta delle tre Manon (Massenet, Auber e Puccini) e nel frattempo, prima della pausa agostana, il Regio propone quattro concerti al prezzo quasi simbolico di 5 euro nel ciclo “Musica a Regio aperto” per rinfrescarsi la sera in teatro durante il mese di luglio.
Margherita Panarelli | 21 giugno 2024
30 giugno 2024. “La commedia è una tragedia che capita alle altre persone” così scriveva la giornalista Angela Carter. Proprio questa frase ci è venuta in mente guardando il Trittico di Giacomo Puccini nell’allestimento torinese pensato per la regia da Tobias Kratzer e qui ripreso da Ludivine Petit. Un gioco di scatole cinesi, di rimandi, di contatti magari minimi ma che ci fanno entrare in tre storie apparentemente distanti ma nei fatti vicine. Iniziamo da un Tabarro in una moderna motonave presentato come una sorta di serie a fumetti noir, ed è proprio questo fumetto che di nascosto leggono le suore protagoniste di Suor Angelica. Il vinile di quest’opera è poi il luogo dove è custodito il testamento di Buoso Donati, uno dei protagonisti di Gianni Schicchi. Connessioni minime, apparentemente casuali o forse causali, in un gioco squisitamente metateatrale. Severe ed asciutte le scene di Rainer Sellmaier (qui riprese Clara Hertel) che cura anche i costumi contemporanei.
Corrette le luci di Bern Purkrabek riprese da Gianni Bertoli. Sempre funzionali e ben pensati i video di Manuel Braun particolarmente importanti per l’allestimento di Suor Angelica.
Sul podio, Pinchas Steinberg articola il discorso musicale con rigore e fluidità. Se nel Tabarro prevale una tinta quasi espressionista, in Suor Angelica vengono sbalzate sonorità più rotonde e sospese. In Gianni Schicchi, infine, il tessuto orchestrale si permea di un sapore agrodolce che rende il racconto musicale arguto e, ad un contempo, scattante. Steinberg non persegue una oggettivamente impossibile uniformità narrativa tra le tre partiture, ma riesce a differenziarne al meglio il carattere peculiare di ognuna, accompagnando lo spettatore in un viaggio alla scoperta della più cruda, quanto realistica, espressione dell’animo umano. Notevole, inoltre, l’intesa con l’orchestra del Teatro Regio che, anche in questa occasione, sigla una prestazione di buon livello per duttilità e precisione.
Venendo al cast vocale, si segnala, in primis, la prova di Roberto Frontali, impegnato in Tabarro e Gianni Schicchi. Il baritono giunge a questo appuntamento in ottima forma vocale ed affronta la scrittura pucciniana con una linea sonora e compatta. Il registro acuto risulta ben assestato, così come i centri suonano pieni e rotondi. In Frontali apprezziamo, inoltre, una spiccata sensibilità e attenzione alla parola scenica che gli consente di sbalzare, con eguale efficacia, la ruvidità del carattere di Michele e, successivamente, l’astuzia di Gianni Schicchi.
Molto applaudita, e meritatamente, la prova di Elena Stikhina, impegnata nel duplice ruolo di Giorgietta e Suor Angelica. Il soprano possiede uno strumento dal suggestivo impasto timbrico, al servizio di una vocalità che brilla nei centri, corposi e ricchi di armonici, e in un registro superiore ben proiettato. Sempre coinvolta l’interprete, grazie ad un fraseggio accorato ed emotivo. Nel Tabarro disegna una donna tormentata e imprigionata in un rapporto coniugale svuotato da ogni affetto. Successivamente, in Suor Angelica, tratteggia l’intensità del dolore materno e la sublimata purezza della scena della morte. Qualche occasionale asprezza nelle note più estreme non scalfisce di certo una prestazione di alto livello.
Tra gli interpreti del Tabarro si impone, poi, Samuele Simoncini, che, nel ruolo di Luigi, mette in evidenza una linea muscolare e di buon volume, esaltata dallo squillo e dalla ampiezza del registro superiore.
Per restare in “ambito” tenorile, vogliamo sottolineare anche la bella prova di Matteo Mezzaro che, dopo il breve inciso come un giovane amante nel Tabarro, si impone come Rinuccio nel Gianni Schicchi. La linea vocale, dal piacevole colore chiaro, appare ben sfogata e controllata, culminando nella riuscita esecuzione dell’aria “Firenze è come un albero fiorito”, pennellata con freschezza e un buon legato.
Lucrezia Drei risulta impegnata in tutte e tre le opere pucciniane. Dopo la giovane amante nel Tabarro, torna in Suor Angelica per tratteggiare, con pregevole musicalità, il personaggio di Suor Genovieffa. Ma è soprattutto nella Lauretta dello Schicchi che possiamo apprezzare la buona organizzazione complessiva di uno strumento ben timbrato, oltre alla delicatezza e alla cura del fraseggio.
Anna Maria Chiuri interpreta la terribile Zia Principessa in Suor Angelica e lo fa da autentica fuoriclasse. Il dettato musicale viene scandito con glaciale indifferenza ed assestato in un fraseggio di straordinaria presa teatrale.
