Orlando furioso – Ferrara, Teatro Comunale
L’ Orlando furioso di Antonio Vivaldi conclude a Ferrara la trilogia vivaldiana iniziata nel 2021 con il Farnace e proseguita nel 2023 con il Catone in Utica, in un progetto di riscoperta della produzione teatrale del Prete rosso realizzato negli eleganti allestimenti di Marco Bellusi e promosso dalla passione filologica di Federico Maria Sardelli. Il maestro livornese ha appunto curato insieme ad Alessandro Borin una nuova edizione critica, pubblicata da Ricordi nel 2023, che ci restituisce la versione in tre atti andata in scena nel 1727 al Teatro Sant’Angelo di Venezia, di cui Vivaldi era stato da poco nominato “Direttore delle opere in musica”. Per l’occasione e per rivalersi del fiasco della prima stesura del 1714, il compositore decise di musicare di nuovo il libretto di Grazio Braccioli, fedelmente ispirato al poema dell’Ariosto, ma che sovrappone abilmente l’episodio di Ruggero nell’isola di Alcina con quello della pazzia di Orlando in conseguenza dell’amore di Angelica e Medoro. Una trama dunque alquanto intricata e tuttavia drammaturgicamente assai funzionante, narrata in una lingua asciutta e lineare che descrive l’umano attraverso il fantastico e che fornisce a Vivaldi l’opportunità di esplorare la varietà delle forme musicali.
La direzione di Sardelli mette appunto in straordinario risalto l’inventiva della partitura, tanto sotto il profilo melodico quanto sotto quello drammatico, in una narrazione concisa ed articolata, nel susseguirsi compatto di arie e recitativi secchi e con l’impiego, negli snodi fondamentali, di ampi recitativi accompagnati nonché di brevi duetti e interventi del coro a più riprese. Una lettura attenta e meticolosa che intende inoltre mostrarci in ogni passaggio lo stretto legame tra musica e testo e che si esprime nel continuo sostegno agli interpreti e nel conferire rilievo sonoro ad ogni gesto sul palco. Colpisce l’attacco brillante e solenne dell’overture, seguito da una sezione distesa e cadenzata, in cui prende forma una bellezza incantata e malinconica che prelude al mondo di Alcina. Di notevole effetto anche le accuratissime variazioni dinamiche e gli abbellimenti, sempre realizzati nel suono ricco e definito dell’Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo, formata in realtà da pochi elementi che danno però prova di grande coesione e morbidezza. Suggestivo poi l’apporto del Coro dell’Accademia dello Spirito Santo, diretto da Francesco Pinemonti, che punteggia il racconto di momenti luminosi e perfettamente integrati.
Di straordinario valore e affiatamento il cast degli interpreti.
Orlando è Yuriy Mynenko, di grande sicurezza nei centri e con vocalizzi precisi e voluminosi. Impiegando una valida tecnica di modulazione, interpreta “Nel profondo cieco mondo” in un crescendo di intensità drammatica ed è travolgente nell’aria di tempesta “Sorge l’irato nembo”, con salti melodici ed estese fioriture. Assai espressivo nell’episodio della caverna e nell’arioso che chiude il secondo atto, rende infine la sequenza della follia esaltandone tutta l’originale varietà e descrivendo un personaggio che resta comunque nobile, pur avendo perduto il senno.
Alcina è Sonia Prina, con recitativi scolpiti, accenti marcati e ricchezza di sfumature. Salda nelle regioni centrali, nelle agilità perde tuttavia volume e mostra qualche difficoltà nei tempi. Languida e seduttiva nelle arie, con un’originale caratterizzazione del personaggio, è intensamente struggente nell’arioso conclusivo.
Davvero smagliante Arianna Vendittelli, che delinea un’Angelica vanesia e innamorata con una vocalità estesa ed omogenea. Il canto è nitido e smaltato, con vocalizzi pieni e definiti nelle prime due arie e di raffinata eleganza nella languida “Chiara al par di lucida stella”.
Intenso il Ruggero di Filippo Mineccia, con una linea flessuosa e un’intenzione spiccatamente drammatica. Morbida e splendida la sua aria con flauto obbligato, declinata in una grande varietà di modulazioni.
Loriana Castellano è una grintosa Bradamante, in uno stile articolato ed incisivo, anche se non sempre levigato. E’ di dolente vigore al primo atto e rende con accesa passione “Se cresce un torrente”.
Di ottima agilità e compattezza Chiara Brunello che sbalza un Medoro fresco e brillante. Di raffinato virtuosismo la sua aria conclusiva “Vorrebbe amando il cor”.
Pieno e rotondo l’Astolfo di Mauro Borgioni, con una proiezione decisa e costante e una dizione puntuale e scandita. L’intervento iniziale è scolpito con forza, in un misto di saggezza e sentimento, mentre l’aria “Dove il valor combatte” crea un momento eroico di potente espressività.
L’allestimento di Marco Bellusi, coprodotto da Ferrara e Modena con la Bayeruth Baroque Opera Festival e la Daegu Opera House, trasforma il palco in una scatola magica dalle pareti specchiate dove all’inizio i personaggi si riflettono per poi venire avvolti dalle innumerevoli proiezioni del mondo di Alcina e dell’Ariosto. I costumi di Elisa Cobello hanno per lo più fogge rinascimentali, ad aumentare in uno spazio astratto e tecnologico, disegnato da Matteo Paoletti Franzato, il senso di sospensione e di irrealtà. All’interno di questa cornice, convivono elementi antichi e contemporanei, tant’è che la maga ricorda Crudelia Demon e “Il diavolo veste Prada” ed è presentata come una maestra di stile che dispone di un raffinato atelier per sollecitare soprattutto la vanità femminile di Angelica. La scena, come nel Catone in Utica, è sempre pulita ed elegante e vengono spesso impiegati dei velari per suddividere gli ambienti e mettere in evidenza le esecuzioni dei cantanti. Suggestive le immagini della foresta incantata e quelle degli astri che alludono alla imminente follia lunare di Orlando, con i video di Fabio Massimo Iaquone e le luci di Marco Cazzola. Durante le arie principali del protagonista vengono inoltre proiettati alcuni versi del libretto, le cui parti prendono poi a fluttuare in maniera caotica: quasi che la pazzia fosse una disarticolazione linguistica, una rottura nell’ordine delle parole che ci separa dal mondo e dalla sua verità.
Uno spettacolo accolto dall’entusiasmo del pubblico, che ha molto applaudito anche a scena aperta. Ovazioni finali per tutti i cantanti, Bellusi e il maestro Sardelli.
ORLANDO FURIOSO
Musica di Antonio Vivaldi
Libretto di Grazio Braccioli
Nuova edizione critica a cura di Federico Maria Sardelli e Alessandro Borin, Ricordi 2023
Personaggi e interpreti
Orlando Yuriy Mynenko
Angelica Arianna Vendittelli
Alcina Sonia Prina
Bradamante Loriana Castellano
Medoro Chiara Brunello
Ruggiero Filippo Mineccia
Astolfo Mauro Borgioni
Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo
Direttore Federico Maria Sardelli
Coro Accademia dello Spirito Santo
Direttore Francesco Pinamonti
Regia Marco Bellussi
Regia video Fabio Massimo Iaquone
Scene Matteo Paoletti Franzato
Costumi Elisa Cobello
Luci Marco Cazzola
Foto: Marco Caselli Nirmal