Pubblicazioni

L’esule di Roma (CD Opera Rara)

Esce finalmente, dopo una recita in forma di concerto prima delle sessioni in studio effettuate nel maggio del 2023, una partitura poco conosciuta e che approfondisce ulteriormente il repertorio operistico di uno dei più autorevoli protagonisti della scena lirica del primo Ottocento.

Nel 1827 Gaetano Donizetti firmò un contratto con Domenico Barbaja (all’epoca impresario dei teatri napoletani) per rappresentare quattro opere nel corso della Stagione. L’ultima di queste fu L’esule di Roma (cui i censori imposero l’aggiunta del sottotitolo Il Proscritto per evitare allusioni agli esuli politici che in quegli anni erano tutt’altro che rari) e venne rappresentata il primo di gennaio del 1828, alla presenza dell’intera Corte Reale. Il libretto gli venne fornito da Domenico Gilardoni, con il quale il compositore si trovò in perfetta sintonia sin dalla loro prima collaborazione per l’opera Elvida del 1826 e che si interruppe solo con la morte improvvisa del librettista nel 1831 a soli 33 anni. Il soggetto è tratto dal dramma  Il Proscritto Romano di Luigi Marchionni a sua volta ricavato da Androclès, ou Le Lion reconnaissant di Louis-Charles Caignez, rappresentato a Parigi nel 1804.

Opera di impianto neoclassico come era d’uso all’epoca, visto che il pubblico favoriva soggetti ambientati in una idealizzata Roma antica o storie a tinte fosche di epoca Medievale (è in questo periodo che compositori e, di conseguenza i librettisti, iniziano a virare verso la nuova letteratura, quella romantica, che aveva in Germania, Francia e Inghilterra gli esponenti più autorevoli come Friedrich Schiller, Victor Hugo o Walter Scott) e che a partire da La Vestale di Gaspare Spontini avrebbe raggiunto il suo apice con Norma di Vincenzo Bellini. La partitura è un chiaro omaggio alle composizioni, soprattutto quelle napoletane, del suo maestro, quel Giovanni Simone Mayr che proprio nella città partenopea aveva ottenuto molti dei suoi più celebri successi; l’impianto strutturale ricalca molti schemi del compositore tedesco, anche se in alcuni pezzi compaiono richiami allo stile rossiniano, stile difficilmente trascurabile negli anni in cui le opere del Pesarese erano punto di riferimento imprescindibile (è famoso il commento di Giovanni Pacini, quando ammetteva che in quel periodo tutti i compositori dovevano rifarsi a quello stile, per non andare contro il favore degli spettatori e assicurassi un lauto e sicuro profitto). Ma Donizetti per la prima volta, ed è questa la novità della partitura, scardina le regole che imponevano un grande concertato alla fine del primo atto e lo sostituisce con un intenso e drammatico terzetto, che ai napoletani piacque moltissimo e che ricevette l’approvazione dello stesso Bellini, solitamente refrattario a tessere le lodi dei suoi rivali, tanto da proporre la stessa formula per la sua Norma alla Scala nel 1831, con esito, purtroppo, decisamente meno gradito al pubblico milanese. Altro motivo di interesse è il personaggio di Murena; se i personaggi di Settimio e Argelia appaiono alle nostre orecchie alquanto convenzionali (in special modo la parte del soprano), è con la figura di Murena che Donizetti sperimenta per la prima volta il tema della follia, avendo a disposizione uno dei più grandi cantanti/attori dell’epoca, quel Luigi Lablache che terrà a battesimo molti personaggi del maestro bergamasco e col quale instaurerà una sincera e profonda amicizia (Donizetti, in segno di gratitudine, gli dedicherà Il Canto XXXIII dell’Inferno una Cantata per baritono pianoforte).

esule_di_roma_opera_rara_4
Il Cast de L’esule di Roma, Opera Rara 2024

Murena ha accusato ingiustamente di complotto Settimio, promesso sposo della figlia Argelia, che si vede costretto a fuggire da Roma; rientrato di nascosto nell’urbe, si incontra prima con l’amata e poi con Murena il quale, lacerato dal rimorso per aver accusato ingiustamente un innocente, esce di senno nel momento in cui Settimio, pur in possesso delle prove della sua innocenza, rifiuta di accusarlo per onore e amore della figlia. La grande scena di follia a inizio secondo atto (che segue in ordine temporale l’intenso terzetto), che se pur se nell’impianto deve la sua forma alla grande scena di Assur della Semiramide di Gioachino Rossini, se ne distacca per uno stile vocale più scabro e per un uso del declamato di grande ampiezza tragica, eliminando abbellimenti e fioriture per dare risalto allo scavo psicologico del personaggio sicuramente più affascinante di tutta l’opera.

Essendo però commissionata per celebrare il Capodanno alla presenza dei Reali, era inconcepibile terminare l’opera con una morte in scena (unica soluzione plausibile visto il climax raggiunto), per cui Donizetti si vide costretto a elaborare un pirotecnico quanto improbabile Rondò per la primadonna Adelaide Tosi, di forte scrittura rossiniana, che stride con il grado di tensione emotiva sviluppatasi durante il corso dell’opera; inorgoglito proprio dal successo di quei pezzi fuori dagli schemi, scrisse a Mayr: “L’anno venturo finirò il primo atto con un quartetto e il secondo con una morte a modo mio […], voglio scuotere il giogo dei rondò finali […]“.

La casa discografica Opera Rara pubblica la prima incisione ufficiale di questo titolo e aggiunge un altro preziosissimo gioiello alla spettacolare collana di tesori ingiustamente dimenticati del melodramma.

L’incisione è condotta seguendo l’edizione critica curata da Roger Parker (che ne ha curato anche parte delle note) e Ian Schofield. Le note corredate alla pubblicazione (disponibili anche in formato PDF qualora si decidesse di acquistare la versione digitale dal sito), sono impreziosite da un bellissimo scritto di Eleonora di Cintio sull’antica Roma attraverso gli occhi e le riflessioni dei pensatori degli inizi del XIX° Secolo.

L’esecuzione musicale è affidata a Carlo Rizzi che mette in mostra della partitura l’impianto generale neoclassico, con un sapiente uso dei piani sonori (le marce e la banda in scena erano di rigore), senza per questo trascurare tutti gli aspetti innovativi di cui si è scritto sopra. In questo è aiutato da una formidabile Britten Sinfonia che dona un insieme di solenne tragicità misto a preziosi palpiti di grande emozione e che accompagnano il canto di tutti gli interpreti riuscendo a ricreare musicalmente i tormenti interiori che affliggono i personaggi.

esule_di_roma_opera_rara_2
L’esule di Roma, OPERA RARA 2024

Anche lo splendido Opera Rara Chorus magistralmentediretto da Stephen Harris si inserisce con pari entusiasmo alla realizzazione di una splendida esecuzione.

Gli interpreti sono tutti all’altezza del loro arduo compito.

Nicola Alaimo scava nel profondo il personaggio e ce lo presenta fin dalle sue battute iniziali come figura rosa dal rimorso e dall’angoscia, in questo assecondando alla perfezione le innovazioni di Donizetti; nel grande finale I alla notizia che Settimio è al corrente delle malvagità commesse, Alaimo riesce a cogliere il fulcro musicale che sarà l’asse portante della sua grande scena al secondo atto; e in questa scena non si sa se lodare più il fraseggiatore o il cantante, che rinuncia saggiamente agli eccessi vocali o plateali a favore di un canto raccolto, che l’intensità del fraseggio risolvono in un momento di grande forza emotiva.

L’Argelia di Albina Shagimuratova brilla nel rondò finale; negli altri momenti un canto che scavi più nel fraseggio, che risulta comunque degno di interesse, sarebbe più auspicabile.

Molto bella la voce di Sergey Romanovsky che privilegia l’aspetto lirico del personaggio ma che nei momenti di grande declamazione tragica sa trovare accenti fieri e commossi e che ben merita l’inserimento dell’aria scritta per le recite milanesi del luglio dello stesso anno per Berardo Winter, primo Settimio anche alla prima di Napoli, che il tenore esegue con grande partecipazione emotiva.

Buona la prova di Lluís Calvet i Pey e più che validi gli interventi di Kezia Bienek e André Henriques.

Eccellente sotto ogni punto di vista la registrazione, che dona spazialità e risalto soprattutto ai piani sonori come li aveva intesi il compositore che qui, più che in altri precedenti lavori, cura con più attenzione e con dovizie di dettagli.

La registrazione è disponibile per l’acquisto sul sito Opera Rara e sul canale ufficiale di YouTube.