Spettacoli

Il barbiere di Siviglia – Teatro Carlo Felice, Genova

Il Carlo Felice di Genova chiude la stagione operistica con l’immancabile appuntamento con la sua Accademia. 

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Carlo Sgura, Greta Carlino e Paolo Nevi

Don Alonso, un buffo e mendace professore di musica, apre il secondo atto del Barbiere di Siviglia con la più spassosa delle lezioni, ma, questa sera, dobbiamo pensare che l’intera opera sia un immenso, prezioso e serissimo insegnamento sul cantare e sul fare teatro. Proprio in questa ottica, viene scelto infatti il titolo buffo rossiniano per eccellenza, e viene affidato all’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale dell’opera Carlo Felice Genova, diretta da Francesco Meli. Un’opera buffa mai di facile realizzazione e vocalmente uno dei più complessi banchi di prova per un giovane cantante. L’allestimento scelto è quello di Damiano Michieletto, qui ripreso da Andrea Bernard, che nasce nel 2003 per il Festival di Wexford per poi essere ampliato nel 2005 per il Maggio Musicale Fiorentino. Una produzione deliziosa, giocata su pochissimi elementi scenici, perlopiù sedie che, grazie alla immaginazione del regista, disegnano ambienti e situazioni, un fare teatro all’ antica che rimanda alla commedia dell’arte e agli spettacoli da strada. Una piccola perla che è stata il debutto di Michieletto nel mondo dell’opera e che faceva già presagire il grande potenziale dell’allora giovane regista. Uno spettacolo ancora oggi gradevole da vedere anche grazie agli allegri e coloratissimi costumi di Carla Teti, e alle luci, sempre adeguate di Luciano Novelli. 

Come ricordato, abbiamo assistito al debutto sul palco di giovanissimi quanto promettenti talenti.
Ci convince il Conte di Almaviva di Paolo Nevi, dotato di una vocalità che, per colore ed estensione, risulta adatta per questo difficile ruolo. A dispetto della giovane età, l’artista si sa ben destreggiare tra colorature e impervie salite nel registro superiore dimostrando una certa familiarità con lo stile del Cigno pesarese. Anche scenicamente sa essere efficace dando vita ad un personaggio spontaneo e moderno, in linea con la chiave registica proposta da Michieletto.

Carlo Sgura volteggia sul palco con disinvoltura e disegna un Figaro malizioso ed astuto, autentico deus ex machina della vicenda. Diverte e coinvolge colleghi e pubblico, conquistato dalla sua naturale empatia. Vocalmente sfoggia una linea precisa e musicale, pur di volume non troppo ampio.

Greta Carlino, Rosina, è forse la rivelazione della serata. L’artista, elegantissima ed ammiccante sulla scena, possiede un mezzo screziato ed omogeneo, capace per altro, di esibire colorature sgranate e puntuali. Particolarmente cesellato e ficcante l’accento, per sottolineare al meglio lo spirito furbescamente civettuolo del personaggio.

Anche Gianpiero Delle Grazie dimostra di saper cogliere lo spirito dell’idea registica ed offre un ritratto di Don Bartolo meno grottesco e più realistico rispetto a certa tradizione esecutiva. Il baritono evidenzia un canto complessivamente corretto e riesce a venire a capo dell’impervia scrittura rossiniana. Siamo sicuri che una maggiore frequentazione del ruolo porterà a risultati ancor più convincenti.

Discorso analogo per il Don Basilio di Davide Sabatino, in possesso di un mezzo vocale sicuramente importante e promettente ma che abbisogna, forse, di una maggiore rifinitura tecnica, almeno per lo stile rossiniano. Interpretativamente, nei panni di un serpente antropomorfo, risulta spassoso e perfettamente azzeccato.

Vocalmente squillante e scenicamente vulcanica la Berta di Gabriella Ingenito, autentica mattatrice nella celeberrima “Il vecchiotto cerca moglie”.
Completano la locandina Ernesto de Nittis,dalla linea sonora e corposa, e Angelo Parisi nei panni di un ufficiale.

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Carlo Scura e Paolo Nevi


In buca troviamo il Maestro Giancarlo Andretta che, come sottolineato nelle note di sala, ha condotto personalmente un lavoro di preparazione con i singoli artisti al fine di plasmare, per quanto possibile, la vocalità di ognuno alle esigenze della scrittura rossiniana. La concertazione si dipana snella e agile contrappuntando il racconto musicale con leggerezza e brio. L’Orchestra del Teatro Carlo Felice segue le indicazioni del podio con buona professionalità estrapolando un suono dalle dinamiche luminose e vivaci.
Incisivo, nei suoi interventi, il contributo di Sirio Restani, maestro al fortepiano.
Valida e ben tornita del prova del coro genovese, diretto da Claudio Marino Moretti.

Successo incandescente al termine per tutti i giovani protagonisti della serata, tributato da una sala completamente esaurita.
Salutiamo il teatro genovese che ci ha regalato una programmazione ricca ed intensa, nella speranza di una nuova stagione che possa eguagliare e anche superare tutto ciò che di bene è stato fatto in questi ultimi anni.

Il barbiere di Siviglia
Dramma comico in due atti di
Gioachino Rossini
su libretto di Cesare Sterbini,
dalla commedia di Pierre Beaumarchais

Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova diretta da Francesco Meli

Figaro Carlo Sgura
Rosina Greta Carlino
Il Conte d’Almaviva Paolo Nevi
Don Bartolo Gianpiero Delle Grazie
Don Basilio Davide Sabatino
Berta Gabriella Ingenito
Fiorello Ernesto de Nittis
Un ufficiale Angelo Parisi

Maestro concertatore
e direttore d’orchestra
Giancarlo Andretta
Regia e impianto scenico
Damiano Michieletto
Regia ripresa da
Andrea Bernard
Costumi
Carla Teti
Luci
Luciano Novelli

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Maestro ai recitativi Sirio Restani

Foto: Marcello Orselli