Ad Annunziata Vestri spetta il compito di dare voce, con pari incisività, a più personaggi nel corso della serata. Nel Tabarro è una Frugola appassionata che, pur nella miserevole sua quotidianità, riesce a trovare la forza per sognare un improbabile riscatto sociale. In Suor Angelica, poi, è una Suora zelatrice dai toni misurati e rigorosi.
Monica Bacelli riesce a tratteggiare un riuscitissimo cammeo di fraseggio e stile nella sua interpretazione della Badessa in Suor Angelica.
Di vitalità e carisma travolgenti è, poi, la meravigliosa Zita di Elena Zilio, interprete e talento di indiscussa levatura.
Assai meritevole anche la prova di Roberto Covatta, che passa con disinvoltura, vocale e scenica, dalla disperazione del Tinca in Tabarro alla bramosa cupidigia di Gherardo nello Schicchi.
Discorso analogo anche per Gianfranco Montresor, parimenti efficace nei panni del Talpa in Tabarro e di Simone in Gianni Schicchi.
Convincente Tineke Van Ingelgem, la suora infermiera e la maestra delle novizie in Suor Angelica e la Ciesca in Gianni Schicchi.
Alla buona riuscita dell’atto comico di Giovacchino Forzano contribuiscono, anche, Roberto Accurso, Maestro Spinelloccio e un notaro, Marco Sportelli, Spinellino, Roberto Calamo, Guccio, Riccardo Mattiotto, il povero Buoso Donati e il bravissimo Ludovico Longo come Gherardino.
Ricordiamo, inoltre, il valido apporto offerto in Suor Angelica di Annelies Kerstens, Suor Osmina, Emma Posman, una novizia e prima conversa, Lyudmyla Porvatova, seconda sorella cercatrice e seconda suora, Jang Eun Young, prima suora e Laura Lanfranchi, terza suora.
Completano la locandina alcuni artisti provenienti dal Regio Ensemble e accumunati da egual bravura:
Enrico Maria Piazza, un venditore di canzonette nel Tabarro, Irina Bogdanova voce di sopranino nel Tabarro, prima sorella cercatrice in Suor Angelica e Nella in Gianni Schicchi, Ksenia Chubunova Suor Dolcina e Seconda conversa in Suor Angelica, Tyler Zimmerman e Andres Cascante, rispettivamente, Betto di Signa e Marco in Gianni Schicchi.
Il pubblico, numeroso pur con ampi vuoti in sala, accoglie ciascuno dei tre titoli con calorosi consensi, riservando accoglienze di maggiore intensità per Frontali, Stikhina, Chiuri e Zilio.
Marco Faverzani – Giorgio Panigati
IL TRITTICO
Musica di Giacomo Puccini
IL TABARRO
Libretto di Giuseppe Adami
Michele Roberto Frontali
Luigi Samuele Simoncini
Giorgetta Elena Stikhina
La “Frugola” Annunziata Vestri
Il “Tinca” Roberto Covatta
Il “Talpa” Gianfranco Montresor
Una giovane amante Lucrezia Drei
Un giovane amante Matteo Mezzaro
Un venditore di canzonette e Voce di tenorino Enrico Maria Piazza*
Voce di sopranino Irina Bogdanova*
SUOR ANGELICA
Opera in un atto di Giovacchino Forzano
Suor Angelica Elena Stikhina
La Zia Principessa Anna Maria Chiuri
La suora infermiera e La maestra delle novizie Tineke Van Ingelgem
La suora Zelatrice Annunziata Vestri
Suor Genovieffa Lucrezia Drei
La badessa Monica Bacelli
Suor Osmina Annalies Kerstens
Una novizia e Prima conversa Emma Posman
Suor Dolcina e Seconda conversa Ksenia Chubunova*
Prima sorella cercatrice Irina Bogdanova*
Seconda sorella cercatrice e Seconda suora Daniela Valdenassi Lyudmyla Porvatova (30)
Prima suora Caterina Borruso Yang Eun Young (30)
Terza suora M. Lourdes R. Martins Laura Lanfracnhi (30)
GIANNI SCHICCHI
Opera in un atto di Giovacchino Forzano
Gianni Schicchi Roberto Frontali
Lauretta Lucrezia Drei
Zita Elena Zilio
Rinuccio Matteo Mezzaro
Gherardo Roberto Covatta
Nella Irina Bogdanova*
Gherardino Ludovico Longo
Betto di Signa Tyler Zimmerman*
Simone Gianfranco Montresor
Marco Andres Cascante*
La Ciesca Tineke Van Ingelgem
Maestro Spinelloccio Roberto Accurso
Pinellino Lorenzo Battagion Marco Sportelli (30)
Guccio Alessandro Agostinacchio Roberto Calamo (30)
Buoso Donati Riccardo Mattiotto
*Artista del Regio Ensemble
Orchestra, Coro e Coro di voci bianche Teatro Regio Torino
Direttore Pinchas Steinberg
Maestro del coro Ulisse Trabacchin
Maestro del coro di voci bianche Claudio Fenoglio
Regia Tobias Kratzer
Ripresa dalla regia Ludivine Petit
Scene e costumi Rainer Sellmaier
ripresi da Clara Hertel
Luci Bern Purkrabek
riprese da Gianni Bertoli
Video Manuel Braun
Collaboratori ai video Jonas Dahl, Janic Bebi
Assistente alla regia video Matthias Piro
Direttore dell’allestimento Antonio Stallone
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
in coproduzione con Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles