Concerti

Daniele Gatti – Petrassi, Šostakovič – 86°Maggio Musicale Fiorentino

Nel suo ultimo appuntamento nel contesto del Festival con il Coro e l’Orchestra del Maggio, il maestro Daniele Gatti ha proposto un concerto intenso e vibrante con un programma che riprende e completa quello dello scorso 5 maggio, realizzando così un’interessante esplorazione nella musica della prima metà del Novecento, all’interno della quale la sperimentazione procede di pari passo con la ripresa delle forme tradizionali: un originale percorso che se da una parte ci invita a riscoprire l’opera di Goffredo Petrassi, dall’altra ci spinge a riconsiderare con attenzione la parabola evolutiva di Dmitrij Šostakovič.

Del primo autore, dopo il “Magnificat” del concerto di maggio, viene ora proposto il più arcaico e austero Salmo IX , composto nel 1937 e ispirato da un sentire inqueto e severo di stampo veterotestamentario. Un’esecuzione di straordinario vigore nella formidabile compattezza del Coro diretto da Lorenzo Fratini e nella precisione dell’Orchestra, che non manca di rigore neppure nei passaggi di massima sonorità.

L’attacco è potente e terribile, ad evocare la forza del Dio d’Israele con blocchi sovrapposti e compatti, nello slancio degli archi e nella gravità degli ottoni. Più introspettivo, anche se ancora convulso, il momento che segue, in un crescendo ritmico via via più frenetico che conduce ad un “Et civitates eorum destruxisti” guerresco e primitivo. Il finale della prima parte si distende poi in una parentesi lirica affidata alla grazia delle voci femminili che sfumano delicatamente nello “Et sperent in te”.
La seconda parte riprende con piglio eroico in modalità concitate, anche se qui il passo dettato da Gatti ha una cifra più riflessiva, realizzando momenti di sosta e di maggiore cantabilità come in “Exsultabo salutari tuo”. La potenza sonora ritorna poi con forza visionaria e il salmo procede verso la conclusione in una ritrovata forma monumentale e sontuosa, da quinta barocca e con toni tutto sommato pacificati.
Vale la pena di rilevare che l’entusiasmo del pubblico, in verità un pochino spaesato dalla veemenza del Salmo IX, obbliga comunque il maestro Gatti a ben quattro uscite prima dell’intervallo.

Gatti_Firenze_20240607_2

Se la Decima celebrava scopertamente la ritrovata libertà creativa dell’artista, ora nella Sinfonia n. 5 in re minore il discorso procede dissimulato sotto il peso della censura, richiedendo quindi un ascolto che sappia percepire le incrinature al di là delle apparenze definite e trionfanti. E la lettura di Gatti si muove tra intimismo ed ironia, con forme che tendono a rarefarsi anche quando sembrano incedere roboanti, descrivendo uno Šostakovič che nel 1934, dopo le critiche alla sua Lady Macbeth, ci parla velatamente del dramma o comunque secondo quelle modalità che il regime accettava.

Il Moderato iniziale attacca garbato e palpitante, con gli archi che delineano il primo tema a canone con precisione e morbidezza; il secondo motivo si avvia poi nello sviluppo ricreato con forza e ricercatezza, con un suono che si accresce, facendosi più ricco e più denso, fino ad esplodere in un vigoroso climax drammatico. La parte più lirica che segue è resa in modi meditativi e venati di inquietudine, per sfociare nell’incertezza, tant’è che i temi principali si sono ormai disgregati. Di grande suggestione la coda, con una musica rarefatta punteggiata dai tocchi della celesta, in un’atmosfera di inquieta sospensione.
Procede con enfasi lo Scherzo, nella compattezza di tutte le famiglie strumentali, alleggerito poi dagli effetti cromatici del Trio.
Il terzo movimento si espande poi in una forma distesa ed omogenea, dove il racconto è affidato alle minime variazioni, con incantevoli tenute dei pianissimo e nell’avvicendarsi dei timbri orchestrali. Direttore ed orchestra, in perfetta sintonia, realizzano qui un continuum di sonorità trasparenti che, spogliate di ogni retorica, ci conducono a toccare il mistero della vita e del suo divenire,
La pompa delle magnifiche sorti e progressive ritorna nell’ultimo movimento, con l’esaltazione dei colori e dei volumi e in un trionfalismo che nella sezione centrale manca di convinzione, mentre nella parte conclusiva deposita sul fondo suoni cupi e sinistri.
Un vero tripudio per Gatti e l’Orchestra, nella gratitudine per averci restituito con forza e verità questa sofferta pagina del Novecento.

GOFFREDO PETRASSI
Salmo IX per coro e orchestra

DMITRIJ ŠOSTAKOVIČ
Sinfonia n. 5 in re minore op. 47
Moderato / Allegretto / Largo / Allegro ma non troppo

Direttore
Daniele Gatti 

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino  

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Foto: Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino